in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Articoli taggati con: cucina

Zucche, zucchine, zucchette e calebasse

on Lunedì, 26 Settembre 2011. Posted in orto

Sei erano le piantine di zucchina trapiantate nell’orto a marzo, due mangiate dal grillo-talpa, un paio quasi stecchite dal caldo di aprile, salvate in extremis… insomma poche zucchine mangiate quest’anno! In compenso avevamo seminato e poi trapiantato con la nostra giovane contadina treenne le zucche marine, di cui avevamo conservato i semi, e loro si che hanno dato buon frutto: 8 belle zucche che dureranno tutto l’inverno!

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zucche marine

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riccioli di zucca

 Inoltre sono nate spontaneamente un sacco di piantine (che abbiamo lasciato nella speranza che fossero di zucchine commestibili) che invece erano di zucchette decorative, che hanno infestato l’orto producendo secchi pieni di zucchette delle più svariate forme, colori e dimensioni… Che farne?

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Zucchette di tutti i tipi!


Distribuite per la casa come decorazioni, regalate ad amici e parenti, abbiamo deciso di farne regalo ad Elena che ha subito apprezzato molto questo gioco, interessante da manipolare con la loro
superficie liscia o rugosa e la forma tonda o allungata, da vedere con colori, motivi e sfumature diverse e anche da assaggiare!

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Prova assaggio

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manipolazione

Messe al sole in luogo asciutto si possono seccare diventando una calebassa-maracas che potrà anche essere dipinta… e se si rompono? non c’è problema si tengono i semi e si ripiantano l’anno prossimo!

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Calebassa: zucchetta secca e sonante dell'anno scorso

Ah, e non dimenticarsi di tenere da parte e seccare i semi delle zucche marine: seccati nel forno sono ottimi come snack gustoso e salutare, inoltre si possono piantare in primavera per avere le piantine da trapiantare.
E se vi è venuta voglia di zucca per cena, ricettina veloce, facile e gustosa: tagliate a fette di 1-2 cm la zucca pulita (con tutta la sua buccia), chiedete ad un bambino di disporla a suo piacimento in una teglia unta di olio evo, chiedetegli di aggiungere un po’ di rosmarino e di origano (no sale) e passate in forno (180°) per una mezzoretta o finchè non è tenera! Buonissima e gradita anche a bimbi in (auto)svezzamento!

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zucca al forno!

5 risposte a Zucche, zucchine, zucchette e calebasse

•chiarina-ina
scrive:
26 settembre 2011 alle 12:05

Che belle queste zucche... sembrano anche molto gradite :-) quella foto è
tenerissima!
 •glores
scrive:
26 settembre 2011 alle 14:05
Mmmmmmm che volgie che mi è venuta di farci questa benedetta marmellata con la zucca quest'anno!
•daria
scrive: 26 settembre 2011 alle 14:14
Glores, visto che io non penso di avere tempo tu la devi fare la marmellata con la zucca e poi mandarmene un vasetto! :-)
••Mammafragolaecioccolato
scrive: 26 settembre 2011 alle 15:22
Io semplicemente adoro i tuoi post!Rispondi
•daria
scrive: 26 settembre 2011 alle 20:04
E io i tuoi, Valentina! Grazie!Rispondi



Yogurt a km 0

on Martedì, 13 Settembre 2011. Posted in cucina

Sollecitata dal mio caro amico, nonché designer del blog, Enzo, mi do una mossa con questo articolo che da un po’ avevo in mente: lo yogurt autoprodotto a km O e senza sprechi di energia!
Ormai vari anni fa ero una grande consumatrice di yogurt che sostituivo spesso al pranzo (dovendo pranzare fuori casa) aggiungendo frutta varia, così ho iniziato a cercare un modo per evitare di avere un sacco di vasetti da buttare… Conoscevo chi lo produceva con la yogurtiera e/o con i fermenti lattici, ma volevo evitare di avere un accessorio in casa che magari avrei usato per poco tempo… allora ho iniziato a fare un po’ di prove dei vari metodi. Alla fine mi sono assestata su due entrambi molto semplici e veloci.
Si parte sempre da:
1 vasetto di yogurt bianco (anche autoprodotto)
1 litro di latte (bio a lunga conservazione o fresco, in questo caso prima va portato a 90° e poi raffreddato fino a 40°)
Si fa scaldare il latte fino a 40° (non deve scottare, mettendo il dito dentro lo sentite tiepido o usate un termometro). Si versa il vasetto di yogurt (meglio se lo si è tenuto fuori da frigo per un paio d’ore) nel latte tiepido e si mescola bene.
A questo punto:
•metodo 1: versate il tutto in un thermos, chiudete e lo lasciate lì per 24 ore;
•metodo 2 (più romantico e il mio preferito): versate tutto in una vaschetta per alimenti (in vetro o plastica senza pvc), chiudete, lo avvolgete la vaschetta in una calda copertina di lana (la mia è una vecchia coperta fatta a ferri dalla nonna) e la sistemate nel piano del forno spento (ancora meglio se prima ci avevate cotto il pane ed è ancora un po’ caldino – max 50°).
Date la buona notte al vostro latte in compagnia di una bambina curiosa che vi ha seguito nelle operazioni…

