in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Articoli taggati con: autoproduzione

Pan-mela

on Lunedì, 14 Novembre 2011. Posted in cucina

2011 1103007-ritCon l’arrivo della cassetta piena di mele del Parco delle Dolomiti Bellunesi ordinate col gas si moltiplicano le ricette che ne prevedono l’utilizzo, e dopo i primi giorni in cui vengono consumate esclusivamente tal quali o al massimo cotte, cominciano le torte di mele, le marmellate di mele, il risotto di mele, mele grattugiate e stavolta ho sperimentato il pan-mela, con l’idea di ottenere un pane dolce e morbido per la colazione. 

Per questa volta ho avuto la collaborazione dell’apprendista assistente in erba che ha seguito le fasi dall’alto (neanche tanto…) della mia schiena!
Come sempre ho preso la pasta madre rinfrescata da 6-8 ore, circa 200 gr, ho aggiunto solo 150 ml di acqua anziché i soliti 300 ml, a seguire come sempre 1 cucchiaino raso di sale integrale e 2 cucchiaini di malto di riso e mescolato. Ho grattugiato 2 mele Primera rosse (sono simili alle Gala) e ho versato nell’impasto sia la polpa che il succo e amalgamato il tutto.
A questo punto ho aggiunto circa 400 gr di farina tipo 2, fino ad ottenere un impasto ancora molto morbido e appiccicoso, piuttosto idratato che ho rimesso a lievitare in frigo visto che non ero sicura di poter seguire la lievitazione dovendo muovermi. In effetti il pane è rimasto solo soletto a lievitare lentamente in frigo fino alla mattina dopo, quando aprendo il frigo per prendere il succo per la colazione me ne sono ricordata!
Quindi dopo 12 ore (penso) di frigo ho ripreso l’impasto, l’ho sgonfiato, volevo aggiungerci uvetta, ma mi sono accorta che l’avevo finita e allora ho versato tutto questo impasto informe in una teglia da plumcake e l’ho lasciato a lievitare per un’oretta, passata la quale ho acceso il forno a 220°. Nel
frattempo ho spennellato la superficie di malto e acqua (li avevo mescolati in una tazzina) e a forno caldo ho infornato per 10 minuti a 220° e a seguire 40 minuti a 180°. Ne è risultato un pane ben lievitato, morbido e umidino, dolce ma non troppo, ideale per colazione da solo o con un po’ di marmellata.

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Una risposta a Pan-mela
•patespery scrive:
14 novembre 2011 alle 20:34
Questo pane ci attizza particolarmente,ma la foto con il tuo assistente è troppo simpatica!!però anche la tua bimba non è da meno nel darsi da fare ai fornelli!ciao e buona serata!
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San Martino e i biscotti-cavallini di Alice

on Venerdì, 11 Novembre 2011. Posted in cucina

Oggi è San Martino, qui da noi è festa grande, c’è la fiera, le scuole sono chiuse e si passa la giornata in giro per il centro fra bancarelle e giostre. Un appuntamento imperdibile e che fin da bambini si aspetta con ansia… Nell’aria si respira un’aria di festa, le giornate sono ancora tiepide (è l’estate di San Martino – e in effetti il sole è tornato a brillare in questi giorni anche se in realtà quest’anno il ghiaccio non l’abbiamo ancora visto…). Per l’occasione in commercio si trova un dolcetto-biscotto, il cavallo di san Martino, appunto, ricoperto di caramelle e cioccolatini vari. Noi abbiamo pensato di regalare ai piccoli amici di Alice un cavallino di San Martino autoprodotto, senza dolciumi, con una ricetta speciale che Alice stessa ha inventato l’anno scorso, passandomi a sua scelta gli ingredienti. Purtroppo però non avevamo la formina per il cavallo e quindi abbiamo optato per modificare manualmente la formina renna che usiamo a Natale. Ecco quindi i biscotti-cavallini di Alice !

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Ricetta per 12 cavallini circa (senza cavaliere nel nostro caso…):
5 cucchiai colmi di farina tipo 2
2 cucchiai colmi di farina di mandorle
3 cucchiai di zucchero di canna integrale grezzo (tipo muscobado)2 cucchiai colmi di cocco in scaglie
3 cucchiai di olio di semi di girasole spremuto a freddo
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaio di aceto di mele
latte di miglio quanto basta
Mescoliamo gli ingredienti secchi, aggiungiamo l’olio, l’aceto e latte quanto basta per avere una palla liscia.
Accendiamo il forno a 180°, prepariamo la teglia con la carta forno, mettiamo un bel po’ di farina sulla spianatoia e stendiamo la pasta aiutandoci con la farina. Ritagliamo le nostre renne e le trasformiamo in cavallini togliendo le corna e mettendo la coda. Le disponiamo sulla teglia e inforniamo per 12 minuti. Quando escono sono morbidini, dopo un paio di minuti si seccano. Io li conservo in una scatola di latta, durano vari giorni se non siete golosi o se volete regalarli!
Buon san Martino!

