in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Articoli taggati con: montagna

Marmellate di fine estate: more di rovo, sambuco e fichi

on Sabato, 01 Settembre 2012. Posted in cucina

Una proficua camminata in montagna!

Come vi anticipavo qui, una delle varie passeggiate che abbiamo fatto in questo periodo è stata nei monti Lessini orientali in Val di Chiampo, zona poco conosciuta, ma molto bella. In particolare siamo partiti dal paesino di Durlo alla ricerca di una cascatella che però non abbiamo raggiunto perchè abbiamo preferito goderci il fresco, andare piano al passo con le bimbe e soprattutto raccogliere tutte le meraviglie che trovavamo lungo il cammino! Stavolta  sono riuscita a salvare qualcosa dalle grinfie delle piccole divoratrici in particolar modo della più piccola definita anche "pozzo senza fondo" che ingoia tutto a piene mani ripetendo a bocca piena "Gnam-gnam gnam-gnam".

more1

Il sentiero era infatti bordato in molti punti da grandissimi cespugli di more di rovo, mature e dolci: mai viste così tante! Purtroppo non avevo con me borse o cestini e quindi quando ho riempito la borsa della macchina fotografica ho dovuto sospendere il raccolto!

sambuco1

Proprio in prossimità del parcheggio la seconda sorpresa, ovvero dei sambuchi stracarichi di frutti maturi, che quest'anno non ero riuscita a trovare il tempo di andare a raccogliere: qui in quota ci hanno aspettato! Stesso problema: ero senza borse e le bacche di sambuco macchiano molto, fortunatamente avevo dei gironali vecchi in auto che ho arrotolato in modo da farne dei coni dove riporre i frutti.

Una volta a casa prima di andare a letto mi sono messa al lavoro per farne della marmellata, a cui ho aggiunto anche quella di fichi.

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Ecco gli ingredienti per le 3 marmellate! Il procedimento è lo stesso per tutte e 3.

more2Marmellata di more di rovo:

  • 1 kg di more di rovo ben mature
  • 1 limone
  • 100 gr di malto di riso bio
  • 50 gr di acqua

sambuco2Marmellata di bacche di sambuco:

  • 1 kg di bacche di sambuco (le bacche vanno tolte dai rametti, attenzione che ci si sporca parecchio)
  • 1 limone
  • 100 gr di zucchero di canna integrale mascobado
  • 1 cucchiaino di agar agar

fichi2Marmellata di fichi:

  • 1 kg di fichi (tagliati a pezzetti e privati del picciolo)
  • 1 limone
  • 60 gr di malto di riso bio

Procedimento:

La sera mettere la frutta (pulita e nel caso dei fichi tagliata a pezzi) in una pentola, aggiungere il succo di un limone, lo zucchero o il malto a seconda e mescolare bene. Lasciare riposare per tutta la notte coperto e a temperatura ambiente. La mattina, accendere il fuoco e portare a bollore la frutta. Lasciar bollire finchè non addensa. Nel caso del sambuco aggiungere un cucchiaino di agar-agar (alga che serve come addensante), mascolare e lasciar bollire una decina di minuti. Nel frattempo preparare i vasetti. Prendere i vasetti puliti e metterli in forno a 140° per 15 minuti. Lasciarli nel forno.

Quando la marmellata è pronta estrarre man mano i vasetti dal forno e riempirli con la frutta bollente. Tappare e serrare bene. Mettere a raffreddare capovolti. Quando si è formato il sotto-vuoto (sentite il click del tappo che rientra), raddrizzare e lasciare raffreddare completamente.

Questi vasetti di confettura di fichi.

fichi-vasetti

Questa la marmellata di more spalmata su un ottima fetta di pane morbido al succo di carote (ricetta di Xcesca de "La tana del riccio" che approfitto per ringraziare visto l'ottimo pane che ne è uscito!)

fetta con more

Per quella di sambuco fidatevi dell'assaggiatrice ufficiale che vi manda un saluto! :-)

assaggiatrice

 

 

 

Gambe...

on Mercoledì, 29 Agosto 2012. Posted in montagna

Passeggiando in Cansiglio abbiamo incontrato questo personaggio ligneo seduto... :-)

gambe

Magiche atmosfere sul Cansiglio

on Domenica, 26 Agosto 2012. Posted in montagna

Magiche atmosfere sul Cansiglio

La La zona delle montagne dell'Alpago ai confini fra Veneto e Friuli è sicuramente nei ricordi di molti piovesi che ci hanno passato piacevoli soggiorni in occasione di settimane verdi o bianche o di colonie estive da bambini e ragazzi nella casa che un tempo era di proprietà del Comune. Con piacere e con un po' di nostalgia abbiamo quindi deciso di fare una gita nel Cansiglio, bellissima foresta di faggi e all'altopiano del Pian Cavallo, dove abbiamo trovato refrigerio dalla calura che imperversava qui la settimana scorsa! 

foresta1

Siamo partiti senza una vera e proprio meta, ovvero con l'intenzione di fare una passeggiata, ma di decidere sul posto quale. L'ultimo ricordo del Cansiglio risaliva ad una decina di anni fa, passeggiata primaverile, o meglio invernale, a Marzo: la foresta era ancora coperta di neve, gli alberi con le loro corteccie chiare ancora spogli... anche quella volta non ricordo il giro che avevamo fatto, ma mi è rimasta impressa indelebilmente l'emozione di un incontro con un branco di cervi di passaggio che ci hanno attraversato il sentiero di corsa! 

