9 giugno 2014: Lorenzo
Lunedì mattina, ore 6.30, mi sveglio per l'ennesima volta come ogni notte da un po' di tempo a questa parte, per andare al bagno e mi accorgo di una perdita rossiccia... Torno a letto... dopo poco una contrazione mi risveglia, non sembra una delle solite preparatorie, mancano ancora 10 giorni alla data prevista, ma sono sempre stata convinta che anche questo bimbo sarebbe arrivato prima e quindi comincio a pensare che forse ci siamo... attendo. Altre contrazioni: memore della velocità con cui era nata Elena, decido di alzarmi e fare colazione in modo da controllare anche l'orologio, anche se sento che questo bimbo non ha l'indole selvaggia e irruenta della mia seconda piccola birba, quindi immagino che anche il passaggio al mondo fuori dalla pancia non sarà così "imprevedibile" come quello della sorella.
Preavviso Marco che oggi avremo visto finalmente il volto del nostro 3° bimbo e chiamo Barbara, la mia ostetrica, giusto per avvisarla che ci siamo, visto che ha un po' di strada da fare.
Marco ed Elena escono per portare Alice a scuola, io nel frattempo mi rilasso rinfrescando la Gilda e la Bianca e filtrando il kefir d'acqua. Le contrazioni continuano non eccessivamente fastidiose, Barbara si incammina: dopo la fantastica, ma non del tutto prevista, esperienza di hbac con Elena, davamo per scontato che questo sarebbe stato un parto in casa, ben organizzato stavolta.
Anche mentalmente ero pronta e serena vista la bellissima gravidanza libera da ansie e pensieri accompagnata da fantastiche sorelle di pancia che avevano seguito con me il percorso di accompagnamento alla nascita organizzato dall'ostetrica e da una bravissima insegnante di bio-danza.
Torna Marco, arriva anche la nonna per fare compagnia ad Elena, cominciamo a sistemare la stanza mentre le contrazioni si intensificano. Le vivo molto bene, anche questa volta fra una e l'altra dapprima sono tranquillissima, poi man mano che il travaglio procede negli intervalli mi addormento sulle spalle o tra le braccia di Marco. Reggo abbastanza bene anche se fa veramente molto caldo (sono i girni più caldi di giugno)... decidiamo per una doccia, siamo a 6 cm.
Dopo la doccia cominciamo a notare che ci sono delle perdite di sangue rosso vivo che non si fermano e che cominciano a preoccupare Barbara e poi anche me, il battito del bimbo è rgolare, ma temiamo un distacco parziale di placenta, perciò con grande rammarico decidiamo di spostarci in ospedale in modo da fare al più presto un'ecografia. Io in ambulanza (viaggio molto fastidioso), Marco e Barbara seguono in auto. Sono le 14.00 circa. Arrivo pallidissima in sala travaglio, fanno subito l'eco e verificano che per fortuna è tutto a posto. Nel frattempo sembra che la dilatazione sia avanzata, quasi completa. Chiedo che possa rimanere con me anche Barbara, oltre a Marco, la gentilissima ostetrica Irene del reparto acconsente. Mi lasciano liberissima anche di muovermi in tutte le posizioni che preferisco, pur non essendo cosa che si fa di prassi in questo ospedale... però non riesco a rilassarmi completamente, troppe cose mi girano per la testa: il ricordo del tc avvenuto proprio in questo ospedale, la delusione per il fatto di non essere a casa, troppa gente attorno che mi chiede carte e firme... Mi sembra di essere come bloccata, non sento più belle contrazioni efficaci, non sono più in quello stato di rilassatezza che mi fa quasi addormetare fra una contrazione e l'altra. Ci si sposta in sala parto, anche qui completa libertà di movimento e riesco a lasciarmi andare un po' di più anche grazie ai vocalizzi... Poi il tutto accellera, i ricordi si fanno meno precisi, si rompe il sacco e si spinge... Barbara sottolinea che la volta scorsa non avevo avuto lacerazioni e riusciamo ad evitare anche l'episiotomia. Ecco la testa! Poi le spalle e infine ecco Lorenzo che nasce urlando fortissimo! Ore 16.19: me lo passano subito, chiedo che non venga tagliato il cordone almeno finchè pulsa. Cerco di calmare questo bimbo arrabbiato... ma bellissimo! Aspettiamo il secondamento e poi siamo noi due pelle a pelle per due ore, il tempo di trovare il seno, coccolarci e parlarci con gli sguardi. Impossibile dimenticare questi occhi!