 

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4 risposte a San Martino e i biscotti-cavallini di Alice
•Francesca scrive:
11 novembre 2011 alle 15:37
Bellissimi e dolcissimi …………. resi così dolci dalle mani di Alice!!E allora Buon San Martinop.s. Il mio paesino della montagna si chiama S. Martino!!

•FRANCESCA EQUAZIONI scrive:
12 novembre 2011 alle 15:06
….ultimamente mi sembra di vivere su un altro pianeta….ma dove lo trovate il tempo?
spacci anche quello?? ;D
•daria
scrive: 12 novembre 2011 alle 15:28
Magari potessi spacciare anche il tempo! In realtà per cucinare con Alice il tempo lo trovo sempre è per lavorare che manca! :-)

•RAFFAELLA
scrive: 14 novembre 2011 alle 09:08
CHE BELLO METTERE TUTTO IN SECONDO PIANO PER I FIGLI!COMPLIMENTI
DARIA

Corbezzoli!

on Mercoledì, 09 Novembre 2011. Posted in cucina

No, non si tratta di una semplice esclamazione e nemmeno di un frutto che si ritrova solo nelle favole! Sono dei piccoli frutti autunnali rossi e tondi che avevo già trovato nelle nostre passeggiate nei colli Euganei e che ho avuto il piacere di incontrare in copiose quantità anche in liguria. Stavo già pensando di raccoglierne un bel po’ da portare a casa, quando la signora che ci ospitava mi ha invitato a farlo sottolineando: “Ci puoi anche fare la marmellata!”

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La sfida era accolta! Quindi prima di partire eccoci tutti attorno ai cespugli a raccogliere una bella borsa piena di frutti rossi da portare a casa…
Ma una volta a casa i dubbi cominciano ad assalirmi… non saranno da eliminare tutti questi semini che riempiono i frutti? e come? Una ricerca in rete mi conferma che in effetti prima vanno tolti i semi… l’impresa si presenta più ardua del previsto!

2011 1103012

Quindi ho selezionato i frutti tenendo solo quelli più maturi, li ho messi in pentola con acqua a filo e li ho fatti bollire per 15-20, tempo nel quale si sono sfatti completamente rilasciando un dolce e buon profumo per tutta la casa. Un assaggio alla poltiglia mi ha confermato che i semini erano veramente tanti! A questo punto per eliminarli ho passato il tutto su un colino a maglia fitta, schiacciando bene con una forchetta in modo da estrarre il succo e la polpa e trattenere i semini: operazione che necessita di una buona dose di pazienza!
Fatto questo ho aggiunto il succo di mezzo limone, 3 cucchiai di zucchero di canna e rimesso a bollire. Secondo la ricetta bastavano 15-20 minuti in realtà mi sono ritrovata con un bel succo e polpa di corbezzolo che di addensare non ne voleva sapere, a questo punto senza lasciarmi scoraggiare, ho pensato di aggiungere un cucchiaino di agar-agar (alga addensante) e una volta invasati e raffreddati il tutto si è addensato! Non ci resta che assaggiare!
Ed eccola qui la nostra fetta di pane con marmellata di corbezzoli… effettivamente ne è valsa la pena: deliziosa, non troppo dolce, un po’ rustica!

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marmellata2 risposte a
Corbezzoli!•Arianna
scrive: 9 novembre 2011 alle 18:53
Daria, splendida ricetta! Da provare assolutamente!! In negozio la vendo fatta da una ditta del centro sardegna. Ti dico gli ingredienti che usano loro, se vorrai riprovarla ancora!
Corbezzoli e zucchero, limone e Mele, come addensante! un abbraccio!Rispondi
•daria
scrive: 9 novembre 2011 alle 21:18
Grazie Arianna, in effetti le mele come addensante non mi erano venute in mente! Chissà se avrò modo di trovarne ancora la ripeterò aggiungendo una mela (grattuggiata?) intanto prenderò una pianta di corbezzoli per il giardino! :-)
Rispondi