Quindi arrivati in quota, ci siamo fermati al rifugio escursionistico Casa Vallorch dove abbiamo lasciato l'auto e da lì ci siamo incamminati verso il villaggio cimbro di Vallorch: poche case in legno con bel pergolato frontale alcune in ristrutturazione, begli orti...

vallorch

alla fine del villaggio una delle abitazioni attualmente è un bar-ristorante. Visto che ce la siamo presi comoda (come sempre l'andatura di Elena prevede numerose soste a mangiare lamponi e ad esaminare i sassi) e ormai la fame si fa sentire, decidiamo di pranzare lì, in quella atmosfera surreale con tavoli da ristorante apparecchiati in mezzo al bosco! 

 pranzo gnocchi

Da lì partono dei sentieri nel bosco

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fra cui decidiamo di percorrere quello diretto ad un altro villaggio cimbro "Le rotte". Il sentiero decisamente ben indicato, adattissimo ai bambini perchè privo di grossi dislivelli e tutto piacevolmente all'ombra dei grandi faggi!

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Eccoci a "Le rotte" con bella vista sul monte Cavallo

monte cavallo

e da lì ritorniamo Casa Vallorch completando l'anello!

fascia

Al rientro decidiamo di percorrere tutto il Pian Cavallo 

pian cavallo

e di scendere da Tambre in modo da fermarci al Lago di Santa Croce: scartata l'opzione della sponda nord troppo affollata e al sole, decidiamo di scendere alla piccola Baia delle Sirene sul lato sud del lago, riparata e all'ombra e decisamente meno nota.

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Il luogo è bellissimo e affascinante, cattura noi e le bimbe che solo a sera e a malincuore ci rassegnamo a riprendere l'auto e tornare a valle!

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D'altronde come si fa a non innamorarsi di un paesaggio così!?

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Casera Marol

on Venerdì, 10 Agosto 2012. Posted in montagna

Come a casa...

Casera Marol

Stavolta vi voglio raccontare di un luogo decisamente fuori dai soliti affollati itinerari di montagna, quasi sconosciuto... un percorso nel quale è raro incontrare qualcuno che non sia del luogo. Questo posto l'abbiamo “scoperto” per caso nel 2003, il primo anno in cui siamo stati a Voltago, per precisione il 17 ottobre, quando ci siamo svegliati con un paesaggio assolutamente fuori dall'ordinario, ovvero alberi gialli d'autunno coperti di neve, una leggera coltre che si sarebbe sciolta nel corso della giornata. Mi ricordo che avevamo in previsione un'escursione delle “nostre”, quindi abbastanza impegnativa, ma vista la sorpresa mattutina abbiamo deciso di ripiegare su una tranquilla passeggiata con partenza da Rivamonte, nel bosco, diretti alla piccola località Lagon, qualche casa sul crinale, raggiungibile solo con strada sterrata. Arrivati lì abbiamo visto un cartellino con le indicazioni per “Casera Marol”, c'era neve, ma impronte di qualcuno passato prima di noi ci indicavano il sentiero. Abbiamo deciso di seguirle e così siamo arrivati a questa piccola casetta in legno in cima al colle Marol sopra Rivamonte. Affascinati da questo solitario luogo ci siamo tornati un altro paio di volte sempre in inverno con la neve e le ciaspe partendo anche da Forcella Aurine, ma ormai erano vari anni che non la raggiungevamo e soprattutto non ci eravamo mai stati con le bimbe...

Decidiamo di partire da Forcella Aurine, salire per il sentiero meno ripido e scendere per la scorciatoia. Il percorso non ha difficoltà, si svolge tutto nel bosco per sentiero o strada bianca sterrata, non ci sono grossi dislivelli, però è pur sempre più di un ora di cammino (all'andata) e temevamo che Alice si sarebbe stancata... invece la presenza di tantissime fragoline di bosco l'ha tenuta impegnata!

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e non solo lei! anche Elena dalla fascia tendeva le sue manine per abbuffarsi dei piccoli e dolcissimi frutti!

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E finalmente con la pancia piena di fragoline giungiamo alla Casera, una piccola casetta – bivacco attrezzata con tavolo, panche, cucina economica e lavello, dove trovare rifugio o semplicemente riposare.

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Numerosi tavolini nel prato e al limitare del bosco per piacevoli pic-nic. Entriamo, Alice si sente subito a casa, si toglie le scarpe, sfogliamo il libro delle presenze e scriviamo due righe per ricordare il nostro passaggio.

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Le bimbe trovano delle scopine e si mettono a far pulizia, dentro e fuori. Pranziamo, il tempo di raccogliere ancora qualche altra fragola e si torna che in lontananza si sentono dei tuoni. Gran bella giornata!

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Passata di pomodori a 8 mani

on Martedì, 31 Luglio 2012. Posted in cucina

Una delle cose più piacevoli del ritornare a casa dopo un periodo di vacanza estiva in montagna sta nel poter di nuovo contare sul proprio orto che nel frattempo ha continuato a produrre in abbondanza. Anche stavolta non siamo rimasti delusi, in particolar modo da pomodori e pomodorini: guardando l'orto dalla finestra spiccavano come una macchia rossa le piante ricolme di pomodori da raccogliere.

 

Risultato del primo vero e proprio raccolto di pomodori (prima ne avevamo presi giusto qualcuno man mano che arrossiva per mangiarlo tal quale in insalata): due secchi pieni!

 

Urgeva la preparazione di passata!

