in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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montagna

Malga ai lach

on Venerdì, 09 Agosto 2013. Posted in montagna

Malga ai lach

Visto che il sole scalda ancora molto e la voglia di fresco in montagna è alta, vi lascio un altro suggerimento per una passeggiata con i bimbi sempre in zona dolomitica, in Veneto stavolta, anche se sul confine col trentino. Anche stavolta vi propongo un giro ad anello adattissimo da fare con i piccoli. Si parte poco prima della Baita Flora Alpina che si raggiunge prendendo una strada a destra salendo verso il passo San Pellegrino e subito dopo il segnale del confine fra Veneto e Trentino. Si può parcheggiare in corrispondenza della stradina sterrata che si stacca sulla sinistra con indicazioni per la Malga ai Lach. C'è un comodo parcheggio, si infilano gli scarponi, ci si carica lo zaino e si parte nel bosco in leggerissima salita.

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La sterrata sbuca in Valfredda su un'altra sterrata che sale dalla Baita Flora Alpina e che unisce una serie di piccoli e incantevoli fienili.

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La si segue per un po' per poi lasciarla prendendo a destra un sentierino che passa sul torrente con le indicazioni per la malga.

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Si prosegue prima fra prati e poi in costa sul monte, sempre con salita non impegnativa e splendido panorama sulla Valfredda e su Cima Uomo e il passo San Pellegrino, l'Agner e le Pale di San Martino.

Il punto più alto (poco meno di 2000 m) è un passo dove si trova un bivio. Molto bella la vista, merita sicuramente una pausa (tra l'altro è zona con molti pini mughi e ci si può dedicare alla raccolta delle pignette verdi per fare lo sciroppo, sapete come si fa, no? sotto vi lascio le indicazioni...).

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Da lì il percorso scende nel bosco di larici fino alla malga. Noi abbiamo approfittato di un bel larice, appena sopra, per la nostra sosta pranzo...

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Passata la malga,

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sulla sua destra per chi arriva come noi da sopra, si prende un sentierino che scende appena lungo un piccolo torrente e poi prosegue con leggeri sali-scendi nel bosco. 

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Il sentiero sbuca sulla sterrata che risale alla baita Flora Alpina. Qui pensavo che Alice si sarebbe stancata, invece i bordi del sentiero erano stracolmi di fragoline che le hanno dato la carica e che anzi hanno fatto tornare a camminare Elena che da un po' stava in spalla...

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Passata la Baita si torna a riprendere l'auto poco distante.

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Sciroppo al mugo

E le pignette che abbiamo raccolto? Le prepariamo per farci lo sciroppo di mugo balsamico e ottimo in inverno per la tosse! Prima di tutto attenti a prendere le pigne giuste. Vanno prese quelle non secche, ancora integre e non aperte, verdi e ricche in resina. Quando siete a casa le disponete in un vasetto di vetro pulito e ci versate sopra dello zucchero (io uso quello di canna integrale) fino a coprirle del tutto. Chiudete il barattolo e lo mettete sulla finestra più soleggiata che avete esposto al sole. Il calore del sole scioglierà lo zucchero e gli darà l'aroma delle pigne. Ci vorranno parecchi giorni di esposizione, variabili in funzione dele temperature, voi lasciatelo finchè tutto lo zucchero non sarò ben sciolto e anche un po' di più. Poi filtrate il tutto e conservate in un vasetto. 

Visto la presenza della ricettina dell'ultimora questo post partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia"

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Passeggiata a Fuciade (con erba cipollina a sorpresa)

on Venerdì, 02 Agosto 2013. Posted in montagna, cucina

Passeggiata a Fuciade (con erba cipollina a sorpresa)

Oggi riprendo i miei racconti delle passeggiate montanare. In questo caso si tratta di un percorso molto semplice, praticamente senza dislivello (circa 100 m) fattibile da chiunque. Il percorso è tutto su comoda strada bianca e si arriva alla località di Fuciade dove si trova un rifugio - ristorante dotato di parco giochi solitamente molto apprezzato dai bimbi. Il panorama è fantastico, infatti domina la Val Boite con vista sul gruppo delle Pale di San Martino e Agner da una parte e Cima Uomo dall'altra. Ci troviamo in trentino ai confini col Veneto, si parte dal Passo San Pellegrino, in particolare si lascia la macchina presso il parcheggio del ristorante Miralago raggiungibile da una stradina che si stacca sulla destra poco prima del passo arrivando da Falcade.

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Vicino al parcheggio si trova subito il laghetto, di solito molto apprezzato dai piccoli. Quando ci siamo stati noi è pieno di una miriade di girini!

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Lasciato il laghetto si segue la sterrata che procede tranquilla con frequenti tavolini e punti panoramici nel bosco

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per poi arrivare ai prati di Fuciade con le casette - fienili di legno e pietra (come vedete qui Elena era in giornata decisamente pigra e se ne è stata nel mei tai per buona parte del percorso... spesso quello che per noi è un percorso semplice per i piccoli risulta noioso... :-) ).

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Arrivati a Fuciade per chi ha voglia di camminare c'è l'imbarazzo della scelta e si può proseguire verso il Passo delle Cirelle o verso la Forca Rossa (con bella vista sulla parete nord della Marmolada), nel nostro caso vista la giornata pigra abbiamo deciso di proseguire un po' e di fermarci a mangiare sui prati godendoci la vista.