Chiedo che non vengano somministrate vitamina k e gocce negli occhi e torno in stanza sulle mie gambe accompagnata da Barbara. Torno alla realtà trovandomi in stanza con due cesarizzate, incredule nel vedermi in piedi e tranquilla. Qui comincia il lavoro mentale di rielaborazione dell'accaduto: è vero, non è stato il parto tanto atteso, ma ormai sono convinta che ogni cosa non avviene per caso e che questa esperienza si possa considerare un po' la chiusura di un cerchio. Mi ha permesso di fare pace con un mondo che continuavo a vedere con sospetto, di vedere che in 6 anni fortunatamente molte cose sono cambiate in positivo: il rooming-in ora è reale, non c'è più il nido, i bimbi restano sempre in stanza con la madre anche se si ha avuto un cesareo, il personale è formato sull'allattamento, presente in stanza, pronto a seguire le madri. Molte delle visite avvengono in stanza, non si fa uso di succhietti e la famosa giunta non viene proposta se non in casi estremi. Anche il contatto pelle a pelle per le due ore dopo il parto è stato una piacevole sorpresa.
D'altro canto per quanto riguarda il parto c'è ancora molta strada da fare. Io ho avuto un "trattamento" decisamente diverso da quello che avviene di routine in questo ospedale, soprattutto perchè ho chiesto sempre quello che volevo, o personalmente o col tramite di Barbara: ho chiesto di non stare sul letto, di muovermi, visto che essendo un vbac e volevano monitorarmi, che usassero quello senza cavo, in modo da potermi spostare a mio piacimento, di avere sia Marco che l'ostetrica con me. Ho chiesto di non avere l'episiotomia, che non venissero estratte le spalle del bimbo, che non fosse tagliato subito il cordone, che mi venisse dato subito in braccio. E ho ottenuto tutto... ho apprezzato molto la disponibilità, l'accoglienza e anche la curiosità con cui venivano accolte le richieste. Insomma spero che sia stata un'esperienza che ha mostrato che un parto diverso anche in ospedale è possibile.
E' stata un'occasione per parlare di parto in casa anche con i medici e gli altri operatori, oltre che con le compagne di stanza, di far capire che non si tratta di una scelta scriteriata, ma al contrario molto ragionata e ben seguita.
E' stata anche un'occasione per affrontare l'argomento del vbac ancora ritenuto da molti una scelta rischiosa.
Rientriamo anticipatamente a casa e finalmente riusciamo a metterci tranquilli, a riappropriarci dei nostri spazi, a vivere la nostra vita a 5.
Prima di salutarvi i doverosi ringraziamenti in primis a mio marito che mi ha sostenuto (letteralmente) prima facendomi vivere una bellissima gravidanza e poi durante tutto il travaglio e il parto e dopo seguendo la parte più noiosa delle scartoffie e occupandosi delle due birbe, poi alle due birbe in questione che non si aspettavano di dover passare un paio di notti senza la mamma prima di godersi il loro nuovo fratellino, ma che lo adorano e lo coccolano, alla grande Barbara che mi ha appoggiato e fatto da portavoce e alle amiche che mi sono venute a trovare a casa fornendomi cibarie nei primi giorni.
E se siete arrivati fino alla fine di questo post eterno, un ringraziamento speciale a tutti voi che mi leggete, che mi siete vicini sempre e che avete reso con i vostri messaggi qui, via mail, telefono, fb ancora più speciale questo periodo.
E infine grazie a Lorenzo che ci ha scelto come famiglia.
PS: per chi avesse voglia di approfondire il discorso del parto in casa vi lascio un paio di link agli articoli di due amiche blogger
- Tags: allattamento, bambini, gravidanza, nascita, parto, parto in casa, vbac
Commenti (37)
MARI
un abbraccio a tutti! :-*
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Daria
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Mammatrafficona
Grazie per il tuo racconto, davvero molto bello ed emozionante
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Daria
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Mammatrafficona
Anch'io la penso come te, che nulla accade per caso. Questa esperienza, che magari può sembrare negativa, in realtà tu sei riuscita a vederla per quella che è e renderla positiva. Non è facile, e credo che dietro ci sia stato da parte tua/vostra un gran lavoro di rielaborazione (anche perchè le rielaborazioni dei vissuti dei parti, a volte durano anni...!!).