 

Solitamente “sfrutto” mia mamma che è dotata dell'apposita “macchinetta” per passare i pomodori, visto che lei la prepara per se stessa con quelli del suo orto, le portiamo anche i nostri e lei ce li restituisce invasati sotto forma di passata o pelati. Stavolta non ci è stato possibile visto che da un lato dovevamo riparire per la montagna, dall'altro i suoi non erano ancora pronti, quindi abbiamo pensato di portarci il lavoro da fare al fresco dei monti, dove tra l'altro abbiamo anche più tempo libero.

 

Una serata fra la lettura di una favola e l'addormentamento delle bimbe e la passata era pronta!

 

Il lavoro è poi continuato una volta a casa, con i nuovi pomodori che nel frattempo erano maturati. In tutto questo lavoro potete avvalervi di qualche baldo e giovane aiutante... se chiudete un occhio o anche due sulla condizione finale della cucina!

 

Ingredienti:

 

  • pomodori ben maturi (io ne avevo di misti cuor di bue, ramati, sammarzano) quanti ne volete, meglio se del vostro orto o bio

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Utensili:

 

  • pentola grande

  • passaverdure ( o se l'avete macchinetta per la passata)

  • imbuto

  • vasetti o bottigliette con tappo da sottovuoto (quello che fa click)

  • mestolo

  • pentolino piccolo

  • pentola in cui bollire la passata

  • forno

 

Assistenti:

 

  • 1 piccola birba aiuto riempimento pentole e controllo qualità materia prima

  • 1 birbona controllo qualità prodotto finito

  • 1 assitente forzuto per serrare i vasetti

 

Procedimento:

 

Lavare i pomodori e tagliarli a pezzettoni togliendo la parte più dura vicino al gambo.

 

Passarli alla piccola assitente birba che provvederà a metterli nella pentola grande che deve essere riempita fino a circa metà. Se non ci stanno tutti usate due pentole. La birba addetta alla qualità della materia prima potrebbe occasionalmente fare una prova assaggio o una prova spremitura sul piano cottura o ancora una prova lancio... se volete continuare a lavorare tranquilli senza urli, siate zen e pensate dopo alle pulizie...

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Accendere il fuoco e portarli a bollore. Farli bollire per un po' in modo che si ammorbidiscano e perdano l'acqua, spegnere il fuoco. Aspettare qualche minuto che la polpa si depositi sul fondo e col mestolo togliere l'acqua (mettetela in un pentolino potrete usarla come brodo per prepararci minestre o zuppe).

 

A questo punto subentra la seconda assistente (visto che la prima ormai dorme...) che chiederà di aiutarvi col mestolo o col passaverdure.

 

Passare il tutto al passaverdure (fori medi) o se l'avete con la macchinetta: qui lasciate pure che l'assistente forzuto aiuti la seconda assistente e voi limitatevi a supervisionare.

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Noi pensavamo che sarebbe stato un lavoro lunghissimo, invece tutto sommato il tempo che si impiega è inferiore al previsto. Dovreste ottenere una passata già della giusta consistenza. Se intendete usarla entro breve potete conservarla in frigo e usarla entro qualche giorno aromatizzandola con spezie (io ci metto basilico e maggiorana) e salandola a piacere.

 

Altrimenti, se volete conservare per l'inverno il gusto e il sole dell'estate, accendete il forno a 120-130° e metteteci i vasetti in vetro ben lavati e asciugati all'interno. Lasciateli scaldare per 15-20 minuti.

 

Nel frattempo riportate a bollore la passata e lasciatela bollire per pochi minuti. Non serve che la lasciate molto se avete tolto bene l'acqua col mestolo. In questo modo avrete fatto due bolliture per poco tempo, conservando meglio il gusto dei vostri pomodori.

 

Quando i vasetti sono pronti estraeteli uno per volta dal forno e invasate la passata ancora bollente usando un imbuto e un mestolo. Chiudete col suo tappo e serrate bene. Mettete i vasi a raffreddare capovolti in modo da creare il vuoto. Quando è fredda raddrizzate i vasi ed ecco la vostra passata sempre pronta all'uso che si conserverà per vari mesi!

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Nota: di metodi per fare la passata ne trovate a bizzeffe nel web, io ho usato questa che in linea di massima è la stessa che usa mia mamma da una vita, perdonatemi nel caso riconosceste la ricetta come vostra, fatemelo presente che aggiungo il link.

 

Ritorno al Castello di Andraz - interno e percorso ad anello

on Martedì, 24 Luglio 2012. Posted in montagna

... e l'utilità della fascia

Ritorno al Castello di Andraz - interno e percorso ad anello

A vedere questo bellissimo castello con la sua ubicazione su una roccia c'eravamo già stati l'anno scorso, quando però, era visitabile solo all'esterno visto che i lavori di ristrutturazione interna non erano ancora stati completati. Quando qualche mese fa abbiamo avuto notizia che i lavori erano finiti ci eravamo riproposti di tornare per vedere anche l'interno, visto che tra l'altro ad Alice era piaciuta molto la visita.

Quindi rieccoci al Castello di Andraz, località Castello, lasciamo la macchina nel parcheggio nei pressi della malga e con una breve passeggiata arriviamo al castello e fatti i biglietti cominciamo a salire le scalette in ferro che portano al suo interno arrampicandosi sul grande masso roccioso su cui è costruito. Restauro spettacolare, molto bene fatto. Il castello era come una piccola città autosufficiente con cantine, cucine, magazzini, sale pranzo, soggiorni, prigioni, chiesa...