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Al ritorno tappa obbligata al parco giochi con vista e successive altre soste ad ammirare farfalle colorate...

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fontanelle, un piccolo mulinetto in legno su un torrentello...

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e a raccogliere un po' di erba cipollina che con grande sorpresa ho scoperto crescere spontanea in quei prati!

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Con questa meraviglia di erba cipollina ci ho preparato delle fari-frittatine, ideali anche per farcire il panino da portare alla successiva escursione

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Vi lascio la ricettina velocissima!

Fari-frittatine all'erba cipollina

Ingredienti:

150 gr di farina di ceci biologica

300 ml di acqua

un bel mazzo di erba cipollina selvatica fresca

1 rametto di rosmarino

sale fino integrale qb

olio evo qb

pepe nero a piacere

Preparazione:

Versare un po' alla volta l'acqua sulla farina di ceci, mescolare in modo da eliminare i grumi di farina. Aggiungere il rametto di rosmarino e mettere a riposare per almeno un'ora meglio mezza giornata o una notte. Riprendere la pastella, togliere il rosmarino, mescolare, aggiungere il sale, l'olio, il pepe, e l'erba cipollina a pezzettini. Scaldare una padella antiaderente, quando è calda versare qualche cucchiaio della pastella in modo da avere uno spessore di pochi millimetri. Far cuocere e quando si staccherà dalla padella facilmente (ci vorrà qualche minuto), girarla dall'altro lato e far cuocere per un minuto. 

Potete servirla calda con della verdura fresca o tenerle da parte per farcire i panini per le gite accompagnandole con verdure crude o cotte.

Questa ricettina con l'erba cipollina partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia"

logofitoalimurgia

 

Laghi di Juribrutto

on Martedì, 23 Luglio 2013. Posted in montagna

Laghi di Juribrutto

Avevo promesso che vi avrei raccontato un po' delle nostre escursioni in montagna, eccomi dunque oggi a parlarvi di un bellissimo percorso ad anello all'interno del Parco Naturale di Paneveggio in trentino, ma ai confini col Veneto, fino ai laghi di Juribrutto. Adoro i percorsi ad anello che rendono la passeggiata meno noiosa per gli adulti, ma soprattutto per i bambini, però in questo caso avevo qualche dubbio sul fatto che saremo riusciti a fare il giro completo, perche tutto sommato il percorso non è brevissimo e anche il dislivello è un po' superiore ad ad altri giri che abbiamo fatto con Alice camminante. Nonostante tutto abbiamo voluto provare perchè sicuramente il paesaggio paga e lungo il cammino c'è la possibilità di fare begli incontri che sicuramente rendono il tutto piacevole anche ai più piccoli! Logicamente eravamo pronti ad interrompere o accorciare il nostro giro nel caso di manifestazioni di eccessiva stanchezza.

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Il percorso parte da Malga Valazza che si trova lungo la statale che scende dal passo Valles verso il passo Rolle, poco sotto il primo dei due passi. Si lascia l'auto nei pressi della malga e si prende il sentiero 631 per i laghi di Juribrutto. Il primo tratto del sentiero è nel bosco di larici, si parte già ad una buona quota (m 1935), punteggiato di cespugli di rododendro che abbiamo trovato alla massima fioritura!

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Si tratta di una vecchia mulattiera ben acciotolata, in salita ma con pendenza non troppo faticosa. Le bimbe si incamminano di buona lena, felici perchè hanno salutato le mucche... e presto hanno una bella sorpresa, ovvero un piccoo gregge di pecore nere che attavaersa il torrente e ci passa proprio davanti guardandoci curiosamente!

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Il sentiero continua piacevolmente guadando qualche piccolo torrente e tenedosi alla sinistra del Rif di Pradazzo,

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salendo velocemente fino a spianarsi alla fine del bosco donandoci una bellissima vista verso le Pale di San Martino e il Mulaz: posto ideale per una breve pausa!

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Riprendiamo il cammino in questo paesaggio rosa e grigio in cui le bimbe si divertono a saltare sui sassi, finchè il sentiero ricomincia a salire

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con tornanti veloci entrando nel parco di Paneveggio-Pale di San Martino dove protagoniste diventano le fioriture

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di genziana e altri fiori montani

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questi battezzati da Alice "Fiori d'oro", fino ad arrivare a quota 2335, dove abbiamo sostato per pranzare. Qui il panorama a 360° è fantastico! Il tutto è reso ancora più suggestivo dalla presenza di piccoli laghetti e torrentelli.

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A questo punto pensavamo che Alice fosse talmente stanca e soddisfatta da accontentarsi e voler tornare indietro da dove eravamo arrivati, invece ha prevalso la curiosità di vedere i laghi "veri", quelli grandi e quindi abbiamo proseguito in leggera discesa fino alla vista sui laghi!

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(Da qui in poi Elena ha proseguito in spalla, perchè era entrata piè pari in uno dei laghetti piccoli e le sue scarpe erano intrise d'acqua...)

A questo punto le alternative erano due: tornare da dove eravamo venuti o scendere al lago e rientrare per il sentiero 629 fino alla Malga Juribrutto e da lì alla Vallazza per il 623 (li vedete nell'estratto di cartina qui sopra). Presentate entrambe ad Alice, ha scelto di proseguire fino alla sponda del lago e poi per il sentiero più lungo, anche se tutto in discesa.