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…il giorno dopo vi darà il buon giorno un bel litro di yogurt!

 

 yogurt

Lo potete dividere in vasetti e mettere in frigo o gustare subito o usare per il vostro labneh!

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Per una versione golosa potete aggiungere la frutta che vi piace di più, anche un po’ scaldata o orzo
o caffè o cacao solubile o malto o miele!Una versione simile la trovate anche qui: http://depuriamo.blogspot.com/2010/04/yogurt-facilissimo-in-cappottino-di.html

 

yogurt3 risposte a Yogurt a km 0

•kenzo
scrive: 15 settembre 2011 alle 21:20

bello... e grazie! Farò un esperimento sulle temperature da te consigliate... ma ormai uso la yogurtiera!!! :-)

•ornella scrive:
12 dicembre 2011 alle 10:40
ho provato a fare lo yogurt e mi viene liquido…a te pure?

•daria scrive:
12 dicembre 2011 alle 10:42
Va a volte… dipende anche da quanto tempo riposa e dalla temperatura… ci sono volte in cui è liquido, altre in cui è denso. Prova a lasciarlo riposare un po’ di più…

 

 

Biscotti al cocco… con pasta madre?!

on Martedì, 06 Settembre 2011. Posted in cucina

Avevo voglia di provare dei biscotti di cui avevo visto la ricetta sul libro “Pasticceria al naturale” di P. Boscarello, ma la ricetta prevedeva l’uso di lievito di birra, che ormai non ho più in casa visto uso solo la pasta madre per il pane, pizza, focacce e dolci che lo prevedono… allora ho pensato di provare a sperimentare i biscotti con pasta madre… al peggio sarebbe stato un bel gioco per Alice!
Ho adattato così la ricetta del libro:

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200 gr di pasta madre rinfrescata il pomeriggio
200 gr malto di riso
70 ml olio evo
150 gr cocco grattugiato (io ne avevo del commercio equo)
mezzo cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di vaniglia
150 ml acqua
5 gr di sale fino integrale
la buccia grattugiata di 1 limone e il succo spremuto di mezzo limone
farina di kamut quanto basta

Ho sciolto la pasta madre nell’acqua, aggiunto il sale e le spezie (tutte da commercio equo), il malto, la buccia e il succo di limone, l’olio, il cocco e mescolato bene. Poi ho aggiunto farina quanto basta per ottenere un panetto non appiccicoso da lasciare riposare per qualche minuto.
Ho infarinato il piano di lavoro e ho steso col mattarello (anzi ha steso la mia aiutante…) l’impasto dello spessore di 1 cm e l’abbiamo tagliato a strisce con una rotella e poi a rettangoli, che abbiamo disposto sulle teglie a riposare per una mezzora.

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Mentre il forno si scalda e i biscotti riposano Alice si è esercitata con la matematica, contando le file di biscotti nelle varie teglie prima in un verso, poi nell’altro…
Abbiamo infornato per 18 minuti a 195°.
Mentre cuocevano si è diffuso un buonissimo profumo di cocco e limone in tutta la casa; anche alla vista sembravano buoni… rimaneva la prova assaggio…. fatta non appena si sono intiepiditi dall’uomo di casa e dall’aiutante cuoca: prova superata!

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Non troppo dolci e molto coccolosi! Per chi è abituato a sapori più dolci, si può sostituire al malto il miele… per andavano benissimo così.
L’ideale è gustarli tiepidini… comunque rimangono buoni anche per vari giorni a seguire conservati in una scatola di latta chiusa.