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Alice si gode la visita, correndo per le stanze, fermandosi a guardare dalle finestrelle strombate, osservando i reperti della vita quotidiana di un tempo (chiavi, anelli, collane, spilli, piatti, bicchieri, monete...) e chiedendomi cosa si faceva nelle varie stanze.

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Anche Elena sulla mia schiena, in fascia, è felice, curiosa e soddisfatta delle cose che vede.

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Grazie alla fascia ho le mani libere per aiutare Alice nei punti dove le scalette più ripide o per scattare foto. 

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Le cose che hanno colpito di più Alice sono state:

  • i water con foro diretto sull'esterno, con salto di 30 m direttamente sul torrente sottostante (uno per piano ben allineati). "Ma allora anche una volta facevano la cacca!" se ne è uscita... (:-))

  • il lavandino – secchiaio che funzonava allo stesso modo del wc con scarico diretto all'esterno

  • la grande canna fumaria delle cucine

  • la stanza segreta a cui un tempo si accedeva da una botola, con le pareti coperte di scritte

  • la passeggiata in copertura dove anche Elena ha voluto fare qualche corsetta

  • i nidi fatti dagli uccellini nei buchi fra i massi delle mura del castello, di cui uno anche con le uova all'interno.

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Ci attardiamo a visitare bene tutte le stanze e usciamo all'ora di pranzo, decidiamo per un pic-nic sul posto usufruendo dei tavolini posti lì attorno.

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Per il rientro decidiamo di seguire il sentiero che passa di fianco al castello, segue il bel torrente, lo supera più in valle e risale alla malga dove abbiamo lasciato la macchina.

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Bella passeggiata, gradita anche dalle bimbe (peccato per lo scivolone di Alice). Un po' di attenzione poco dopo il ponte sul torrente in quanto spariscono i segnali cai e il sentiero principale si perde nel bosco, bisogna prendere il sentierino che sale verso un vecchio fienile.

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In giornate di questo tipo l'uso della fascia per portare Elena è indipsensabile a mio avviso, infatti la visita al museo fatto tutto di scalette ripide sarebbe impensabile col passeggino e pericolosa portando in braccio. Uno zaino "classico" da trekking per bambini risulterebbe decisamente ingombrante, invece con la fascia si riesce a far godere la visita anche ai più piccoli senza pericoli. Inoltre la fascia consente di poter tranquillamente decidere di cambiare programma e fare passeggiate non previste decidendo sul posto. Approfitto quindi di questo articolo per segnalarvi la terza edizione del concorso fotografico Equazioni "Portare i bambini in vacanza 3", dedicato tutto al portare in vacanza con fasce, mei tai e simili. Io sicuramente parteciperò anche quest'anno e non solo per i bellissimi premi!

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Qui potete leggere il mio articolo dell'anno scorso sulla nostra esperienza di portare in vacanza.

Qui la mia foto che era arrivata in finale l'anno scorso.

Qui le finaliste dell'anno scorso.

PS: potete trovare il racconto della nostra prima visita ad Andraz e di altre bellissime escursioni con bimbi al seguito sul sito Trekking con i bimbi.

Ai piedi del Civetta: Forcella La Grava

on Martedì, 17 Luglio 2012. Posted in montagna

Ai piedi del Civetta: Forcella La Grava

Rieccoci finalmente in vacanza, finalmente al fresco, finalmente fra i monti, finalmente a passeggiare. Bimbe cresciute e nuovi assetti per le nostre irrinunciabili escursioni: una passione questa che nel tempo si è adeguata alla presenza di una e poi due bimbe e al variare della loro età. Elena con i suoi quasi 18 mesi e quasi 12 kg va portata sulla schiena (con poche eccezioni), Alice a 4 anni potrebbe camminare quasi sempre sulle sue gambe, ma quando è stanca reclama ancora le spalle (del papà perchè per me è ormai troppo pesante da trasportare). Quindi solitamente ci portiamo dietro due fasce, la lunga elastica e la lunga in canapa e il mei-tai a fasce larghe e decidiamo sul posto quale supporto usare per le due bimbe, o meglio in quale infilare fin da subito Elena e quale portare con noi per Alice. E poi c'è l'immancabile zaino stracarico fra cibo, cambio magliette e calzini, k-way per la pioggia sempre in agguato, piccolo pronto soccorso e cambi (di lavabili) per Elena (che nonostante in casa sia quasi spannolinata non ci si fida ancora a portare in giro senza pannolo).

Il filo conduttore delle escursioni di quest'anno è: percorso vario e non monotono senza eccessivi dislivelli, preferibilimente ad anello. Questo per fare in modo di non annoiare Alice e di evitare le sue richieste di essere trasportata.

La prima passeggiata di quest'anno è appunto un percorso ad anello che parte da Malga La Grava, ai piedi del Monte Moiazza (gruppo del Civetta), dolomiti bellunesi, val Zoldana, dove eravamo stati per la prima volta l'anno scorso e ritorna alla stessa passando per forcella La Grava.

Abbiamo lasciato la macchina nei pressi della malga, alla quale si accede da una stradina che si stacca dalla strada che porta al passo Duran.

Lasciata la macchina si parte in direzione della forcella, ben visibile.

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Il dislivello è di 150-200 m su comoda mulattiera, sentiero 557. Alice cammina volentieri, Elena osserva comodamente dalle mie spalle sulla fascia.