Lungo la discesa quest'anno si era formata questa meraviglia di cascata!

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ed eccoci finalmente a mettere i piedi nelle acque del lago e del Rio di Juribrutto che da lì ha origine.

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Pronti e si riparte! Lungo il sentiero adesso l'attrattiva di Alice diventano gli "ometti" in pietra che segnalano il sentiero e che lei si diverte a ricostruire se crollati...

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Si scende ritrovando il Rio e seguendolo, rientrando poi nel bosco, fino alla Malga Juribrutto

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Qui altra pausa merenda e bagno piedi prima dell'ultimo tratto quasi in piano che riporta alla Malga Valazza.

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Tempi: con Alice ed Elena entrambe camminanti nel primo tratto in salita, circa 400 m di dislivello, e varie soste ci abbiamo impiegato un paio d'ore. Il secondo tratto dopo la pausa pranzo, con solo Alice che cammianava a partire dal lago alla prima malga è stato di circa 1 ora e mezza e l'ultimo tratto fino all'auto una mezzora. Pausa pranzo di un'oretta e pausa lago di mezzora.

Le bimbe sono state mitiche e alla fine si sono guadagnate anche il diploma di escursionista esperta ed escursionista junior (preparato da me...)!

 

 

 

 

Cascate dell'inferno - percorso ad anello

on Martedì, 16 Luglio 2013. Posted in all'aperto, montagna

Cascate dell'inferno - percorso ad anello

Come promesso ritorno con qualche post montanaro... Vi avevo già parlato di questa bella escursione un paio di anni fa, quando ci eravamo recati alle cascate dell'inferno in Valle San Lucano con Elena che allora aveva sei mesi e Alice treenne, che ne era rimasta entusiasta essendo anche riuscita a fare da sola l'intero percorso in salita fino alla cascata principale. Quest'anno siamo tornati in questa bella valle e ci abbiamo portato gli amici della famiglia EquAzioni al completo. Quindi avevamo al seguito 4 bimbi, due di cinque anni e due di due. Inoltre stavolta abbiamo percorso l'intero anello.

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Per chi non fosse pratico della zona, siamo nelle Dolomiti Venete provincia di Belluno, si accede dalla statale agordina passato Agordo, proseguendo fino a Taibon Agordino e svoltando a sinistra seguendo le indicazioni per Valle di San Lucano. Si percorre in auto tutta la bellissima valle godendosi la vista delle pareti verticali delle Pale di San Lucano alla propria destra e del lato nord dell'Agner sulla sinistra. Alla fine della valle si passa il piccolo abitato di Col di Prà e si parcheggia passato il ponte di legno alla fine della strada.

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Da lì si prosegue a piedi sulla strada asfaltata e in corrispondenza del primo tornante si trova un masso con l'indicazione “cascata” da cui parte un sentiero (che vedete indicato nella cartina qui sopra con un tratteggio nero) che corre parallelamente al torrente Bordina. Il sentiero in salita non lunghissimo, ma molto panoramico permette di vedere le cascate grandi e piccole. Questa volta il tutto era particolarmente affascinante vista la portata d'acqua maggiore del torrente a seguito delle numerose piogge di quest'anno.

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Dopo un primo momento di “difficoltà” per il sentiero invaso dalle acque, il tutto è proseguito per il meglio, con i due “grandi” che facevano da apri-pista con l'entusiasmo degli esploratori e i piccoli per stavolta in spalla visto il tipo di sentiero per loro un po' troppo accidentato. Come sempre attenzione un po' maggiore nell'ultimo tratto con passaggio un po' esposto.

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Dopo la pausa a godersi lo spettacolo della cascata, abbiamo ripreso il cammino per il sentiero nel bosco che ci ha riportato alla “scorciatoia” (sentiero 761) che sale nel bosco, per poi congiungersi con la vecchia strada militare. In località Pont ci siamo fermati per la pausa pranzo sulle rive del torrente e con vista sulle cascate superiori. In totale sono circa 250 m di dislivello.

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Il rientro è avvenuto percorrendo per intero la strada sterrata ex-militare che riconduce a Col di Prà, stavolta anche i più piccoli hanno potuto camminare

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fino a crollare addormentati in spalla dopo una scorpacciata di fragoline di bosco.

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PS: tempi – con i bambini i tempi sono decisamente rallentati, noi di solito teniamo conto più o meno il doppio del tempo rispetto alla percorrenza senza bimbi. Per loro i tratti che a noi sembrano più difficili o faticosi, spesso sono i più interessanti, mentre quello che per noi risulta riposante, come una bella strada bianca in semi-piano risulta faticoso ovvero noioso: raccolta di fragoline o lamponi, osservazione degli alberi o della legna tagliata o di piccoli animali, ascolto dei suoni del bosco e racconti vari vengono in grande aiuto.

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Ecco qui per esempio un folletto nascosto nel legno...