La pasta che? Vi invito al Pasta Madre Day

on Lunedì, 07 Novembre 2011. Posted in cucina

volantino-pmd1-215x300Ma perché la usi la pasta madre? La pasta … che? Ah… come mia nonna! Ma chi te lo fa fare? Ma dove la compri? Ma come si usa? Ma devi essere sempre a casa! E quando vai in vacanza?
Queste alcune delle più frequenti domande che mi sento rivolgere da chi scopre come mi faccio il pane!
E proprio io che ero quella che il pane non lo mangiava mai, che mi lasciava pesante e neanche la scarpetta ci facevo, lungo il percorso di acquisto e consumo critico degli ultimi 10 anni mi sono imbattuta quasi per caso in un articoletto che parlava della pasta madre, che non è costituita altro che da acqua e farina lasciate fermentare, e ho provato a farmela ormai 4 anno e mezzo fa… Dopo i primi risultati deludenti, insistendo ero arrivata a produrre qualcosa di decente, quando è nata Alice e la mia assenza ha determinato l’abbandono momentaneo della pasta madre dimenticata in frigo per troppo tempo. Per fortuna è arrivata in soccorso mia sorella che mi ha spacciato la sua pasta madre che tuttora vive da noi e che nel frattempo è diventata nonna lasciando figlie in giro per l’Italia!
Ma perchè mai “complicarsi” tanto la vita? Il pane non è di per se sano e salutare, fatto di ingredienti genuini se lo compriamo dal panettiere? Si e no, o meglio non sempre e sempre di meno… Se vi soffermate (e riuscite) a leggere gli ingredienti del pane in panificio vi accorgerete che la lista è ben più lunga di acqua, farina, lievito, sale… ci si perde fra emulsionanti, additivi, etc… e allora per essere sicura di quello che mangio preferisco autoprodurmelo se possibile. (a tal proposito vi rimando alla lettura di questo bel articolo di Riccardo sul blog della Comunità della Pasta Madre)
E in effetti fare il pane a lievitazione naturale al giorno d’oggi è un gesto rivoluzionario, produco il lievito e anche il pane, non devo uscire a comprarlo… e le farine? Il mio sogno è autoprodurle con un piccolo mulinetto, per ora mi accontento di acquistare quelle biologiche, integrali e macinate a pietra col g.a.s….
E’ anche un ritorno a ritmi naturali, lenti… per lievitare il pane a lievitazione naturale ha bisogno di tempi lunghi, non bastano una bustina e un’oretta…
Poi si scopre che questo pane è anche più salutare, più digeribile, si riscoprono i gusti delle diverse
farine di cui si conosce la storia, si sa chi e come le ha prodotte!E arriviamo alla domanda principale: dove compro la pasta madre? la pasta madre NON si compra o te la prepari o te la regalano! Ecco perché è scomoda! non fa guadagnare soldi a nessuno! In compenso regala soddisfazione, salute e non da ultimo amicizie, che nascono proprio regalando un pezzetto di pasta madre
!Ho invogliato qualcun altro a provarci? Siete ancora senza il vostro pugno di pasta madre? Allora partecipate alla giornata di spaccio nazionale organizzato dallaComunità del cibo Pasta Madre per il 10 dicembre in molte città italiane (io, anzi noi, perchè di mezzo c'è anche mia sorella :-) stiamo organizzando il nostro spaccio, a breve maggiori informazioni… nel frattempo pensateci e fatevi convincere dalla vostra amica farina a fare il pane come è successo
alla Pimpa!

http://www.youtube.com/watch?v=XNPY6OnzOzY

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Pubblicato in cucina | Contrassegnato autoproduzione, pane,
pasta madre13 risposte a
La pasta… che? Vi invito al Pasta Madre Day•mestieredimamma
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:02
Daria!!! Questo post è una delizia! Io l’anno scorso ne ho ricevuta un po’ da Gloria (amica blogger, spacciatrice) e abbiamo poi fatto anche il panettone, partecipando ad un contest in
coppia (bellissimo)ma quest’estate in un momento di grande fatica per tutta la famiglia ci siamo fermati (se sapevo che si poteva congelare l’avrei fatto!!). Insomma, per farla breve, adesso mi faccio il pane, ma con la pasta madre ‘secca’ o il lievito di birra, quelli si comprano, meglio di niente. Ma mi piacerebbe ricominciare… Non è che me ne spacceresti un po’? L’idea di iniziare da
zero mi spaventa un po’, il pasta madre day casca a fagiolo!Rispondi
•daria
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:10
Ma certo! te la spaccio più che volentieri! se abbiamo occasione al pasta madre day, altrimenti ci si organizza… mi ricordo il tuo meraviglioso panettone! Io l’anno scorso ne avevo fatti di piccoli con Alice, quest’anno vediamo se riesco ad
organizzarmi per quello grande!Rispondi
•mestieredimamma
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:23
grazieee!! allora aspetto news sulla giornata di spaccio! dai che è la volta che
ci conosciamo!Rispondi