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Lungo il percorso si incrociano gli animali della malga, tutti al pascolo libero, spesso intere famiglie con cuccioli al seguito, cosa che non può non interessare le bimbe.

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Logicamente c'è chi viene ispirato dalla vista del piccolo asinello che poppa... quindi siamo obbligati ad una breve pausa allattamento in posizione panoramica...

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In breve (un'ora in totale, comprese soste) arriviamo alla forcella (m 1785) attrezzata con tavolino in legno e panche e pannelli con spiegazioni (purtroppo rovinati), dove decidiamo di sostare per il pic-nic pranzo.

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Riprendiamo sul sentiero CAI 585 attorno al Col de la Besadora, questa volta si tratta di un bel sentiero nel bosco, dove Alice si diverte a trovare i segnali bianchi e rossi del CAI.

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Il sentiero ci porta alla strada bianca sul Col de la Grava (1857 m ) dove di apre una bellissima vista sul monte Pelmo.

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Da lì poi si scende e il panorama cambia ancora con vista sulla Moiazza e sul Civetta e percorso in bellissmo prato erboso, fino a trovare il bivio con la mulattiera che riporta alla malga.

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In totale un'ora e mezza comprese le soste di osservazione delle bimbe.

Qui sotto vi metto la mappa del percorso, una passeggiata adatta a tutti, con belle viste, in zone poco frequentate. E per stavolta una fascia sarebbe bastata! :-)

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La meta di vacanza che consiglierei e perchè

on Venerdì, 15 Giugno 2012. Posted in all'aperto

Il nostro viaggio in Irlanda

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Eccoci qua col secondo appuntamento della staffetta "Di blog in blog", che questa volta con un tema del tutto diverso, ovvero il viaggio che consiglierei, mi da l'opportunità di parlare del viaggio di nozze che ho fatto esattamente 5 anni fa.

Infatti due giorni dopo il matrimonio siamo partiti alla volta dell'Irlanda, un viaggio che consiglio a tutti, una verde terra molto accogliente e piacevole sia che si voglia stare in città, sia che si amino gli spazi aperti, ideale sia per gli amanti del mare che della montagna, da percorrere in auto, a piedi, in bici. Un posto dove u posto per dormire si trova con molta facilità, soprattutto nei B&B ma anche in alberghi, accoglienza famigliare e alla mano! Noi siamo stati veramente fortunati, infatti anzichè il classico tempo grigio e piovoso irlandese abbiamo trovato 10 giorni quasi tutti caldi e pieni di sole: mi sono addirittura scottata i piedi! :-)

Per farvi venire voglia con l'aiuto di quelche foto vi racconto il nostro itinerario e il modo din cui l'abbiamo svolto, un po' diverso rispetto al classico viaggio di nozze...

Siamo partiti da Dublino dove eravamo ospiti da parenti/amici e dove siamo rimasti un paio di giorni girandola a piedi.

Vi dirò che più che il famoso centro ho apprezzato la poco comusciuta parte nord, dove si possono ritrovare più facilmente situazioni di vita di tutti i giorni.

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Negli edifici mi sono divertita a ritrovare i vari modi interpretare i mattoni facciavista...

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Dopo un paio di giorni, zaini in spalla, abbiamo preso un autobus diretto a Galway, sulla costa ovest. Appena fuori città siamo accolti dal tipico paesaggio verde con animali al pascolo e fattorie, fino al mare.

Arrivati a Galway, il tempo di un panino e poi via a piedi a girare la città (e con l'occasione trovare un simpatico B&B per un paio di notti)

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Da lì eccoci arrivare con corriera e poi traghetto alle isole Aran, luogo fantastico che abbiamo girato in bicicletta (bici noleggiate sul posto) da un capo all'altro sotto un sole cocente.

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Incantati dal susseguirsi di paesaggi uno più affascinante dell'altro e dallo strano contrasto fra antichi edifici (case, chiese e torrette) e animali lasciati liberi di pascolare che spuntavano improvvisamente da dietro i muretti a secco in pietra.

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Impressionati dalle scogliere a picco sull'Atlantico

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ci concediamo una pausa merenda (e sidro) dietro ad un antico muretto

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per poi ripartire e completare il giro

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Ritornati in terra ferma riprendiamo il nostro itinerario con i mezzi pubblici (che in questa zona lasciano piuttosto a desiderare soprattutto in termini di puntualità e confort...) diretti un po' più a sud alle Rings of Moher, le note scogliere.

Qui decidiamo di fermarci in un paesino (in realtà poco più di un incrocio di strade, ma con ben 4 birrerie :-)) per un paio di giorni (Lisdoonvarna).

La nostra visita delle Rings è a piedi: percorriamo tutto il sentiero a picco sul mare da una torre all'altra, lasciando per fortuna la maggior parte dei turisti all'inizio del percorso. 

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Ci concediamo delle passeggiate nei dintorni di Doolin fra pascoli e muretti, lungo stradine deserte

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per poi partire verso sud, direzione penisola di Dingle dove troviamo un tipicissimo B&B con vista sulle mucche che ci svegliano la mattina

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Imbarazzo della scelta su come girare la penisola, decidiamo per un giorno a piedi dal porto 

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lungo la costa

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con sosta per un bagno nell'acqua fresca in questo angolo roccioso

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E un giorno in bicicletta (unico giorno con clima grigio e piovoso irlandese) fino alla punta di Dunquin

 

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Con delle accompagnatrici locali... :-)

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che ci portano fino a casa loro dove sfortunatamente foriamo 

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Risolto in problema con le tempistiche del luogo (qualche ora... ) salutiamo le amiche pecore e completiamo il nostro giro (passando per Slea Head)

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Da Dinglee ritorniamo a Dublino (col solito autobus)

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dove concludiamo il nostro giro!