La “mia” pasta madre in viaggio

on Venerdì, 02 Settembre 2011. Posted in cucina


Ormai da 4 anni autoproduco il pane con la pasta madre… l’avevo preparata con curiosità e senza troppe illusioni e con calma ho iniziato a sperimentarla. Dopo i primi tempi di pane o troppo acido o poco lievitato, troppo cotto o troppo crudo, imparando dagli errori finalmente il pane è cominciato ad essere decente e poi buono. Quella della panificazione è diventata quasi una fissazione, che ha coinvolto anche l’associazione con un incontro sulla produzione del pane con pasta madre e amici vari a cui ho spacciato la mia pasta madre. Nel frattempo il mio lievitino ci ha seguiti in montagna più volte, è andato da parenti e amici i quali a loro volta l’hanno spacciato ad altri amici… una vera e propria colonizzazione!

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Pugno di pasta madre pronto per essere "spacciato"

Ultimamente spaccio la pasta madre in maniera “ufficiale” grazie al sito della Comunità della pasta madre e vengo contattata anche da persone che non conosco, che mi chiedono un po’ di pasta e qualche dritta per partire. Così è successo anche qualche giorno fa… incontri con persone molto interessanti, con cui altre all’interesse per la panificazione si scopre di condividere anche uno stile di vita… storie che si intrecciano e si arricchiscono a vicenda come il pugno di pasta madre che gli regalo!

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Pane al farro integrale

10 risposte a La “mia” pasta madre in viaggio
•Valentina scrive:
2 settembre 2011 alle 16:36
Io ci devo riuscire… devo!Il mio pane è orribile, viene malissimo, non lievita bene, sa di acido…Ma che devo fare Daria?!Era di questo che volevo parlarti nel mp… E poi ho visto il post, qui… Telepatia!!!!!Mi insegni a distanza?

•chiarina-ina scrive:
2 settembre 2011 alle 23:50
Pure io sono in un momento in cui il pane viene basso o crudo o strano!
•daria
scrive: 3 settembre 2011 alle 13:58
Per il discorso della lievitazione, col caldo di questo periodo, io ho dimezzato i tempi, altrimenti anche a me veniva basso; infatti una volta raggiunto il volume massimo si affloscia, inacidisce e anche cotto non è un granchè. Io ti consiglierei di usare il metodo della pallina messa in un bicchiere d’acqua, appena galleggia inforni.L’acidità potrebbe essere dovuta alla troppa lievitazione, oppure ad una percentuale di pm
troppo alta nell’impasto, o ancora ad un pm troppo attiva. Dovresti fare un po’ di prove…
•Valentina
scrive: 3 settembre 2011 alle 18:51
Il fatto è che io non ho usato la pm, ma il lievito del mastro fornaio!!!
Devo mettermi di buzzo buono e andare per tentativi!
•daria
scrive: 3 settembre 2011 alle 20:29
Dunque se usi il lievito di birra, probabilmente ha lievitato troppo. Il metodo pallina (pallina di impasto messa in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente, quando galleggia è pronto
per la cottura) funziona anche col pane col lievito di birra. Prova a farlo lievitare meno…
•Francesco
scrive: 24 settembre 2011 alle 19:17
Faccio anch’io il pane da molti anni, uso la pastamadre con il metodo dell’acqua, conservo cioè la dose che mi serve piuttosto liquida in un vaso di vetro in frigorifero, io preferisco adoperare farina integrale di grano tenero macinata in giornata per rinnovare il lievito. Quando raddoppio e impasto per preparare il pane aggiungo semola di grano duro, viene bello tosto ma a me piace così. Ho provato con la pallina per valutare la lievitazione, spesso però la pallina non sale, tende ad appiccicarsi sul fondo dove se la lascio si sfarina. Non capisco perché qualche volta ha funzionato e la pallina è venuta a galla e altre volte no. Io
faccio sempre lo stesso impasto più o meno. Chissà se Daria mi sa rispondere…
•daria
scrive: 25 settembre 2011 alle 21:41
Ciao Francesco… sai che non mi è mai successo? Il pane poi lievita sempre uguale? O meglio hai notato se le volte che non sale a galla la pallina lievita meno? Oppure potrebbero essere le dimensioni della pallina di pasta, troppo grande o troppo
piccola…
•Francesco
scrive: 26 settembre 2011 alle 13:05
Boh, il pane viene bene perchè, pallina a parte, quando passa il tempo giusto rimpasto o inforno, la pallina la faccio grande come una nocciolina, milligrammo più milligrammo meno, non credo che cambi. Anche ieri non è salita, l’ho lasciata nel bicchiere per vedere cosa succedeva e effettivamente dopo cinque ore s’è quasi sciolta restando sul fondo.Sarà la farina integrale che non è mai uguale perché qualche volta viene con la grana più grossa, sarà… grazie per la risposta comunque.
Rispondi
•daria scrive:
26 settembre 2011 alle 13:53
In effetti potrebbe essere anche la macinatura visto che la fai tu diversa ogni volta… io faccio la pallina un po’ più grande, 3 cm di diametro circa… Ma hai un mulino casalingo?
Rispondi
•Francesco Ceriani scrive:
27 settembre 2011 alle 07:29
No, non ancora, è un po’ che ci giro intorno… prima o poi… vado da un amico che gestisce una nostra cooperativa di prodotti bio. Bene, proverò a fare la pallina più grandina, però allora quelle volte che mi veniva su? Boh. Probabilmente un insieme di circostanze, la dimensione, la grana grossa, una maggior umidità…