Potete trovare utili informazioni per afforntare una escusione in montagna con i bimbi in questo articolo su GenitoriChannel e su Trekking con i bambini

Elena: 2 anni

on Giovedì, 17 Gennaio 2013. Posted in un po' di me, montagna

Elena: 2 anni

Qualche giorno fa abbiamo festeggiato il secondo compleanno della piccola Elena, colei per la seconda volta ha stravolto la mia vita, che mi meraviglia ogni giorno col suo caratterino determinato, con il suo atteggiamento convinto, il suo modo di fare timido e un po' vanitoso con chi conosce poco, che diventa pestifero e birbissimo in casa. Lei che sa essere tenerissima e riempire di baci, coccole e carezze me, Alice e il papà, ma che con la stessa tranquillità tira un morso se qualcosa non le va a genio, lei golosissima di cacao e cioccolata, lei che adora impastare e stare in cucina e si arrabbia se non la si lascia fare da sola... Con la sua grande voglia di indipendenza, che vuole andare al bagno da sola, vestirsi da sola, mettere le scarpe da sola... e soprattutto che ha voluto nascere “da sola” regalandomi il mio fantastico hbac* (parto naturale in casa dopo il cesareo).

Quest'anno ci siamo regalati tutti per l'occasione qualche giorno in montagna, quindi festeggiamenti tranquilli, semplici, intimi, ma secondo me speciali proprio per questo...

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Panorama imbiancato di fresco al risveglio

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Una corona per la festeggiata preparata da Alice

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Un biglietto di auguri dalla sorellona

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Passeggiata sopra e sotto la morbida neve

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Un fantastico regalo firmato EquAzioni

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Pizza (integrale) per cena

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Auguri mia dolce birba!

 

*in altre occasioni ho avuto modo di raccontarvi del mio vbac, una delle cose per le quali ho maggiormente “lottato” e che desideravo intensamente... purtroppo ancora molti ginecologi portano avanti la teoria per la quale dopo un primo cesareo si deve neccessariamente ricorrere ad un secondo cesareo nei successivi parti... nonostante le linee guida nazionali dicano che se la gravidanza è fisiologica è auspicabile un parto naturale. Invece io (e come me molte altre donne che si trovano e si sono trovate nella mia situazione) ho dovuto insistere e darmi da fare da sola per ottenerlo, cosa che sono riuscita a fare soprattutto grazie all'assistenza della mia ostetrica. Quindi approfitto dell'occasione per segnalarvi gli articoli di Genitori Channel sul vbac e l'iniziativa “Un sorriso sulla pancia” che intende sensibilizzare sull'argomento attraverso un video che raccoglie le foto di chi è riuscita ad averlo e di chi vorrebbe o ci ha provato, accompagnato dalle parole scritte da Francesca Raschiatore .  

DC-NEXT

on Martedì, 16 Ottobre 2012. Posted in montagna

DC-NEXT

A inizio mese siamo stati in montagna per qualche giorno e abbiamo avuto modo di visitare questa interessante mostra d'arte che si svolgeva a Taibon Agordino all'interno di una vecchia fabbrica in disuso: DC-Next, ovvero Dolomiti Contemporanee, una esposizione d'arte contemporanea, sul tema della montagna che è stata reinterpretata dai vari artisti espositori. E' stato un po' come tornare ai tempi dell'università quando visitare mostre d'arte e architettura era la norma... solo che adesso ero in compagnia delle due piccole birbe ed è stata decisamente una bella esperienza! Chi l'ha detto che non è possibile andar per mostre con i bambini e che loro non apprezzano?! Anzi! Si sono molto divertite e nei giorni successivi avrebbero voluto tornarci!

La cosa più bella di avere i bambini al seguito è la loro attenzione per tutto, lo sguardo curioso con cui si approcciano alle opere, il continuo chiedere delucidazioni: perchè ha disegnato questo? perchè ha costruito quello? Come ha fatto a fare quest'altro? Che cosa sono queste? 

E anche la voglia di partecipare fisicamente alla mostra (e questo è abbastanza fattibile con l'arte contemporanea), di toccare, ascoltare, muoversi dentro e con l'opera! 

Decisamente una bella esperienza!

Lascio alle foto il racconto anche visivo di alcune opere e della gioia e curiosità delle bimbe!

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Qui siamo in osservazione dell'opera "e l’uomo non è una felce" che "propone una riflessione sul ruolo dell’uomo rispetto alla natura, la quale è autosufficiente, e in ciò insufficiente".

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Questa è l'istallazione intitolata "Agner" (il monte che sovvrasta Taibon), la verticlaità della parete nord dell'Agner diventa una valanga orizzontale che esce dalla porta dello spazio espositivo invadendo il percorso antistante.

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Quest'opera ha decisamente colpito le bimbe: si sono arrampicate sul ponteggio, l'hanno percorso in lungo e in largo, si sono sedute sul tappeto guardando questa passeggiata e questo continuo montare e smontare la tenda. "Climbing Up The Walls" : "Il protagonista attraversa a piedi gli immensi prati, si ferma quando il paesaggio cambia attorno a lui e in queste pause provvede a montare e quindi a smontare la tenda che porta con sè. L’azione si ripete fino al tramonto e il personaggio esce di scena continuando il suo cammino nell’oscurità. L'intento era di rievocare contemporaneamente l’esperienza rituale dei pastori e il nomadismo dei viandanti che per secoli hanno attraversato le Dolomiti."

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La mostra è aperta fino a domenica prossima 21 ottobre: se siete in zona vi invito a farci un salto! e se avete bimbi portateli!

