Non sono una grande amante dell'estate, spesso fa troppo caldo per i miei gusti, non sopporto l'afa che si crea dalle mie parti non appena c'è qualche giorno consecutivo di sole, scapperei appena possibile in montagna al fresco, lì si che mi piace l'estate. Quindi per me quest'anno è ideale, proprio perchè l'estate è strana, non fa il solito caldo eccezion fatta per qualche giorno sporadico. Una cosa però amo di questa stagione e in particolare di agosto, ovvero l'orto che vede in questo periodo il suo apice produttivo con una grandissima varietà di doni. Ogni occasione è buona per farci una passeggiata, spesso con Lorenzo in fascia con la scusa di assecondargli il sonno che in questo contesto non tarda ad arrivare. E ogni volta mi pervade un grande senso di gratitudine passeggiando in questa "selva" dove le piante di pomodoro sembrano ormai "alberi di pomodori" come li chiama Alice, alti più di 2 metri, non arrivo neppure a raccoglierne i frutti.
Una selva dove si mischia il viola delle melanzane, con il rosso di peperoni e peperoncini e pomodori e il giallo e arancione di nasturzi e tagete. In cui le foglie grandi e verde scuro della bieta, incontrano quelle di cavolo capucciochiare e mangiucchiate dalle lumache e quelle lunghe e affilate dei porri. Dove i cetrioli corrono per l'erba dei vialetti assieme alle zucchette decorative e all'unica anguria.