Migliotto con verdure appena colte

on Giovedì, 18 Agosto 2011. Posted in cucina

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Pomodori, melanzane e peperoni gialli!
Oggi l’orto è stato particolarmente generoso: melanzane, pomodori, pomodorini e soprattutto peperoni finalmente diventati gialli! Ormai non ci speravamo più!

 

Approfitto del sonnellino di Elena e del giretto in bici di Alice col papà per preparare qualcosa con queste bontà e siccome almeno una volta alla settimana preparo il miglio che oltre ad essere buono, è molto nutriente e ricco di sali minerali (ferro, potassio, magnesio) e vitamine del gruppo B, ho pensato ad un “migliotto”.
Ho preparato un soffritto con olio extravergine di oliva e cipolla di Tropea come per fare un risotto, ho aggiunto i chicchi di miglio e fatti tostare. Ho aggiunto l’acqua (il doppio del volume del miglio), abbassato il fuoco al minimo e messo il coperchio. Si lascia cuocere coperto a fuoco bassissimo per 20 minuti (se schiuma basta lasciare leggermente aperto il coperchio): l’acqua sarà completamente assorbita.
Aggiungo il sale fino integrale e 2-3 cucchiai di ceci già cotti, mescolo e metto da parte.
Taglio a cubetti una melanzana, affetto col pelapatate un peperone giallo, in una padella in ceramica con poco olio metto a soffriggere uno spicchio d’aglio. Aggiungo peperone e melanzana e lascio
andare coperto fino a cottura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Verso il miglio sulla verdura e mescolo. Aggiungo solo alla fine una manciata di menta fresca tritata.
Buonissimo!

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2 risposte a Migliotto con verdure appena colte
•elisa (mestieredimamma) scrive:
22 agosto 2011 alle 20:59
lo proverò di sicuroma la tua bimba grande se lo mangia con dentro i peperoni? Io non ci sono ancora riuscita, ieri ho fatto il bulgur con pochissimi (davvero solo qualche pezzetto) di peperoni tagliati finissimi e non c’è stato verso.

•daria scrive:
22 agosto 2011 alle 21:50
Alice mangia i peperoni solo se sono gialli!-) Quindi adesso si, invece quelli verdi li lascia tutti nel piatto…

Pizza con pomodoro fresco

on Martedì, 16 Agosto 2011. Posted in cucina

Come raccontavo nell’articolo sul pandolce, arrivati in montagna mi sono dedicata alla panificazione per smaltire un po’ di pasta madre e avevo preparato anche la pasta per la pizza. Sul più bello appena stesa la pasta mi accorgo che la passata di pomodoro era finita, in compenso però il frigo era strapieno di pomodori freschi dell’orto che avevamo portato con noi da casa. Perchè non provare a fare la pizza con i pomodori freschi?
Ho preso quelli più maturi, li ho tagliati a pezzetti e messi a marinare con un po’ di sale, origano e olio extravergine di oliva.

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Nel frattempo ho preparato gli altri ingredienti: ho tagliato la mozzarella e della feta graca a dadini, ho affettato col pelapatate un peperone verde dell’orto e tritato una cipolla bianca (l’ideale sarebbe stata una di tropea) e aperto una confezione di olive nere.
Ho steso sulla pasta della pizza un bello strato di pomodori e di seguito i formaggi, i peperoni, la cipolla e le olive e poi infornato a 220° per 12 minuti.