 

Gambe...

on Mercoledì, 29 Agosto 2012. Posted in montagna

Passeggiando in Cansiglio abbiamo incontrato questo personaggio ligneo seduto... :-)

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Magiche atmosfere sul Cansiglio

on Domenica, 26 Agosto 2012. Posted in montagna

Magiche atmosfere sul Cansiglio

La La zona delle montagne dell'Alpago ai confini fra Veneto e Friuli è sicuramente nei ricordi di molti piovesi che ci hanno passato piacevoli soggiorni in occasione di settimane verdi o bianche o di colonie estive da bambini e ragazzi nella casa che un tempo era di proprietà del Comune. Con piacere e con un po' di nostalgia abbiamo quindi deciso di fare una gita nel Cansiglio, bellissima foresta di faggi e all'altopiano del Pian Cavallo, dove abbiamo trovato refrigerio dalla calura che imperversava qui la settimana scorsa! 

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Siamo partiti senza una vera e proprio meta, ovvero con l'intenzione di fare una passeggiata, ma di decidere sul posto quale. L'ultimo ricordo del Cansiglio risaliva ad una decina di anni fa, passeggiata primaverile, o meglio invernale, a Marzo: la foresta era ancora coperta di neve, gli alberi con le loro corteccie chiare ancora spogli... anche quella volta non ricordo il giro che avevamo fatto, ma mi è rimasta impressa indelebilmente l'emozione di un incontro con un branco di cervi di passaggio che ci hanno attraversato il sentiero di corsa! 

Quindi arrivati in quota, ci siamo fermati al rifugio escursionistico Casa Vallorch dove abbiamo lasciato l'auto e da lì ci siamo incamminati verso il villaggio cimbro di Vallorch: poche case in legno con bel pergolato frontale alcune in ristrutturazione, begli orti...

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alla fine del villaggio una delle abitazioni attualmente è un bar-ristorante. Visto che ce la siamo presi comoda (come sempre l'andatura di Elena prevede numerose soste a mangiare lamponi e ad esaminare i sassi) e ormai la fame si fa sentire, decidiamo di pranzare lì, in quella atmosfera surreale con tavoli da ristorante apparecchiati in mezzo al bosco! 

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Da lì partono dei sentieri nel bosco

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fra cui decidiamo di percorrere quello diretto ad un altro villaggio cimbro "Le rotte". Il sentiero decisamente ben indicato, adattissimo ai bambini perchè privo di grossi dislivelli e tutto piacevolmente all'ombra dei grandi faggi!

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Eccoci a "Le rotte" con bella vista sul monte Cavallo

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e da lì ritorniamo Casa Vallorch completando l'anello!

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Al rientro decidiamo di percorrere tutto il Pian Cavallo 

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e di scendere da Tambre in modo da fermarci al Lago di Santa Croce: scartata l'opzione della sponda nord troppo affollata e al sole, decidiamo di scendere alla piccola Baia delle Sirene sul lato sud del lago, riparata e all'ombra e decisamente meno nota.

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Il luogo è bellissimo e affascinante, cattura noi e le bimbe che solo a sera e a malincuore ci rassegnamo a riprendere l'auto e tornare a valle!

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D'altronde come si fa a non innamorarsi di un paesaggio così!?

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Passeggiando: discorsi fra sorelle

on Domenica, 26 Agosto 2012. Posted in montagna

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Ieri pomeriggio siamo andati a cercare un po' di fresco nei monti Lessini orientali nell'alta valle del Chiampo fra le provincie di Vicenza e Verona. Niente di impegnativo, un falsopiano adatto a lasciar camminare anche i più piccoli. Così anche Elena era a piedi per alcuni tratti, alternando momenti di corsa a prolungate soste ad ispezionare i sassi o a chiedere che le raccogliessimo frutti di bosco.

In una di queste soste, per spronarla a riprendere il cammino, magari lasciando dov'erano un po' di sassi del sentiero, le dico: "Forza Elena, andiamo, ora! o vuoi rimanere qui?!"

Mi guarda sorridendo e asserisce con i suoi due soliti cenni con la testa di preferire rimanere sul posto...

Alice la guarda perplessa e le dice: "Ma Elena, a me piaci come sorella, mi piace giocare con te, non restare qua, vieni con noi!"

Elena riparte! 

Casera Marol

on Venerdì, 10 Agosto 2012. Posted in montagna

Come a casa...

Casera Marol

Stavolta vi voglio raccontare di un luogo decisamente fuori dai soliti affollati itinerari di montagna, quasi sconosciuto... un percorso nel quale è raro incontrare qualcuno che non sia del luogo. Questo posto l'abbiamo “scoperto” per caso nel 2003, il primo anno in cui siamo stati a Voltago, per precisione il 17 ottobre, quando ci siamo svegliati con un paesaggio assolutamente fuori dall'ordinario, ovvero alberi gialli d'autunno coperti di neve, una leggera coltre che si sarebbe sciolta nel corso della giornata. Mi ricordo che avevamo in previsione un'escursione delle “nostre”, quindi abbastanza impegnativa, ma vista la sorpresa mattutina abbiamo deciso di ripiegare su una tranquilla passeggiata con partenza da Rivamonte, nel bosco, diretti alla piccola località Lagon, qualche casa sul crinale, raggiungibile solo con strada sterrata. Arrivati lì abbiamo visto un cartellino con le indicazioni per “Casera Marol”, c'era neve, ma impronte di qualcuno passato prima di noi ci indicavano il sentiero. Abbiamo deciso di seguirle e così siamo arrivati a questa piccola casetta in legno in cima al colle Marol sopra Rivamonte. Affascinati da questo solitario luogo ci siamo tornati un altro paio di volte sempre in inverno con la neve e le ciaspe partendo anche da Forcella Aurine, ma ormai erano vari anni che non la raggiungevamo e soprattutto non ci eravamo mai stati con le bimbe...