Tutto questo giro è stato improvvisato, infatti non avevamo programmato nulla e avessimo avuto più tempo l'avremmo proseguito con la costa sud.

Fatto in questo modo, sfruttando i mezzi pubblici e dedidendo giorno per giorno se muoverci o fermarci, se andare a piedi o in bici, abbiamo avuto modo di entrare direttamente a contatto con la realtà locale.


Vi lascio alla lettura degli altri consigli di viaggio dei vari blog aderenti alla staffetta di questo mese. Eccoli qui di seguito:

 

staffetta blog

 

 

Bimbiuniverse - http://bimbiuniverse.blogspot.it

Casa Organizzata - www.4blog.info/casaorganizzata

simona elle - http://www.simonaelle.com/search/label/Staffetta%20tra%20blog

mammachetesta - http://www.mammachetesta.com/category/di-blog-in-blog/

Viaggi e Baci - http://viaggiebaci.wordpress.com

MAMMAMIACOSAFACCIO!? - http://mammamiacosafaccio.blogspot.it/

Mamma Studia! - http://mammastudia.blogspot.it/search/label/staffettadibloginblog

BabyGreen - http://www.babygreen.it/search/label/STAFFETTA

Il caffè delle mamme - http://www.ilcaffedellemamme.it/tag/di-blog-in-blog/

Il Blog della Simo http://simobre.wordpress.com/tag/dibloginblog

Priorità e Passioni http://prioritaepassioni.blogspot.it/

Mamme come me - http://www.mammecomeme.com/

Cuore di leonessa http://mogliefidanzatedelreggimentosanmarco.wordpress.com/category/di-blog-in-blog/

Simona Ortolan http://ilpampano-designbimbi.blogspot.it/

Palmy Mens sana - Learning is experience http://laproffa.blogspot.it/

Accidentaccio http://accidentaccio.blogspot.it/search/label/Di%20Blog%20in%20Blog

Angela Ercolano: http://supermamma.mammacheblog.com/

La Diva delle Curve http;//www.divadellecurve.com

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I colori dei miei viaggi

on Giovedì, 24 Maggio 2012. Posted in all'aperto

Quetso post nasce dall'idea lanciata da Viaggi e baci in seguito al suo primo articolo della staffetta "di blog in blog": "Bambini e colore". L'idea, che mi è piaciuta subito, è di abbinare ad un luogo un colore attraverso una foto che lo rappresenti, e di realizzare una sorta di cartina geografica dell'Italia colorata dalle foto dei partecipanti all'iniziativa. 

E' stato difficile scegliere i luoghi e le foto, selezionarne solo tre... ma alla fine ce l'ho fatta, ecco, allora, i miei tre luoghi, tre foto, tre colori. Tutte e tre le foto hanno in comune la presenza dell'acqua e delle montagne... filo conduttore dei nostri viaggi!

 

lerici

rosso fuoco: il tramonto a Lerici (La Spezia - Italia) novembre 2011 

Pochi intensi giorni nei quali ho conosciuto persone meravigliose.

 

alleghe

azzurro: ll lago di Alleghe (Belluno - Italia) e i suoi riflessi in una giornata autunnale (ottobre 2010)

Un luogo tranquillo in cui amiamo ritornare per rilassarci.

 

val venegia

verde brillante: i prati del Pian della Vezzena (Val Venegia - Parco di Paneveggio Pale di San Martino - Trento) in piena estate (luglio 2010)

La freschezza ristoratrice dell'acqua gelida in cui amo infilare i piedi dopo una lunga camminata!

 

El troi de le Berte

on Lunedì, 30 Aprile 2012. Posted in montagna

breve passeggiata montanara

El troi de le Berte

Metti un pomeriggio in montagna ( siamo in vacanza per week end a Voltago Agordino), la bimba più grande a letto col papà e la piccola che invece non vuole saperne di dormire. Guardi fuori dalla finestra e vedi le montagne che chiamano... è vero non c'è il sole, anzi potrebbe piovere da un momento all'altro... ma non importa!

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Basterà caricare Elena in spalla ben coperta dalla mia maglia gigante, mettere a tracolla la macchina fotografica, indossare gli scarponi e prendere un ombrello!

Eccoci pronte per una passeggiata per il paese.



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Decido di fare un giro ad anello prendendo la strada che porta al Sass de la Madona a Piandison con l'intenzione di svoltare prima dell'ultimo tornante per il sentiero che ritorna in paese e che è costeggiato dai pannelli del "troi de le berte" (il sentero dei racconti) e sbuca in via Struz.

Lungo il sentiero ci godiamo la primavera che comincia a farsi sentire attraverso il canto degli uccelli e i colori dei fiori. 

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Ogni tanto una sosta per rileggere alcuni dei pannelli con le storie della tradizione orale montanara

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con Elena che fa sentire la sua felicità brontolando in spalla... rompendo assieme al cinguettio il silenzio del bosco...