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Risultato molto buono, quasi una focaccia!

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3 risposte a Pizza con pomodoro fresco
•Marika scrive:
16 agosto 2011 alle 16:19
Non è una pizza, è un capolavoro!
Rispondi
•Valentina scrive:
16 agosto 2011 alle 19:55
Che fameeeee!!!! Noi la pizza col pomodoro fresco la facciamo spesso, io peró metto i ciliegini!
Rispondi
•daria scrive:
16 agosto 2011 alle 22:38
Grazie degli apprezzamenti! Deve essere buona anche coi ciliegini, la proverò visto che ne abbiamo da vendere!
Rispondi

Succo di pera

on Sabato, 30 Luglio 2011. Posted in cucina

Ricettina facile facile per un succo di pera genuino, senza conservanti, senza zucchero e a km 0: tornate a raccogliere le pere dal vostro albero o a trovare il vostro amico con l’albero, scegliete le pere più mature, sbucciatele, togliete gli eventuali ospiti e tagliatele a pezzetti. Mettete il tutto in un pentolino con un filo di acqua e cuocete a fuoco lento, lasciate bollire 5 minuti mescolando ogni tanto. Se le pere erano belle mature si scioglieranno liberando il loro succo. Prendere un passino, un imbuto, una bottiglia di vetro e dei vasetti di vetro. Versate le pere nel colino posto sull’imbuto e sulla bottiglia e schiacciate bene bene con un cucchiaio i pezzi rimasti, quello che rimane nel passino lo potete mettere nei vasetti. Procedete fino a finire le pere. Alla fine avrete una bottiglia di ottimo succo di pera da bere subito o da mettere a bollire chiuso con tappo da sottovuoto se volete conservarlo e dei vasetti di composta di pere. Questi ultimi li potete usare subito sul pane o colazione (o se avete un bambino come merenda) o bollire per conservarli!

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Ed eccolo qui il nostro bicchierone di dolcissimo e naturalissimo succo di pera e sullo sfondo un vasetto di composta di pere!

2 risposte a Succo di pera
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Pere sciroppate

on Martedì, 26 Luglio 2011. Posted in cucina

Una ricettina facile facile per gustare le pere anche in inverno!
Procurarsi un albero di pere o un amico generoso che vi regali un bel po’ di pere del suo albero.

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Procedere tagliando le pere a spicchi e sbucciandole. Cospargere con succo di limone.

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Mettere in pentola 800 ml di acqua e 400 gr di zucchero (io ho usato zucchero di canna mascobado del commercio equo) e cuocere per fare uno sciroppo da far bollire 10 minuti (le dosi di sciroppo sono per un kg e mezzo abbondante di pere). Aggiungere le pere e far cuocere 5 minuti. Nel frattempo mettere per 20 minuti i vasetti in forno caldo (io avevo preparato una torta…) a 120°. Estrarre i vasetti e invasare le pere, lasciar cuocere lo sciroppo per altri 5 minuti e poi versare ancora bollente nei vasetti. Chiudere serrando bene e lasciar raffreddare perchè si crei il vuoto. Se non vanno sottovuoto bollire i vasetti per 20 minuti.

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3 risposte a Pere sciroppate

•glores scrive: 26 luglio 2011 alle 15:28
mmmmmmmmmmmmmmmmmm, mamma che buone! Già mi gusto questo vasetto che mi darai in cambio di una mia marmellata! :-)
•daria
scrive: 26 luglio 2011 alle 15:45
Magari! Farei volentieri uno scambio!

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Pandolce alle nocciole

on Domenica, 24 Luglio 2011. Posted in montagna

Ritornati in montagna accompagnati dalla pasta madre, ritorna anche la voglia di panificare grazie alle temperature decisamente più gradevoli! In effetti mi ritrovavo un bel po’ di pasta madre a causa dei rinfreschi ripetuti senza utilizzarla e allora via alla panificazione: una bella pagnotta di pane integrale di grano tenero, una pizza e qualcosa di dolce da usare a colazione… Ecco come usare un po’ delle noccioline raccolte in giro per i boschi!