Decidiamo di partire da Forcella Aurine, salire per il sentiero meno ripido e scendere per la scorciatoia. Il percorso non ha difficoltà, si svolge tutto nel bosco per sentiero o strada bianca sterrata, non ci sono grossi dislivelli, però è pur sempre più di un ora di cammino (all'andata) e temevamo che Alice si sarebbe stancata... invece la presenza di tantissime fragoline di bosco l'ha tenuta impegnata!

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e non solo lei! anche Elena dalla fascia tendeva le sue manine per abbuffarsi dei piccoli e dolcissimi frutti!

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E finalmente con la pancia piena di fragoline giungiamo alla Casera, una piccola casetta – bivacco attrezzata con tavolo, panche, cucina economica e lavello, dove trovare rifugio o semplicemente riposare.

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Numerosi tavolini nel prato e al limitare del bosco per piacevoli pic-nic. Entriamo, Alice si sente subito a casa, si toglie le scarpe, sfogliamo il libro delle presenze e scriviamo due righe per ricordare il nostro passaggio.

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Le bimbe trovano delle scopine e si mettono a far pulizia, dentro e fuori. Pranziamo, il tempo di raccogliere ancora qualche altra fragola e si torna che in lontananza si sentono dei tuoni. Gran bella giornata!

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Passo di luna

on Lunedì, 06 Agosto 2012. Posted in montagna

Passo di luna

Questa è una bella passeggiata che, ai tempi in cui non avevamo le bimbe e fare 1000 m di dislivello era una sciocchezza, percorravamo in poco più di mezz'ora come itinerario "riposante" dopo una lunga escursione (da fare in mattinata o in poche ore libere al pomeriggio) oppure come parte di un'escursione al rifugio Scarpa.

Adesso con le due bimbe al seguito, di cui una sicuramente in spalla e l'altra a tratti, ci si accontenta di arrivare lì, dopo poco più di 400 metri di dislivello, il passo di Luna diventa la nostra meta!

Lasciamo la macchina a Forcelle Aurine (sulla statale fra Frassenè e Gosaldo), 1300 m, partiamo, Elena sulle mie spalle, Alice sulle sue gambe, zaino in spalla a Marco.

All'inizio riusciamo a tenere la mente di Alice occupata con segnaletica CAI, funghi, fiori, panorama sulla pista da sci e sulle vette, ma dopo un'erta salita la stanchezza ha il sopravvento e cominciano le richieste di trasporto.

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Alternando brevi tratti in spalla a Marco, corse fra le radici, canti e filastrocche a qualche lamentela, stremati dalla contemporanea presenza di Elena che si agitava sulle mie spalle nel tentativo di raccogliere erbe, fiori, eventuali frutti di bosco e toccare muschio, corteccie e licheni, finalmente siamo giunti al passo con bella vista da un lato verso Sant'Andrea di Gosaldo, il Piz Sagron, la valle del Mis e dall'altro verso il rifugio Scarpa e l'Agner (come accade spesso coperto da un nuvolone grigio minaccioso), il gruppo del San Sebastiano-Tamer e la Civetta.

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Il rifugio ci accontentiamo di vederlo da lontano...

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la gioia delle bimbe nel godere di questo bellissimo luogo è impagabile!

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Cascata delle Comelle

on Sabato, 28 Luglio 2012. Posted in montagna

Cascata delle Comelle

Anche quest'anno lascio alla piccola Alice e alle foto il compito di raccontare l'escursione che è le è piaciuta di più fra quelle fatte finora. E così dopo la passeggiata al rifugio Carestiato dell'anno scorso, eccovi il racconto dell'escursione alla cascata delle Comelle in Val Gares. Si parte da Gares, frazione di Canale d'Agordo, circa 1300 m, bel paesino, lo stesso da cui si parte per Malga Stia.

 

Anche oggi mamma e papà hanno voglia di camminare e mi dicono che andremo in un posto che mi piacerà molto dove siamo già stati quando io ero piccola e mi portavano nel mai tai ed Elena era nella pancia, a vedere una cascata. Bene, sono d'accordo, penso che mi piacerà.

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La mamma mi spiega che dobbiamo seguire il sentiero con le bandierine bianche e rosse disegnate sulle rocce (ndr: i segnavia CAI), mi piace fare a gara a cercarli e mi piace anche camminare con tutte ste fragoline da raccogliere e mangiare, le scalette fatte dalle radici o di legno da salire, le tane degli animali fra le rocce. E' faticoso salire, ma mi diverto.

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Ad un certo punto sento il rumore come di un torrente e dopo poco vedo la cascata, con l'acqua che scende dall'alto.

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C'è un ponte di legno che attraversa il torrente. Decidiamo di fermarci qui vicino alla cascata a fare il pic-nic, così poi possiamo giocare nell'acqua.

A me e Elena la cascata fa un po' impressione da vicino, invece il torrente ci piace e mentre la mamma fa le foto, noi giochiamo.

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Una farfalla nera e rossa decide di stare con noi, mi segue dappertutto e mi si posa sulle code in testa.

