Il nostro viaggio in Abruzzo fra mare e monti 2 - i monti

Ciao a tutti e bentrovati! Eccomi come promesso con la seconda parte del nostro viaggio dedicato all'entroterra abruzzese, ai suoi parchi e aree protette, alle passeggiate, ai bellissimi borghi, ai castelli... Nella realtà abbiamo intervallato i giorni di mare a quelli in montagna, o addirittura fatto entrambe le cose in giornata, cosa facilmente fattibile in questa regione dove in un'ora o poco più dalla costa ci si ritrova in montagna! Rispetto alle Dolomiti a cui siamo abituati qui non si percepisce la quota visto che i monti sembrano salire più dolcemente e sono poche le cime rocciose. Nonostante l'aspetto secco e brullo abbiamo scoperto che ci sono moltissimi corsi d'acqua, tutti pulitissimi con acque non meno sorprendenti di quelle del mare, dai colori più svariati. Logicamente ci siamo "scontrati" con il post-terremoto, pur non essendo riusciti a dedicare una giornata a L'Aquila, che rimarrà una delle mete da fare in una prossima vacanza. Ma veniamo ai luoghi che abbiamo visto!
La nostra prima escursione è stata a Rocca Scalegna, un borgo arroccato in cima ad una rupe, in posizione decisamente "acrobatica" vista da sotto! E' possibile salire al castello attraversando il borgo medievale (l'ingresso è a pagamento, ma il costo è davvero irrisorio e con esso si ottiene anche l'aventino card che da diritto ad una serie di sconti su altri musei e parchi della zona). Per la visita abbiamo accettato la disponibilità dei ragazzi della pro-loco locale che ci hanno spiegato le vicessitudini del castello e un sacco di curiosità.
vista dell'interno della torre di Rocca Scalegna (quella che sta sullo sperone roccioso che vedete sopra!)
Si può rientrare al parcheggio attraverso il percorso panoramico dove si trovano anche alcuni tavoli per sosta. A seguire ci siamo spostati nel paese di Fara San Martino (dove abbiamo scoperto esserci molti produttori di ottima pasta) dove abbiamo pranzato nel parco delle sorgenti del Rio Verde: guardate che acqua!
Da lì si può salire all'eremo di San Martino per una semplice strada sterrata. Il luogo è davvero suggestivo infatti ci si trova ad attraversare una gola che improvvisamente si stringe diventando non più larga di un paio di metri. Questa strettoia faceva da ingresso al monastero, i cui resti appaiono improvvisamente appena usciti dalla gola.
Una seconda giornata montana è stata dedicata a zone all'interno o ai margini del Parco del Gran Sasso. Siamo partiti alla volta di Rocca Calascio, castello famoso per i film che sono stati filmati al suo interno e nei suoi dintorni, che si raggiunge passando per il paese di Calascio e poi di Rocca. Il navigatore ci ha portati fino a Calascio passando per una stradina assolata e tutta curve e salite bordata di ginestre. Arrivati a Calascio si prende l'erta salita a tornanti che porta a Rocca (occhio che camper e autobus non possono accedervi), si lascia l'auto nel piccolo parcheggio e si prosegue a piedi per il paesino.
Dopo averlo attreversato ci si ritrova su una sterrata in un fantastico ambiente montano pieno di fioriture e farfalle. In breve si arriva a sorprendersi di fronte alla chiesetta di Santa Maria della Pietà, piccola costruzione ottagonale che non ci si aspetterebbe in questo contesto.
Da lì brevemente si sale alla Rocca dove si può tranquillamente girare tra le rovine, passare il ponte levatoio e girare attorno alla torre. Quest'ultima è aperta solo nei fine settimana, quando però l'afflusso è decisamente superiore a quello trovato da noi, quindi valutate attentamente se vale la pena salirci di sabato o domenica.