•Francesca scrive:
17 novembre 2011 alle 12:44
Commovente……………non so dire altro!!!
Anzi si ….. dico che ci verrei volentieri al vostro pasta madre day ………….Rispondi
•daria
scrive: 17 novembre 2011 alle 15:52
Francesca… io ho ancora in mente la proposta alternativa abruzzese… ma non
demordo! Ci sarà sicuramente un’altra occasione di spaccio in trasferta!Rispondi
••Arianna
scrive: 17 novembre 2011 alle 17:45
Daria, che bello…è come se avessi aperto una porta su un bellissimo giardino e avessi cominciato a guardare cosa c’è attraverso! è un nuovo …affascinante…mondo…grazie per
averne parlato! Ho tanto da imparare da te!!!Rispondi
•daria
scrive: 18 novembre 2011 alle 12:32
Rispondi
••Valentina
scrive: 17 novembre 2011 alle 22:04
Daria!!! Ma allora mi vuoi proprio conquistare con la pasta madre!!! Mi sa proprio che,
Rispondi
•daria
scrive: 18 novembre 2011 alle 12:33
Si, dai! mi farebbe proprio piacere!Rispondi
••Riccardo Astolfi
scrive: 19 novembre 2011 alle 12:31
Fantastico…p.s. ricordati di segnalare il tuo evento sul sito non appena prontooooo!Rispondi
•daria
scrive: 19 novembre 2011 alle 19:04
Certo Riccardo! Provvederò al più presto!Rispondi

•Pingback: Per un pugno di pasta madre! (Pasta madre day) | | Gocce D'AriaGocce D'Aria
•Pingback: Albero di Natale parte2: alberi di pane | | Gocce D'AriaGocce D'Aria

La cena di Halloween

on Lunedì, 31 Ottobre 2011. Posted in cucina

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Anche se in questo momento saremo in giro per l’Italia e non torneremo prima di sera, vi lascio un’idea per la cena o il pranzo di halloween o per quando ne avete voglia, una ricetta a base di zucca logicamente: gnocchi di zucca! Che ci riportano anche un po’ col pensiero alla nostra cara montagna e in particolare a quelli che preparano al rifugio Scarpa e da preparare tutti insieme visto che è un giorno di festa e i bimbi sono a casa!
Basta avere della zucca già cotta al forno (la potete cuocere anche il giorno prima, io ci metto sopra un foglio di alluminio in cottura affinché durante la cottura non si secchi).
Metto a bollire una pentola con acqua leggermente salata.
Preparo una padella con olio evo e foglie di salvia.

Con una forchetta schiaccio la zucca per ottenere una purea (lascio da parte solo la buccia che si può usare per altro), io non la frullo sia perchè Alice non sopporta il rumore del frullatore, sia perchè si ottiene lo stesso risultato mescolandola bene con la forchetta…
A questo punto chiamo a raccolta gli assistenti e aggiungo la farina, ne basta poca giusto per addensare un po’ il composto. Versiamo sulla spianatoia un bel po’ di farina e con le mani facciamo dei “serpenti” che poi tagliamo a pezzetti e lavoriamo appena per farne delle palline che eventualmente potete schiacciare col dito, oppure i bambini possono fare le forme che preferiscono, per esempio Alice ne ha fatti alcuni a serpente…
(NB: l’impasto deve rimanere appiccicoso, non esagerate con la farina altrimenti vi diventano
pesanti)

 

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La ricetta completa la trovate qui, assieme a quella delle chioccioline di zucca che possono accompagnare il tutto.

gnocchi

Se poi volete strafare con la zucca e prepararci tutto il pranzo/cena vi rimando a queste altre ricette:
- pane e focaccia con la zucca
- miglio con la zucca
- zucca al forno
Vi saluto riportando le interessanti riflessioni che condivido in toto dal blog di depuriamo:
“Perchè non uso burro nel condimento e uova nell'impasto degli gnocchi? Perchè sono alimenti preziosi (e chi ha allattato lo sa quanta fatica fisica si fa a produrre latte). Quindi cerco di utilizzare questi prodotti in piatti che li valorizzino e non li facciano disperdere solo ai fini della consistenza o estetici. Credo che ci sia una sorta di scala di importanza dei cibi e che vada rispettata.
Piuttosto che perdere un uovo nelle polpette, preferisco fare delle uova sode o una frittata. Piuttosto che usare il latte nel purè, preferisco farmi degli yogurt aromatizzati. Cerco di dare valore al valore, e soprattutto di far capire alla mia famiglia che c'è tanta energia e sacrificio in questi alimenti, e noi non possiamo sprecarli.
Questo non significa che dobbiamo rinunciare al nostro modo di mangiare e alle ricette a cui siamo abituati, questo è solo un limite della nostra pigrizia. È la fantasia che ognuno di noi possiede che può portare originalità e allegria in ogni pasto, anche il più semplice. È la fantasia che ci rende migliori.”