Inoltre il tuo racconto è la dimostrazione che non tutti gli ospedali sono uguali, e a volte, ci può essere anche un'evoluzione positiva.
Ti ringrazio anche per questo. Auguri di buona vita alla vostra bellissima famiglia
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Daria
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EMANUELA
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Cristiana
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MICHELA
Vi abbraccio forte ( tutti e cinque )!!!!
Michela
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Federica Rossi
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Ilenia
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Caterina
capisco la difficoltà di accettare che le cose vadano diversamente da quanto immaginato, soprattutto in un evento così intimo, delicato e potente come il parto. Direi che sei riuscita a vivere al meglio questo imprevisto, ti ammiro moltissimo per questo.
Non sapevo avessi avuto un hbac, ma insomma in quanto a nascite hai davvero provato tante cose diverse, hai davvero chiuso un cerchio.
In fondo nascere come mamma (ogni volta, ad ogni figlio) mi sa che è proprio questo.
Grazie per la serena semplicità con cui riesci sempre a raccontare cose così importanti.
Un abbraccio a tutti e cinque e spero a prestissimo, davvero
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Daria
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eliana
"Secondo qualcuno le benedizioni sono soltanto parole. Ma figlia mia, per la tua speranza, la tua capacità di amare, il tuo desiderio di anima e spirito, la tua carica creativa, il tuo interesse e la tua curiosità di vivere pienamente la vita, questa benedizione per te non è fatta solo di parole. Questa benedizione è una profezia. QUANDO UNA VIVE PIENAMENTE, COSì FANNO ANCHE GLI ALTRI."
Un abbraccio alla famiglia intera!
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Daria
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Moira
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Daria
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Tiz
Hai approfittato del tuo secondo parto, come ho fatto io con i miei, per fare un po' di informazione, far conoscere una strada diversa alle tante mamme curiose e pronte a mettersi in discussione. Questa tua altra esperienza e, soprattutto, l'averla raccontata è ancora più preziosa perché fa capire benissimo che il parto a casa non è una scelta folle di incoscienti egoiste, ma qualcosa di ponderato e ragionato e che, al minimo sospetto che qualcosa non va ci si può tranquillamente spostare in ospedale. E che a rendere speciale l'incontro con i nostri piccoli è sì il luogo, ma non solo... conta quanto ci mettiamo in gioco, quanto ci siamo informate, chi scegliamo per starci accanto.
Grazie Daria per aver condiviso e felice vita a tutti e cinque!
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Daria
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Michela
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Serena di Enjoy Life
Hai ragione...spesso non si ottiene ciò che si vuole perchè non lo si chiede!
Comunque adesso le cose sono molto diverse e c'è una sensibilità diversa anche in ospedale.....io ho partorito 27 anni fa ed era un altro mondo!
Bellissimo il tuo Lorenzo e anche le tue bimbe :-)
Tanti auguri alla tua bella famiglia!
Serena
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Daria
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cristiana
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Marta
Io per il quarto avrei voluto anch'io fare il parto in casa, ma il marito non era molto tranquillo così abbiamo optato come sempre all'ospedale, ma ho avuto la fortuna di fare tutti i 4 parti in acqua e di andarmene dall'ospedale il giorno stesso. Ho partorito una volta alle 10.30 di mattino, uno alle 11.00, un'altro anche lui presto e l'ultimo alle 02.00 di notte, sono stata contenta anch'io di tornare in camera con le mie gambe e aspettare con ansia la buona uscita dal dottore per tornare fra le mura di casa:-))) Un caro abbraccio e spero di conoscervi un giorno :-)
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Daria
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erica-semplicementeoggi
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Daria
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sara
grazie per aver condiviso con noi il tuo racconto di quel giorno speciale!
mi hai fatto sobbollire la testa dei ricordi del mio parto, quasi due anni fa...
io sono una di quelle mamme "incoscenti" che decidono di partorire a casa anche quando da ore l'ostetrica dice: adesso andiamo in ospedale!
ma quella era un'altra storia...
l'importante è senz'altro mettersi in ascolto del proprio bimbo e del proprio sentire!
un abbraccione
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Daria
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fiore
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Daria
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Valentina
Siete davvero una bella bellissima famiglia! Tanti auguri di cuore!
Ma una curiosità: quindi la tua prima birba, Elena, è nata a casa "fuori programma"? Baci
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Daria
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Katia
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Daria
Un abbraccio!
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Paola
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Anna
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