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E' ora di ripartire, adesso il sentiero è tutto in discesa, con tante scalette. Sono un po' stanca e decido di riposare un po' in spalla al papà. Arrivati in valle scendo, anche perchè è ora di rinfrescarsi i piedi nel torrente. Faccio qualche traversata con i piedi nell'acqua con la mamma... peccato che è già ora di andare via...

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Sono stanca... per fortuna siamo quasi alla macchina! Finalmente si dorme!

 

Note tecniche:

Il percorso è ad anello con un dislivello modesto di circa 170 m, con partenza da quota 1380 (Gares), arrivo alla Cascata a quota 1500, rientro per il rif. Capanna Comelle (m. 1330) e risalita al paese di Gares.

I nostri tempi con le due bimbe sono stati:

  • Gares – cascata per sentiero n. 704: 1 ora

  • cascata – rif. Capanna Comelle: 35 minuti

  • rif. Comelle – Gares: 20 minuti

    • La cascata è spettacolare!

Ritorno al Castello di Andraz - interno e percorso ad anello

on Martedì, 24 Luglio 2012. Posted in montagna

... e l'utilità della fascia

Ritorno al Castello di Andraz - interno e percorso ad anello

A vedere questo bellissimo castello con la sua ubicazione su una roccia c'eravamo già stati l'anno scorso, quando però, era visitabile solo all'esterno visto che i lavori di ristrutturazione interna non erano ancora stati completati. Quando qualche mese fa abbiamo avuto notizia che i lavori erano finiti ci eravamo riproposti di tornare per vedere anche l'interno, visto che tra l'altro ad Alice era piaciuta molto la visita.

Quindi rieccoci al Castello di Andraz, località Castello, lasciamo la macchina nel parcheggio nei pressi della malga e con una breve passeggiata arriviamo al castello e fatti i biglietti cominciamo a salire le scalette in ferro che portano al suo interno arrampicandosi sul grande masso roccioso su cui è costruito. Restauro spettacolare, molto bene fatto. Il castello era come una piccola città autosufficiente con cantine, cucine, magazzini, sale pranzo, soggiorni, prigioni, chiesa...

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Alice si gode la visita, correndo per le stanze, fermandosi a guardare dalle finestrelle strombate, osservando i reperti della vita quotidiana di un tempo (chiavi, anelli, collane, spilli, piatti, bicchieri, monete...) e chiedendomi cosa si faceva nelle varie stanze.

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Anche Elena sulla mia schiena, in fascia, è felice, curiosa e soddisfatta delle cose che vede.

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Grazie alla fascia ho le mani libere per aiutare Alice nei punti dove le scalette più ripide o per scattare foto. 

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Le cose che hanno colpito di più Alice sono state:

  • i water con foro diretto sull'esterno, con salto di 30 m direttamente sul torrente sottostante (uno per piano ben allineati). "Ma allora anche una volta facevano la cacca!" se ne è uscita... (:-))

  • il lavandino – secchiaio che funzonava allo stesso modo del wc con scarico diretto all'esterno

  • la grande canna fumaria delle cucine

  • la stanza segreta a cui un tempo si accedeva da una botola, con le pareti coperte di scritte

  • la passeggiata in copertura dove anche Elena ha voluto fare qualche corsetta

  • i nidi fatti dagli uccellini nei buchi fra i massi delle mura del castello, di cui uno anche con le uova all'interno.

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Ci attardiamo a visitare bene tutte le stanze e usciamo all'ora di pranzo, decidiamo per un pic-nic sul posto usufruendo dei tavolini posti lì attorno.

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Per il rientro decidiamo di seguire il sentiero che passa di fianco al castello, segue il bel torrente, lo supera più in valle e risale alla malga dove abbiamo lasciato la macchina.

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Bella passeggiata, gradita anche dalle bimbe (peccato per lo scivolone di Alice). Un po' di attenzione poco dopo il ponte sul torrente in quanto spariscono i segnali cai e il sentiero principale si perde nel bosco, bisogna prendere il sentierino che sale verso un vecchio fienile.

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In giornate di questo tipo l'uso della fascia per portare Elena è indipsensabile a mio avviso, infatti la visita al museo fatto tutto di scalette ripide sarebbe impensabile col passeggino e pericolosa portando in braccio. Uno zaino "classico" da trekking per bambini risulterebbe decisamente ingombrante, invece con la fascia si riesce a far godere la visita anche ai più piccoli senza pericoli. Inoltre la fascia consente di poter tranquillamente decidere di cambiare programma e fare passeggiate non previste decidendo sul posto. Approfitto quindi di questo articolo per segnalarvi la terza edizione del concorso fotografico Equazioni "Portare i bambini in vacanza 3", dedicato tutto al portare in vacanza con fasce, mei tai e simili. Io sicuramente parteciperò anche quest'anno e non solo per i bellissimi premi!

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Qui potete leggere il mio articolo dell'anno scorso sulla nostra esperienza di portare in vacanza.

Qui la mia foto che era arrivata in finale l'anno scorso.

Qui le finaliste dell'anno scorso.

PS: potete trovare il racconto della nostra prima visita ad Andraz e di altre bellissime escursioni con bimbi al seguito sul sito Trekking con i bimbi.