 

Verso il mare – breve trekking ligure

on Martedì, 08 Novembre 2011. Posted in mare

Nel nostro recente viaggetto in liguria eravamo ospiti di un bel B&B sulle montagne del Parco Naturale regionale di Montemarcello (La Spezia), zone fortunatamente non colpite dagli ultimi distruttivi eventi meteorologici… Non potevamo farci sfuggire la possibilità un breve trekking visto che l’attacco del sentiero era a pochi passi! Un percorso al rovescio per noi abituati a sopportare la fatica della salita in vista della meta per riposarci al ritorno: discesa di circa 300 m fino al paese di Tellaro (vicino a Lerici) e poi risalita con la pancia piena!

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Siamo partiti seguendo le ben fatte indicazioni del CAI Sarzana in discesa su sentiero nel bosco un po’ rovinato dal passaggio evidente dei cinghiali, raccogliendo corbezzoli e fermandosi a guardare capre e altri animali, fino a incontrare la strada in località Zanego, attraversata la quale si riprende il sentiero (stavolta il numero 3) che scende verso Tellaro.

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Percorso bellissimo con costante vista del mare che si avvicina a poco a poco, tra la terrazzamenti con ulivi e lecci tra i quali ad un tratto si comincia a scorgere il piccolo centro arroccato di Tellaro con il campanile della chiesa di San Giorgio e lontane le isole di Palmaria, Tino e Tinetto di fronte a Portovenere.

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Il sentiero si fa gradinata (raccomando scarpe con buona suola antiscivolo o scarponi… il ciotoli del sentiero sono lisci per via della frequentazione ed è molto facile scivolare) fino ad arrivare al paese.

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Una volta in paese non resta che perdersi per i viottoli e le scalinate fino a trovare il mare e le scogliere dove fermarsi per una breve merenda a base di focaccia!

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E a passo lento, pancia piena e bimbe addormentate in spalla non resta che risalire!
http://www.parcomagra.it/

Intervista doppia a una bimba intrepida e alla sua coraggiosa mamma

on Mercoledì, 02 Novembre 2011. Posted in montagna

Oggi ospito una cara amica Michela e sua figlia Angelica che ho intervistato virtualmente! Quando vedo le loro foto e sento raccontare le loro avventure resto colpita da un lato dallo stretto rapporto con l’ambiente in cui vivono e dall’altro dalla fiducia della mamma nella piccola anche quando la vede far cose che come mamme ci spaventano, intervenendo solo quando necessario.
La parola ad Angelica!

raccolta-noci-ottobre-2011-005

•Ciao Angelica, quanti anni hai?
Tre, così si fa…(prende la mano e nasconde due dita!)
• Dove abiti?
In M****** (nota di Michela: M****** è la località dove si trova la nostra casa)
• Hai un gatto?
Si, è Patus, guarda è qui (lo indica sul divano)…miagola sempre lui!
• Vai dai nonni ogni tanto? Cosa fai con i nonni? Ti piace?
Si dalla Nonna Luisa, anche dalla nonna Bruna (ndr: nonna materna) però, è bella la nonna Bruna, anche la nonna Luisa però, anche il nonno Chiarli (nonno paterno) è bello!
• Dal nonno ci sono degli alberi? Ti ricordi che alberi sono? Ti piacciono?
Si, di mele
• Cosa fa Patus sugli alberi? E tu?
Si arrampica, io mi arrampico…faccio così (tira su è giù mani e braccia e alza alternativamente le ginocchia)

•Ti diverti? E la mamma si diverte a vederti? E il nonno?
Si mi diverto, però piango (allarga le maninne) perché non posso andare più su e poi piangevo perché non riuscivo a scendere. Mi ha aiutato papà…la mamma non c’è, il nonno non c’è…
•Non hai paura di salire così in alto?
Eh no eh!( Gli occhi diventano grandi come palle da biliardo) C’è papà sotto!
angelica-estate-2011-027La parola a Michela
• Ciao Michela, quanto ha Angelica?
Angelica ha tre anni fatti a settembre
• Dove abitate? Da quanto?
Abitiamo in un paese di montagna della Carnia, in località M*****…lontana dal paese. Dal 2008 da quando è nata Angelica.
• Avete un gatto?
Si , si chiama Patus
• Porti Angelica dai nonniogni tanto? Cosa fa dal nonno? Le piace?

I nonni la vanno a prendere quasi tutti i giorni all’asilo (sono loro che vogliono andare), poi resta lì e gioca, colora, disegna, fa merenda, passeggia, rompe (e mangia) noci, cura gli uccellini del nonno, ascolta musica, suona la tromba del nonno, vanno a farsi un giretto in macchina a raccogliere frutta o a vedere i cavalli, le pecore e sopratutta la sua scultura in legno preferita: l’AQUILA…amore e “terrore” di Angelica
• Ci sono alberi dai nonni? Quali?
Si dai nonni ci sono alberi di mele e albicocche, però piccoli perché loro vivono in paese e hanno un giardinetto piccolo.
• Cosa fa Angelica su questi alberi?
Lei tenderebbe ad arrampicarsi, ma se è con me non se ne parla (troppe vertigini..io), quando è col papà si, alla grande!