Ammirando il Gran Sasso da una finestra speciale <3
Rientrando dalla passeggiata ci siamo fermati a pranzare in un ristorantino che fa parte dell'albergo diffuso locale che tra le altre cose aveva anche una certa scelta vegetariana e vegana (da non perdere la zuppa con le lenticchie locali).
Ripartendo da Calascio ci siamo fermati a Santo Stefano di Sessanio,delizioso paesino, dove erano ancora operativi un sacco di cantieri post-terremoto del 2009. Particolarissima la via degli Archi che attraversa il paese da una parte all'altra, via coperta su cui si aprono negozietti e ingressi alle abitazioni e che offre ristoro oltre che alle persone del posto anche ad una nutrita colonia di rondini.
la piana di Navelli (detta anche "spiaggia") vista dal paese stesso, si legge sulle guide che ci siano campi di zafferano...
Rientrando e vedendo i numerosi paesini percorrendo in auto la piana di Navelli, abbiamo deciso di fermarci proprio a Navelli, che fra tutti è stata la località che ci ha più colpito per l'atmosfera di abbandono che si respira e quel non so che di inquietudine nel fermarsi ad osservare certi scorci.
Decisamente affascinante, ha colpito moltissimo l'immaginazione dei bambini, in particolare di Alice che si è inventata un sacco di storie fanastiche e un po' macabre ambientate in questo misterioso paese!
Arriviamo al terzo giorno di montagna, stavolta la nostra destinazione erano le Grotte di Stiffe. Visti gli orari di apertura prima della visita siamo stati al lago di Sinizzo, un laghetto che ha orgine da una fonte di acqua potabile (c'è una sorta di rubinetto da cui si può attingere l'acqua) attorno al quale ci sono tavolini e panche per sostare e un bel parco-giochi per i più piccoli. Da lì partono anche dei sentieri escursionistici per visitare i dintorni, ma non avevamo tempo a sufficienza per percorrerli...
Invece dopo una piacevole sosta presso il laghetto ci siamo spostati nel paesino di Stiffe e fatto il biglietto siamo saliti per la visita alle grotte. La loro particolarità è che si tratta di formazioni carsiche all'interno delle quali scorre un fiume, quindi ufficialmente si tratta di risorgive. La visita avviene per piccoli gruppi con guida e muniti di caschetto (che viene fornito all'ingresso), scarpe chiuse e maglioncino o giacca (temperatura costante di 10°C all'interno delle grotte). Sono davvero spettacolari e si respira un alone di mistero anche per la presenza in sede delle vecchie scalette e supporti usati dai primi esploratori. Il percorso interno alle grotte è lungo 700 m e il rientro avviene per lo stesso percorso. Metto solo una foto perchè non si possono fare fotografie (soprattutto non con flash) al di fuori dei pochi posti indicati dalla guida. Potete trovare varie foto molto belle nel sito dedicato.
Prima di rientrare ci siamo fermati a fare due passi nel piccolo paese di Stiffe, purtroppo molto colpito dal terremoto, in particolare la chiesa e molti dei palazzi storici.
Una breve passeggiata porta a incontrare nuovamente l'acqua che scorre nelle grotte nel torrente e in una cascatella in ambiente molto intimo e tranquillo.
La nostra acrobata dei boschi...
Le nostre esplorazioni montane ci hanno portato ad arrivare al confine con il Molise nella valle dell'aventino per andare a visitare la cascata del Rio Verde, che abbiamo scoperto fare un salto di 200 m! In questo caso di parte dal paesino di Borello, si seguono le indicazioni per il parco all'ingresso del quale si trova un bel parcheggio, un'area pic-nic con piccolo bar e giochi per i bambini. All'ingresso di trova una guida molto accogliente che da indicazioni sul percorso.
Le passeggiate sono due: noi per prima cosa abbiamo fatto il percorso panoramico che porta al torrente (Rio Verde) e poi al punto panoramico, ri-scendendo per il sentiero dei mulini che costeggia il torrente.
Strana piantina che cresceva in prossimità del punto panoramico: qualcuno sa di cosa si tratta?