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Ho preso circa 2 etti di pasta madre rinfrescata la sera prima e l’ho sciolta in un bicchiere di succo di mele limpido, ho aggiunto mezzo cucchiaino di sale fino integrale, un cucchiaio abbondante di miele di acacia bio del parco delle Dolomiti Bellunesi, un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva bio e mescolato bene. A seguire ho aggiunto 2 cucchiai di farina di nocciole (o mandorle), due cucchiai di farina di cocco (del commercio equo) e una tazza da te di noccioline intere, continuando a mescolare bene. Infine ho continuato ad aggiungere farina semintegrale di farro bio quanto basta (circa 500 gr) ad ottenere una palla liscia che ho messo a lievitare coperto per 4 ore. Ho ripreso l’impasto, ho creato la pagnotta e rimesso a lievitare per altre 2 ore (probabilmente bastava anche una sola ora) e infine cotto in forno già caldo a 210° per 10 minuti e 180° per 30 minuti.


Ed eccolo pronto: ottimo a colazione! Morbidissimo!

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Panini al sacco

on Lunedì, 11 Luglio 2011. Posted in cucina

La pasta madre ci accompagna sempre nei nostri viaggi, in questo modo si arricchisce e acquisisce sapori nuovi grazie anche a farine che a casa non sempre riesco a trovare, inoltre in vacanza ho anche più tempo per sperimentare e soprattutto in estate quando il caldo della pianura fa passare la voglia di panificare fra il fresco dei monti la voglia di impastare ritorna.
Durante le escursioni i panini non mancano mai, ma il pane che si trova normalmente in commercio il giorno dopo è praticamente immangiabile, allora perchè non provare a farli con la pasta madre?
Ho rinfrescato la pasta madre come al solito (120 ml acqua e 210-240 gr farina) la sera e la mattina (dopo aver tolto la parte per la panificazione successiva) ho aggiunto 300 ml di acqua, un cucchiaino di sale, un cucchiaio di miele di acacia bio (del parco delle Dolomiti Bellunesi), 3 cucchiai di olio extravergine di oliva bio e semola di grano duro rimacinata quanto basta ad ottenere una bella palla liscia che ho messo a lievitare per 5 ore. Ripreso l’impasto l’ho diviso a pezzetti, steso con le mani (aggiungendo un po’ di farina se serviva) in forma approssimativamente tringolare e arrotolati partendo dalla base. Ho rimesso le pagnottine a lievitare per un altro paio di ore e poi infornate per 10 minuti a 210° e 25 minuti a 180°.

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Questo il risultato finale

 

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e il panino tagliato pronto per essere imbottito come più piace!

 

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Sono rimasti morbidissimi!

 

 

Dolce o salato?

on Venerdì, 01 Luglio 2011. Posted in cucina

Da quando ho smesso di acquistare i prodotti di alcune multinazionali, non avevo più mangiato neanche quel formaggio spalmabile col nome di una città, finché non ho iniziato ad autoprodurlo!

Il formaggio che si ottiene è una preparazione tipica dei paesi  mediorientali e si chiama labneh.

E’ una cosa semplicissima, basta avere dello yogurt bianco naturale (magari autoprodotto), un cucchiaino di sale, un canovaccio pulito (preferibilmente lavato senza ammorbidenti e detersivi profumati) e una ciotola. Si prende lo yogurt si mette il cucchiaino di sale e si mescola, si versa il tutto nel canovaccio, posizionato sopra alla ciotola (attenzione perché comincia subito a gocciolare il siero), si lega il canovaccio e si appende a gocciolare in frigorifero per 24 ore (alle volte basta anche meno).

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Il giorno dopo si estrae dal frigo, si apre il canovaccio, si raccoglie il formaggio. E’ proprio come il famoso formaggio spalmabile!

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Si possono aggiungere delle erbette fresche tritate, oppure farlo senza sale, in questo caso si può usare anche per preparazioni dolci, tipo cremine. Io l’ho usato al posto della ricotta in questo clafoutis di nocipesche.

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Valida anche la versione vegana, basta usare yogurt di soia e lo stesso metodo.

In ogni caso non buttate il siero che si può utilizzare per i dolci (come ho fatto io per il dolce qui sopra), il pane o le focaccie al posto del latte o dell’acqua, li rende più soffici.

 

Sciroppo di menta

on Martedì, 28 Giugno 2011. Posted in giardino

Quando siamo venuti ad abitare in questa casa ci siamo portati anche un paio di piantine di menta che hanno pian piano invaso il nostro giardino. Per fortuna ne serve molta per fare le preparazioni a base di menta così abbiamo il modo di sfoltirla con autoproduzioni varie! Ecco allora lo sciroppo di menta, fresco ed estivo, da usare per bibite e ghiaccioli, realizzato con l’aiuto della mia piccola aiutante raccoglitrice Alice, ormai esperta nel riconoscimento delle erbacce!

