Luci ed ombre dell'educare
Son seduta sul divano concentrata a leggere un libro... Da dentro uno scatolone esce una vocina: "Nonnaaaaa, ci sistemi il guscio della lumacaaaaa?" (leggi metti a posto la coperta che copre due scatoloni unendoli in modo piuttosto approssimativo). Mi alzo, sistemo, "Grazie, nonna lumaca, puoi tornare a leggere!".
No, no sono invecchiata improvvisamente... questa è una scentta di gioco di quelle che vivo quotidianamente con le birbe... e la uso per introdurre questo post che nasce per rispondere, con tempi che ultimamente sono decisamente rallentati autunnali, all'invito di Caterina LibereLettere di partecipare all'iniziativa "Stiamo in ascolto" e raccontare il mio modo di vedere l'argomento educazione.
Qui sul blog tendo a non esprimere mai in modo diretto la mia idea sul tema, piuttosto lo faccio trasparire da alcuni post dedicati alle attività delle piccole in particolar modo la lettura e le attività all'aperto (per esempio l'orto). Non sono un'educatrice di professione, non ho fatto studi appositi sul tema, ma da quando sono mamma (e già durante la prima gravidanza) ho iniziato a interessarmi all'argomento e a leggere molto... di base il termine educare non mi piaceva molto, questa frase rispecchiava in linea di massima le mie (vaghe) idee:
Com'è possibile che, essendo i bambini così intelligenti, la maggior parte degli adulti siano stupidi? Questo è senz'altro dovuto all'educazione. A. Dumas
Ma dal dire al fare... le mie idee sono cresciute e hanno preso forma seguendo la crescita delle bimbe. Sicchè ora attribuisco un senso del tutto personale al termine... Nell'accezione delle "nonne" il bambino educato (meglio ancora ben educato e BRAVO) è quello che se ne sta al suo posto, che non disturba, che mangia tutto, che non parla interrompendo gli adulti, che dice sempre grazie e per favore, che rispetta tutte le regole (decise dagli adulti) e che non litiga mai... ecco questo per me non vuol dire essere educato, ma essere un burattino e avere smesso di pensare con la propria testa. Veramente se mi fossi trovata delle bambine che si comportano in questo modo mi sarei preoccupata non poco... ;-) Invece per me l'educazione è un processo che avviene in modo naturale nel bambino e che continua da adulto, è un percorso di apprendimento della vita che non si può svolgere senza avere sperimentato in prima persona e in questo sono dell'idea che l'adulto abbia un ruolo di spettatore e accompagnamento più che di insegnante. Ho visto come da sole le bimbe hanno appreso con i loro tempi a muoversi nello spazio e prendere dimestichezza con l'ambiente che le circonda. Non vedo perchè così non possa essere anche nelle relazioni con gli altri. Adoro vederle giocare liberamente, senza giochi preconfezionati e fingendo di essere le cose più strampalate... senza regole e senza vincitori o vinti, senza dover dimostrare di essere "più bravo" e senza la direzione di un adulto. Io me sto a guardare ( o meglio ad ascoltare ) intervenendo solo se richiesto da loro (che ogni tanto mi fanno entrare nel gioco) o se necessario per motivi si sicurezza.
Spesso mi sono ritrovata a pensare che più che un lavoro su loro, l'educazione sia un lavoro su di noi genitori, un capire come comportarci con i nostri figli, mettendoci nei loro panni e fornendo loro la nostra presenza e il nostro tempo accompagnandoli nel percorso a loro più congeniale. Mi è capitato spesso di vedere come bambini che non si sono mai visti prima, se lasciati relazionarsi senza interferenze, si autogestiscano perfettamente tra di loro, e come l'equilibrio spesso venga rotto dall'intervento di un adulto intervenuto a sproposito... quindi di mio cerco di intromettermi il meno possibile nelle attività e nel modo di comportarsi delle mie bimbe, lasciando loro il tempo di conoscere se stesse senza forzarle in comportamenti preconfezionati. Sicuramente in quanto genitori saremo il loro riferiemento nelle azioni quotidiane e farli partecipare alla nostra vita di tutti i giorni accettando di averli vicino e che ci aiutino nelle faccende che a noi sembrano noiose o di routine, servirà non solo a tenerli "buoni" per un po' ma anche a permettergli di sperimentare con le loro mani e in questo fare pratico unito al gioco libero penso che troveranno da sole il modo più corretto di stare con gli altri.
Ora lascio a voi la parola... in particolare e se ne hanno voglia passo l'argomento a Francesca Equazioni, Elisabetta Neuropepe e Annalisa Passatotralemani e a quanti hanno voglia di esprimere la loro opinione sul tema, qui o con un post apposito sul loro blog.
Vi lascio anche i link agli altri pensieri sull'argomento nell'ambito dell'iniziativa "Stiamo in ascolto"
Il post di Selima, di Timo il Bruco
Il post di Caterina, Libere Lettere
Il post di Latte e Champagne
Il post di Sara fatto con amore
Il post di Lunamonda
- Tags: bambini, educazione, giochi, libertà
Commenti (9)
edvige
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Daria
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Moira
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Daria
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Moira
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Selima - Timo il Bruco
"Sicuramente in quanto genitori saremo il loro riferimento nelle azioni quotidiane e farli partecipare alla nostra vita di tutti i giorni accettando di averli vicino e che ci aiutino nelle faccende che a noi sembrano noiose o di routine, servirà non solo a tenerli "buoni" per un po' ma anche a permettergli di sperimentare con le loro mani e in questo fare pratico unito al gioco libero penso che troveranno da sole il modo più corretto di stare con gli altri."
Questa è secondo me la "banalità" dell'educazione, quello stare insieme naturale (come dice Caterina) ma nella consapevolezza dell'essere punto di riferimento e nell'accettarlo in pieno.
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Daria
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Sara
Condivido proprio tanto la tua frase "Spesso mi sono ritrovata a pensare che più che un lavoro su loro, l'educazione sia un lavoro su di noi genitori": diamo spesso per scontato di sapere cosa sia giusto e cosa sbagliato, che siamo noi genitori a dover dare un'educazione o una direzione e invece se davvero si osservano (e si ascoltano) i bambini ecco che tutto diventa limpido e trasparente, e ci si accorge che dobbiamo rieducare noi stessi.
Grazie!
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Daria
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