 

Pane e focaccia alla zucca

on Venerdì, 28 Ottobre 2011. Posted in cucina

Che la zucca sia una delle cose di cui sono/siamo più golosi ormai l’avrete capito e questo è proprio il periodo migliore per gustarla! Domenica avevo in mente di prepararci pane visto che ne avevo già pronta cotta al forno e bella morbida, ma eravamo ospiti da amici per cena e non mi piace presentarmi a mani vuote, quindi ho pensato di portare in dono una focaccia fatta proprio con l’impasto alla zucca!
Ecco qui come mi sono organizzata. Intanto la sera prima avevo messo a cuocere nel forno (assieme ad una tortina con mele) dei bei pezzi di zucca: basta farne dei pezzettoni tenendo anche la buccia, coprire il tutto con una stagnola così la superficie non secca e infornare per un’oretta. Inoltre avevo rinfrescato come sempre la mia pasta madre.
La mattina ho ripreso la zucca, con una forchetta ho tolto la buccia (si può tenere per brodo, risotto, pasta… quello che vi viene in mente o dare come merenda ai bambini) e schiacciato tutto bene, mescolato fino ad avere una purea (saranno stati circa 350 gr). Ho aggiunto alla pasta madre (circa 150 gr), 300 ml di acqua, un cucchiaino raso di sale fino integrale, un cucchiaino di malto di riso e mescolato. Poi ho aggiunto la zucca e mescolato. Ho cominciato ad aggiungere farina fino ad avere un impasto appiccicoso, trattabile ancora col cucchiaio e a questo punto l’ho messo a lievitare per 4 ore coperto.
Ripreso l’impasto l’ho diviso in 2 parti: con una ci avrei fatto il pane e con la seconda la focaccia.
Per il pane: ho aggiunto farina fino ad avere una palla morbida e leggermente appiccicosa che ho schiacciato con la mano e arrotolato su se stessa fino ad avere un filone che ho riposto a lievitare in una teglia da plum-cake per un paio d’ore.
Per la focaccia: ho aggiunto dei pezzetti di mozzarella, dell’origano, delle olive nere snocciolate e tagliate e pezzetti all’impasto e mescolato. Ho versato il tutto su una teglia rotonda livellando un po’ col cucchiaio e messo a lievitare per un’ora e mezza.
Passato il tempo ho acceso il forno a 230°, nel frattempo ho fatto dei tagli sul pane e spennellato la superficie con una miscela di acqua e olio evo. Ho cosparso la superficie della focaccia con qualche granello di sale grosso, origano, rosmarino e maggiorana tritati e spennellato con la stessa miscela.
Infornato contemporaneamente a 215° (forno non ventilato) per 15 minuti, più altri 20 minuti a 180° per la focaccia e 30-35 minuti per il pane.
Ed eccole qua le mie creature arancioni!

focaccia con zucca

la focaccia


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il pane


Entrambi erano morbidissimi! Il pane ottimo a colazione!


Ecco la fetta:

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Altre idee per il pane con la zucca le trovate sul sito della comunità del cibo pasta madre e su Depuriamo

 

5 risposte a

Pane e focaccia alla zucca

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•Arianna
scrive: 2 novembre 2011 alle 10:48
Mi sembra di sentirne la morbidezza e il profumo…che meraviglia!!
•Federica
scrive: 2 novembre 2011 alle 12:40
Sarà che ho letto queste ricetta sotto mezzodì ma ciò l’acquolina!!!!!
•federica
scrive: 2 novembre 2011 alle 18:37

Siamo anche noi amanti della zucca, proverò a cimentrmi con queste ricette golosone! :-)

•daria scrive:
2 novembre 2011 alle 18:43
Dopo fammi sapere come sono venute!


Autunno, ricordi e abitini vintage

on Giovedì, 27 Ottobre 2011. Posted in camera

Mia mamma ha sempre avuto delle mani d’oro, abile nel ricamo, nella maglia, nell’uncinetto e nella sartoria, abilità ereditate da sua madre e che un tempo facevano parte del bagaglio di saperi di tutte le donne. Questa sue capacità “autoproduttive” le usava per confezionarci dei bellissimi abitini che ha conservato con cura (lei è di quelle che non si butta via niente: avrò pur preso da qualcuno!?) e che sono rispuntati magicamente dai cassetti quando sono arrivati i nipotini. Recuperare i vestiti è economico ed ecologico, ma soprattutto a mio avviso molto romantico! E finalmente anche Elena può sfoggiare questa bellissima giacchina fatta all’uncinetto che mia mamma aveva confezionato per mia sorella!

