in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Mamma...

on Venerdì, 11 Maggio 2012. Posted in un po' di me

Quest'anno per la prima volta ho ricevuto il regalo per la festa della mamma fatto interamente da Alice a scuola... non mi aspettavo cose particolari, immaginavo i soliti lavoretti (nonostante sappia bene che fortunatamente a scuola non le fanno fare quei tremendi regalini "pro-forma" dove l'apporto dei bambini è pressochè nullo), invece sono stata piacevolmente sorpresa dal bel pensiero!

Ecco la mia piccola Alice con fare timido porgermi anzitempo il suo regalino dicendomi che prima dovevo leggere cosa c'era scritto dietro, come era scritto nel foglietto...

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Ed ecco cosa c'era scritto (spero si legga bene...):

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Allora apriamo il pacco!

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e l'ultima parte recitata da Alice:

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Inutile dire che mi sono commossa e che è stato un regalo graditissimo!

A questo regalo già bello noi abbiamo abbinato il tenerissimo librino "Alice, ti voglio bene mamma!". Questa è una delle pagine che preferiamo! -)

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Per concludere alla mia mamma, a tutte le amiche mamme e a me stessa dedico questa bellissima poesia di Erri De Luca


Mamm’Emilia

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.

In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.

Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.

Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
non il loro peso.
A te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello vulcano che ci orientava il sonno.

Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

Commenti (1)

  • paroladilaura

    paroladilaura

    15 Maggio 2012 at 14:13 |
    non conoscevo questa splendida poesia, grazie!
    e auguri in ritardo ;)

    Rispondi

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