angelica-4751

• Si diverte? E tu ti diverti? Sei mai salita su un albero?
Lei si diverte e andrebbe sempre più in alto …anche per fare come fa il gatto…così si arrabbia se non riesce ad andare dove va lui…poi a dire il vero ha qualche problema a scendere…e fa un po’ di fatica, qualche piantino…finché non arriva tra le braccia del papà..ma è una paura “dismentegona” come si dice…perché appena ha occasione di risalire…!
Io non mi diverto proprio…mi diverto solo a sapere che si diverte…per questo lascio che faccia…come quando, si è arrampicata sul quella ruota (non era piccola, era del PK!) o quando l’anno scorso a due anni (sempre per seguire il
Lui non è pauroso e sono felice quando assieme “vivono” queste “avventure”! Se io ho paura non è giusto che l’abbia anche lei…sarà lei a “scegliere”…se mi chiedessero “come vorresti che fosse
tua figlia?” io non avrei dubbi e risponderei: ”LIBERA!”.gatto) è salita da sola su una scala a pioli fino a tre metri…in queste occasioni c’è sempre il papà. Tu mi dicevi che ti piaceva come mi fido di lei…più che altro mi fido del papà. Io sono un paurosa di natura per queste cose…ho quasi paura a salire su una sedia…da piccola (6 anni) ho fatto 7,10 metri di volo…il destino è stato dalla mia parte, ma se prima di allora ero come Angelica e salivo dappertutto, compresi gli alberi, poi
sono cambiata “un po’”.
Intendiamoci in queste “avventure”… è sempre ben scortata!

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2 risposte a Intervista doppia a una bimba intrepida e alla sua coraggiosa mamma

•Romina
scrive: 2 novembre 2011 alle 15:02
Bella lei, assomiglia molto a me da piccola… Ne sa qualcosa la vecchia magnolia nel giardinop dei miei genitori... A me Tarzan ha sempre fatto un baffo! :-) e non sepre c'erano i miei a vigilare... ero moooltooo furbetta io!!!!
Rispondi
•daria
scrive: 2 novembre 2011 alle 15:30
Ma dai, Romina, non ti facevo scavezza-collo!Rispondi

Torta CoMe: com’é?

on Sabato, 22 Ottobre 2011. Posted in cucina

dariaE rieccoci fra i monti dove la voglia di qualcosa di dolce, caldino e coccoloso è superlativa visto lo sbalzo termico… ma haimè, il libro di ricette (ovvero l’insieme caotico di foglietti e blocchetti pieni
di appunti) è a casa, assieme alla maggior parte degli ingredienti…
Pazienza! La fantasia non manca e vediamo di arrangiarci con quello che troviamo!Nel cassetto in dispensa trovo un po’ di fecola e del cocco a scaglie, 3 mele mi guardano tristi e un po’ rangrinzite nel cestino… e allora sarà una torta Co(cco) e Me(le)! Come? Io l’ho preparata così e il risultato è stato soddisfacente!Per prima cosa ho sbucciato le mele e le ho tagliate a spicchi e bagnate con il succo di mezzo
limone e messo da parte.Poi ho mescolato 3 cucchiai di fecola, 4 cucchiai di cocco a scaglie, 4 cucchiai di zucchero di canna (qui in montagna avevo quello cristallino, ma ci avrei visto meglio quello integrale), 1 pizzico di sale, 5 cucchiai di farina tipo 2 (come? se la trovo in montagna? no, no, il sacco di faiìrina viaggia con me e la pasta madre! :-)) e una bustina di lievito per dolci( se lo avete meglio di cremor-tartaro).
Ho aggiunto agli ingredienti secchi 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e 150 ml di latte di soia, mescolando fino ad avere un composto piuttosto denso che ho distribuito in uno strato sottile su una teglia su cui avevo steso della carta forno. Poi con la solita aiutante ho distribuito sopra gli spicchi di mela a raggiera. Ho infornato in forno preriscaldato statico a 180° per 20-25 minuti.
Eccola qui!

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Jore: non contare i passi né le ore…

on Mercoledì, 19 Ottobre 2011. Posted in montagna

“Non contare le ore, conta i passi, se li dirigi in mezzo a questi sassi,
ma non contare i passi né le ore, se cerchi pace alla chiesa di Jore.”

Jore: non contare i passi né le ore…

on Mercoledì, 19 Ottobre 2011. Posted in montagna

“Non contare le ore, conta i passi, se li dirigi in mezzo a questi sassi,
ma non contare i passi né le ore, se cerchi pace alla chiesa di Jore.”
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Questa la frase sulla meridiana che accoglie chi arriva a Jore, per forza di cose a piedi, con desiderio di pace e tranquillità, senza fretta e con la lentezza tipica dei bambini che si soffermano attratti anche dalle cose più piccole.
Jore è una piccola località nei boschi ai piedi delle Cime D’Auta a 1556 m, accessibile solo a piedi dai paesini di Sappade o di Tegosa sopra Falcade (BL). Arrivarci è una bella e semplice passeggiata che si può fare anche in inverno con le ciaspe. Questa è stata la prima volta in 4!
Abbiamo deciso di salire da Sappade: lasciata la macchina nel parcheggio prima del centro del paesino, Elena e zaino in spalla e Alice a piedi, lo si attraversa godendo del bel paesaggio sul Mulaz e sul Focobon da una parte e sulla Civetta dall’altra, attenti anche ai bei palazzi e fienili ben recuperati.

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Alla fine del paese la strada si fa sentiero che sale ripidamente la dorsale del monte (sentiero n. 692 per Forca Rossa, indicazioni per Jore).

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La salita è tutta qua, poi il sentiero si appiana e si percorre senza alcuna fatica, cercando degli gnomi nascosti negli alberi…

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fino alla bella chiesetta dove un pic-nic al sole è d’obbligo!

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passeggiataUna risposta a Jore: non contare i passi né le ore…

•Marco
scrive: 19 ottobre 2011 alle 15:52

boni i panini! :-)
Rispondi

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