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E invece questa era Alice (a 7 mesi) con una mantellina (sempre all’uncinetto) che era stata mia!

Alice ottobre 2008 1021003

5 risposte a Autunno, ricordi e abitini vintage
•Glores scrive:
27 ottobre 2011 alle 12:16
Ma… Elena cammina????
Rispondi
•daria scrive:
27 ottobre 2011 alle 13:20
A manina, si!
Rispondi

•Mammafragolaecioccolato scrive:
27 ottobre 2011 alle 14:03
Come ti capisco!!!! È una cosa supertenera! Anche Fragola indossa spesso e volentieri abiti confezionati da mia nonna (mia madre non sa attaccare un bottone!) per me e io lo trovo sempre molto emozionante! Ricordi il pagliaccetto con le fragole?
Rispondi
•daria scrive:
27 ottobre 2011 alle 16:05
Certo che lo ricordo! Bellissimo!
Rispondi

•Valentina scrive:
28 ottobre 2011 alle 12:55
Anche la mia Anna indossa i miei abiti saggiamente conservati dalla mia mamma!!!! Che emozione vederli indossati e che belli… hanno proprio il sapore dei bimbi e non di piccoli adulti!
Rispondi

Come scoiattoli…

on Mercoledì, 26 Ottobre 2011. Posted in cucina

Fra i librini che Alice ha portato a casa dalla biblioteca ultimamente, ce n’è uno che ben si adatta alla nostra casa in questo periodo dell’anno, “Lo scoiattolo” (ed. Arka), in particolare nell’ultima pagina:

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infatti proprio come questi simpatici animaletti ci ritroviamo con le scorte di cibo per l’inverno autoprodotte, acquistate col gas o regalateci da parenti e amici e la voglia di riposare o stare al calduccio davanti al fuoco a chiacchierare… Ed ecco quindi la nostra scorta per l’inverno con i colori caldi dell’autunno: in primo luogo la conserva e i peperoni in agrodolce fatti dalla nonna con i pomodori e i peperoni del nostro orto, e poi tanta nutriente e golosa frutta secca e fresca a partire da uno scatolone di noci regalato da un amico,

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uno di mandorle

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e uno di kiwi sempre produzione nonnesca, una cassa di mele del bellunese presa col gas,

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un sacchetto di noccioline regalate da un’amica,

nocciole

e per finire svariate bottiglie di birra prodotte dal marito e marmellate varie di mia produzione…

peccato che a differenza degli scoiattoli non possiamo stare qualche settimana a dormire! :-)

Ali di pipistrello work in progress

on Mercoledì, 26 Ottobre 2011. Posted in camera

Era da un po’ di tempo che Alice mi chiedeva delle ali di pipistrello, complici i giochi col cuginetto e le frequentazioni con altri bimbi a scuola, ma quelle mascherine che vendono nei negozi, preconfezionate, tutte uguali, plasticose proprio non le sopporto, allora è da un po’ che ho in mente di preparargliele io queste ali! Uno spunto me l’ha dato Francesca di Equazioni, ma non avevo l’ombrello rotto, poi ho visto anche questo articolo che a sua volta rimanda a questo, alla fine io l’ho un po’ modificato fino a ottenere questo:

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In pratica lo farò con delle “maniche” per infilarci le braccia…
Per ora ci stiamo lavorando…

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A breve il risultato!

L’orto d’autunno

on Martedì, 25 Ottobre 2011. Posted in orto

Si pensa sempre che con l’autunno la vita si fermi anche nell’orto e invece… arriva Alice di corsa agitata urlando: “Mamma, mammaaaaa, c’è un bruco bellissimo! Si, si, è proprio bello tutto colorato… solo che si sta mangiando i nostri finocchi!”
Ed eccolo qui in nostro amico bruco che fa merenda sui finocchi

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finocchie siccome anche lui ha diritto al suo pasto ci limitiamo a togliere il rametto su cui sta facendo merenda e portarlo lontano dai nostri finocchi!

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Ma cos’altro abbiamo nell’ormai freddo orticello che fa gola a lumache e lumachine? Cavoli cappucci, cavolfiori, cavolfiori romaneschi e broccoli, che nonostante le foglie bucherellate continuano a crescere.