Ai piedi del Civetta: Forcella La Grava

on Martedì, 17 Luglio 2012. Posted in montagna

Ai piedi del Civetta: Forcella La Grava

Rieccoci finalmente in vacanza, finalmente al fresco, finalmente fra i monti, finalmente a passeggiare. Bimbe cresciute e nuovi assetti per le nostre irrinunciabili escursioni: una passione questa che nel tempo si è adeguata alla presenza di una e poi due bimbe e al variare della loro età. Elena con i suoi quasi 18 mesi e quasi 12 kg va portata sulla schiena (con poche eccezioni), Alice a 4 anni potrebbe camminare quasi sempre sulle sue gambe, ma quando è stanca reclama ancora le spalle (del papà perchè per me è ormai troppo pesante da trasportare). Quindi solitamente ci portiamo dietro due fasce, la lunga elastica e la lunga in canapa e il mei-tai a fasce larghe e decidiamo sul posto quale supporto usare per le due bimbe, o meglio in quale infilare fin da subito Elena e quale portare con noi per Alice. E poi c'è l'immancabile zaino stracarico fra cibo, cambio magliette e calzini, k-way per la pioggia sempre in agguato, piccolo pronto soccorso e cambi (di lavabili) per Elena (che nonostante in casa sia quasi spannolinata non ci si fida ancora a portare in giro senza pannolo).

Il filo conduttore delle escursioni di quest'anno è: percorso vario e non monotono senza eccessivi dislivelli, preferibilimente ad anello. Questo per fare in modo di non annoiare Alice e di evitare le sue richieste di essere trasportata.

La prima passeggiata di quest'anno è appunto un percorso ad anello che parte da Malga La Grava, ai piedi del Monte Moiazza (gruppo del Civetta), dolomiti bellunesi, val Zoldana, dove eravamo stati per la prima volta l'anno scorso e ritorna alla stessa passando per forcella La Grava.

Abbiamo lasciato la macchina nei pressi della malga, alla quale si accede da una stradina che si stacca dalla strada che porta al passo Duran.

Lasciata la macchina si parte in direzione della forcella, ben visibile.

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Il dislivello è di 150-200 m su comoda mulattiera, sentiero 557. Alice cammina volentieri, Elena osserva comodamente dalle mie spalle sulla fascia.

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Lungo il percorso si incrociano gli animali della malga, tutti al pascolo libero, spesso intere famiglie con cuccioli al seguito, cosa che non può non interessare le bimbe.

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Logicamente c'è chi viene ispirato dalla vista del piccolo asinello che poppa... quindi siamo obbligati ad una breve pausa allattamento in posizione panoramica...

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In breve (un'ora in totale, comprese soste) arriviamo alla forcella (m 1785) attrezzata con tavolino in legno e panche e pannelli con spiegazioni (purtroppo rovinati), dove decidiamo di sostare per il pic-nic pranzo.

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Riprendiamo sul sentiero CAI 585 attorno al Col de la Besadora, questa volta si tratta di un bel sentiero nel bosco, dove Alice si diverte a trovare i segnali bianchi e rossi del CAI.

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Il sentiero ci porta alla strada bianca sul Col de la Grava (1857 m ) dove di apre una bellissima vista sul monte Pelmo.

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Da lì poi si scende e il panorama cambia ancora con vista sulla Moiazza e sul Civetta e percorso in bellissmo prato erboso, fino a trovare il bivio con la mulattiera che riporta alla malga.

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In totale un'ora e mezza comprese le soste di osservazione delle bimbe.

Qui sotto vi metto la mappa del percorso, una passeggiata adatta a tutti, con belle viste, in zone poco frequentate. E per stavolta una fascia sarebbe bastata! :-)

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I cadini del Brenton

on Giovedì, 24 Maggio 2012. Posted in montagna

Parco naturale delle Dolomiti bellunesi

I cadini del Brenton

Chiamarlo trekking è sicuramente eccessivo, si tratta di una bella passeggiata nel Parco delle Dolomiti bellunesi, che abbiamo rifatto nei giorni scorsi con le bimbe. Un luogo sconosciuto ai più, ma affascinante, un angolo stupendo vicino a casa, con colori che rimandano a luoghi tropicali lontani: acque limpide e trasparenti turchesi e verdi. Il percorso molto semplice parte nei pressi del Lago del Mis, dove si lascia la macchina in corrispondenza dell'area ristoro del parco e si segue il sentiero che entra nel bosco con le indicazioni per "Cadini del Brenton". In una decina di minuti si arriva nei pressi del torrente Brenton e dei suoi "cadini", ovvero catini scavati nella roccia bianca ad opera dell'erosione dell'acqua, collegati da una serie di cascate naturali. La cosa è ben spiegata sul luogo da un pannello illustrativo, e la potete vedere anche qui, sul sito del parco delle Dolomiti bellunesi, dove trovate tutti i dettagli del percorso.

Per le bimbe è stata una passeggiata emozionante sotto tutti gli aspetti, Alice l'ha percorsa tutta a piedi ed Elena in spalla.

Avete voglia di accompagnarci nella nostra passeggiata?

Eccoci qua lungo il sentiero nel bosco:

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che porta fino ai cadini, da cui con scalette e ponti si possono ammirare i vari salti d'acqua, in un percorso ad anello.

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Alice col papà si è divertita a camminare sui gradoni di roccia

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Elena a lanciare sassolini nell'acqua (sempre sulle mie spalle...)

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Al ritorno ci siamo fermati a fare merenda nel piccolo orto botanico

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dove le birbe si sono finalmente riposate...

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