Questo primo tratto è sterrato e in leggero saliscendi. Poi siamo scesi alle cascate: in questo caso il percorso è formato da 400 scalini la prima parte in petra o cemento, poi in legno. La discesa è nel bosco e intervallata da punti panoramici. Si risale per la stessa strada.
La quinta giornata di montagna invece ci ha fatto spostare più a nord ad Atri, per vedere i calanchi, protetti da una oasi WWF. Lasciata l'auto presso il centro informativo abbiamo iniziato a percorrere il sentiero dei calanchi (che farebbe un anello), però per via del caldo veramente opprimente di quella giornata anzichè percorrerlo tutto ci siamo fermati al capitello dedicato a San Paolo in prossimità del quale ci sono una fontana e un'area pic-nic.
I calanchi sono decisamente affascinanti e i pannelli che li spiegano che si trovano lungo il percorso sono ben fatti, magari andateci in giornate poco soleggiate. (PS: non scaricate l'app che funziona molto male).
Il centro di Atri merita di certo una visita, molto ricco di storia e ben conservato!
Finalmente l'ultimo giorno abbiamo accontentato Elena e siamo stati al MoM (Museo dell'orso marsicano) e all'area faunistica dell'orso. Siamo partiti quindi per Palena, bella cittadina nel parco della Majella che ci ha fatto ristorare dal caldo costiero di quella giornata.
Anche questo paese merita una visita, molte sono le curiosità che scoprirete percorrendolo, come la storia delle ripetute demolizioni o crolli per terremoto della chiesa principale o la storia del suo castello.
Appena sopra il centro presso l'ex-monastero sorge il museo che si visita in breve tempo.
Piaceranno certamente ai bambini la sala con la riproduzione del bosco di notte, il grande pannello con sportellini e cassettini da aprire per scoprire tutte le curiosità sull'orso e gli scheletri degli orsi. Al museo si può prenotare la visita all'area faunistica che avviene il pomeriggio per piccoli gruppi ed è soltanto guidata. Durante l'attesa dell'orario di visita abbiamo deciso di salire all'eremo della Madonna dell'Altare, in località Sant'Antonio di Palena. Il bosco di querce e faggi è stupendo e ragala una splendida frescura. In praossimaità del parcheggio oltre ad una bellissima fonte c'è un prato in salita con aree per riposare e in cui si incrociano vari sentieri CAI.
Per la visita all'eremo ci siamo affidati alla guida che ci ha raccontato le vicessitudini del luogo che si dice essere stato il luogo di ritiro di Celestino V.. L'eremo comprende una chiesina e alcune stanze usate come ostello. Sulla sinistra si trovano le indicazioni per un sentiero che in breve porta a vedere l'eremo da sotto e a ritrovare la grotta del santo.
Nell'area faunistica si trovano i tre ambienti prediletti dall'orso (bosco di conifere, frutteto e prateria) e abitano tre orse brune dalla storia particolare che non sarebbero in grado di sostentarsi da sole al di fuori dell'area. La guida accompagna lungo il percorso raccontando la loro storia e le loro abitudini e se si è fortunati (e noi lo siamo stati) le orse si avvicinano e si faranno osservare mentre scavano, cercano cibo, mangiano, si grattano, passeggiano... Che dire... è stata davvero una visita gradita dai bambini, sono venuti via a malincuore!
E con questa fantastica giornata chiudo il racconto di questa bella vacanza!
- Tags: abruzzo, acqua, borghi, grotte, montagna, orsi, orso, paseggiata, passeggiate, trekking, viaggi, viaggio
Commenti (6)
Michela Giulianati
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Daria
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Elle
Prima o poi ci andremo. Voi alloggiavate in un agriturismo o b&b o?
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Daria
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Valentina
Amiamo tanto l'Abruzzo e la sua atmosfera selvaggia, il profumo di vita antica, l'aura misteriosa che avvolge l'Appennino.
Un abbraccio, cara
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Daria
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