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E poi spinacini e insalatina che a breve saranno sulla nostra tavola

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assieme agli ultimi pomodori che forse ce la faranno a diventare rossi e peperoni che invece rimarranno verdi. Eh, si, perché a noi dispiace togliere piante ancora produttive e quindi le teniamo lì finché proprio non seccano da sole col primo ghiaccio… e così può capitare che a novembre arrivi in tavola l’ultima zucchina!

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Bocconcini alle giuggiole

on Martedì, 11 Ottobre 2011. Posted in cucina

Uno dei ricordi della mia infanzia è l’albero di giuggiole a casa di mia mamma, un albero che è cresciuto con me e mia sorella, a cui un tempo arrivavamo a prendere le giuggiole direttamente con le manine, poi ci riuscivamo salendo sul terrazzo sul quale lo stesso sporgeva! Vedere mia figlia e suo cugino fermarsi mentre giocano fuori dalla nonna a cercare di prendere i frutti e mangiarli più golosamente delle caramelle è una scena che mi riempie la mente di ricordi dell’infanzia…
Ora una ciotolina di giuggiole presenzia sul tavolo a casa mia, pronte da sgranocchiare mentre sto al computer… e così mi è balenata l’idea di usarle nel pane…

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Erano belle mature, dolcissime, qundi ho pensato di abbinarle all’avena per farne dei panini piccoli piccoli, bocconcini di varie forme. Come sempre ho sciolto la pasta madre rinfrescata la sera prima (circa 150 gr) in 150 ml di acqua, ho aggiunto un paio di cucchiai di olio evo, un pizzico di sale fino, un cucchiaio di malto di riso e mescolato bene. A questo punto ho aggiunto le giuggiole disossate e tagliate a pezzetti, 3 cucchiai di fiocchi di avena, 1 cucchiaio di farina di riso e aggiunto farina tipo 2 quanto basta per avere la solita palla liscia che ho messo a lievitare coperta per 4 ore circa.
Dopo la lievitazione ho ripreso l’impasto e fatto dei piccoli panini di varie forme e rimesso a lievitare per un’oretta. Infornato a 220° per 10 minuti più altri 20 minuti a 180°.
Questo il risultato:

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e questa la prova assaggio:
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Mani(ne) in pasta!

on Lunedì, 10 Ottobre 2011. Posted in all'aperto

Ovvero quelle dei piccoli residenti di Bovolenta dove siamo stati invitati a proporre il laboratorio sul pane a lievitazione naturale per i bambini in occasione dei festeggiamenti di ottobre. Una bella mattinata con mani piccole e grandi infarinate, appiccicate, bagnate, che hanno impastato, mescolato, lavorato!

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mescolare

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infarinatura

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sfregare

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pioggia di farina

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mani grandi e piccole

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collaborazioni

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sciogliere la pasta madre

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ripiegare

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manine appiccicose

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impronte

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fare una palla

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bucherellare

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Facciamo il pane!

on Domenica, 18 Settembre 2011. Posted in all'aperto

Ore 11.00 – banchetto dell’associazione Al ritmo del tam tam alla festa delle associazioni di Piove di Sacco.
Comincia a radunarsi un po’ di gente… cosa staranno mai combinando?
“Preparate una torta?” “Noooo – rispondono i bambini – Facciamo il pane!”
E finalmente eccoci qui a raccontare a questi bimbi la storia di questo pane “speciale” che ha una mamma (la pasta madre) e un papà (la farina) che uniti con l’acqua faranno nascere il panino!
Ed eccoli qui i piccoli fornai all’opera!

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Sciogliamo la pasta madre nell'acqua...

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Aggiungiamo la farina!

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Mescoliamo bene bene, prima col cucchiaio e poi...

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Piccole mani impastano!Ogni bimbo porta a casa la sua pagnottina da tenere nella copertina per un po’ prima di cuocerla e
gustarla con mamma e papà!

madreUna risposta a
Facciamo il pane!•Stella
scrive: 19 settembre 2011 alle 11:42

Bellissimo laboratorio! :-)
Rispondi

Yogurt a km 0

on Martedì, 13 Settembre 2011. Posted in cucina

Sollecitata dal mio caro amico, nonché designer del blog, Enzo, mi do una mossa con questo articolo che da un po’ avevo in mente: lo yogurt autoprodotto a km O e senza sprechi di energia!
Ormai vari anni fa ero una grande consumatrice di yogurt che sostituivo spesso al pranzo (dovendo pranzare fuori casa) aggiungendo frutta varia, così ho iniziato a cercare un modo per evitare di avere un sacco di vasetti da buttare… Conoscevo chi lo produceva con la yogurtiera e/o con i fermenti lattici, ma volevo evitare di avere un accessorio in casa che magari avrei usato per poco tempo… allora ho iniziato a fare un po’ di prove dei vari metodi. Alla fine mi sono assestata su due entrambi molto semplici e veloci.
Si parte sempre da:
1 vasetto di yogurt bianco (anche autoprodotto)
1 litro di latte (bio a lunga conservazione o fresco, in questo caso prima va portato a 90° e poi raffreddato fino a 40°)
Si fa scaldare il latte fino a 40° (non deve scottare, mettendo il dito dentro lo sentite tiepido o usate un termometro). Si versa il vasetto di yogurt (meglio se lo si è tenuto fuori da frigo per un paio d’ore) nel latte tiepido e si mescola bene.
A questo punto:
•metodo 1: versate il tutto in un thermos, chiudete e lo lasciate lì per 24 ore;
•metodo 2 (più romantico e il mio preferito): versate tutto in una vaschetta per alimenti (in vetro o plastica senza pvc), chiudete, lo avvolgete la vaschetta in una calda copertina di lana (la mia è una vecchia coperta fatta a ferri dalla nonna) e la sistemate nel piano del forno spento (ancora meglio se prima ci avevate cotto il pane ed è ancora un po’ caldino – max 50°).
Date la buona notte al vostro latte in compagnia di una bambina curiosa che vi ha seguito nelle operazioni…

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…il giorno dopo vi darà il buon giorno un bel litro di yogurt!

 

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Lo potete dividere in vasetti e mettere in frigo o gustare subito o usare per il vostro labneh!

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Per una versione golosa potete aggiungere la frutta che vi piace di più, anche un po’ scaldata o orzo
o caffè o cacao solubile o malto o miele!Una versione simile la trovate anche qui: http://depuriamo.blogspot.com/2010/04/yogurt-facilissimo-in-cappottino-di.html

 

yogurt3 risposte a Yogurt a km 0

•kenzo
scrive: 15 settembre 2011 alle 21:20

bello... e grazie! Farò un esperimento sulle temperature da te consigliate... ma ormai uso la yogurtiera!!! :-)

•ornella scrive:
12 dicembre 2011 alle 10:40
ho provato a fare lo yogurt e mi viene liquido…a te pure?

•daria scrive:
12 dicembre 2011 alle 10:42
Va a volte… dipende anche da quanto tempo riposa e dalla temperatura… ci sono volte in cui è liquido, altre in cui è denso. Prova a lasciarlo riposare un po’ di più…

 

 

Festa delle associazioni e laboratori di autoproduzione

on Venerdì, 09 Settembre 2011. Posted in all'aperto

farinaCome ogni anno a settembre riprendono le più svariate attività anche per l’associazione e in particolare con la festa delle associazioni si riparte ufficialmente! Quest’anno abbiamo deciso una formula un po’ diversa, ovvero anziché fare il “solito” banchetto informativo sul gas, sul commercio equo e sul consumo critico, abbiamo pensato di riproporre in piazza una versione “mini” dei laboratori fatti gli scorsi anni. In particolare ci saranno 3 laboratori:
•alle 11 “Facciamo il pane”: laboratorio per bambini e genitori sul pane fatto con la pasta madre, dove i bimbi (o gli adulti) potranno preparare e portare a casa da cuocere la loro pagnottina;
•alle 16 “Indovina la farina”: laboratorio gioco di osservazione e tatto per adulti e bambini;
•ore 17 “Detersivi autoprodotti”: facciamo assieme dei semplici detersivi ecologici ed economici (per adulti).

In attesa del resoconto dei laboratori qui sul blog, passate a trovarci in piazza a Piove di Sacco domenica 18, potrete usufruire anche del punto ristoro con prodotti del commercio equo e del gas, preparati dai soci dell’associazione “Al ritmo del tam tam”.

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madre3 risposte a
Festa delle associazioni e laboratori di autoproduzione•ilenia
scrive: 9 settembre 2011 alle 16:22
NOOOOOOOOOOOOOOOOO…sono in montagna quel week end….uffi mi sarebbe piaciuto il laboratorio sul pane….elisa si sarebbe divertita……cosa dici Bovolenta a
ottobre??!!!Rispondi
•daria
scrive: 9 settembre 2011 alle 20:58
Peccato Ilenia, però volendo possiamo organizzare un mini laboratorio da me! :-) Per Bovolenta ci sentiamo, seconda domenica di ottobre?Rispondi
••ilenia
scrive: 12 settembre 2011 alle 15:37
si daiiiiii volentieri, magari con ludovica e francesca……che bello…..
per Bovolenta la sagra dovrebbe essere dal 07 al 16 ottobre. ciaoooooooRispondi

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