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Cosa serve:
150 gr di foglie di menta fresca
mezzo litro di acqua
400 gr di zucchero (io ho usato zucchero di canna integrale mascobado del commercio equo: scurisce lo sciroppo ma è pi salutare)
Far bollire l’acqua e mettere in infusione le foglie di menta per 30 minuti, poi filtrare e versare l’infuso in una pentola, aggiungere lo zucchero e cuocere a fuoco lento mescolando per 15 minuti. Togliere dal fuoco, aspettare che si raffreddi e travasare in una bottiglia di vetro da conservare in frigo. Usare diluendo con acqua fresca o con acqua e ghiaccio o farne ghiaccioli.

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Questo post partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia".

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 con la menta.

Aggiungi un posto a tavola!

on Lunedì, 27 Giugno 2011. Posted in cucina

Elena cresce e ormai sta seduta e dimostra di voler partecipare alla nostra quotidianità, soprattutto ai pasti! E allora visto l’avvicinarsi dei 6 mesi e la sua curiosità abbiamo aggiunto un posto a tavola, dove può stare con noi mentre pranziamo o ceniamo, cominciare a sperimentare cucchiaino, piatto e bicchiere e fare i primi piccoli assaggi. La diretta interessata è stata pienamente soddisfatta della decisione e anche del posto vicino alla sorella, sempre pronta a intervenire (raccogliendo tutto quello che viene lanciato in giro) e già disposta a consigliarla sul cibo!

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Dopo l’esperienza di autosvezzamento di Alice, questa è risultata per noi una scelta scontata, un modo per stare tutti assieme e vivere con gioia i pasti…

 

3 risposte a Aggiungi un posto a tavola!
•Glores scrive:
27 giugno 2011 alle 14:15
L’avvicinarsi dei 6 mesi??? di già??

•daria scrive:
27 giugno 2011 alle 14:33
Ebbene si! Elena ha già 5 mesi e mezzo!


•ilenia scrive:
27 giugno 2011 alle 14:35
che belle che sono….anche Elisa vuole partecipare attivamente allo svezzamento di sua cugina!!!!le da di tutto!!!!

Insalata viola malva

on Mercoledì, 22 Giugno 2011. Posted in cucina

Da un paio di anni cresce in giardino un bel cespuglio di malva, all’inizio solo qualche foglia, adesso, protagonista con i suoi bei fiori viola di un angolo di giardino: perchè non dare un tocco di colore all’insalata quotidiana?
Ecco gli ingredienti (nel mio caso tutti autoprodotti o di crescita spontanea):
•qualche foglia tenera di malva
•qualche fiore di malva
•lattughino
•rucola selvatica
•spinacini
condite con olio extravergine oliva biologico, sale marino integrale, limone biologico

 

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2 risposte a Insalata viola malva

•Glores scrive: 22 giugno 2011 alle 13:49

Buono! Ma un pizzico di zenzero fresco ce lo vogliamo mettere? :-)

•daria
scrive: 22 giugno 2011 alle 14:23
In effetti ci sarebbe stato bene, ma dalle mie parti si fa una fatica a trovarlo!

Ciliege: non si butta via niente!

on Venerdì, 17 Giugno 2011. Posted in cucina

Ma voi lo sapevate che delle ciliege non si butta via niente?!

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Anche quest’anno ho preparato qualche vasetto di marmellata di ciliegia (in teoria per l’inverno, ma poi finisce sempre prima…) e togliendo i noccioli mi sono detta: “Perchè non provare a seccarli?” Sembrava cosa facile, col sole di giugno basta metterli sul davanzale… e invece le piogge dei giorni scorsi e la mia sbadattaggine hanno rovinato i piani! E allora ho usato il forno… no, non l’ho acceso appositamente! Ci ho messo i noccioli a seccare dopo averlo usato per cuocere il pane!
E alla fine ecco il mio vaso di noccioli essiccati che userò per un cuscinetto – sacchettino per i dolori cervicali e le ammaccature, da scaldare in forno o da raffreddare in congelatore.
Avevo anche raccolto un po’ di gambi da usare per farne tisane, ma il vento se li è portati via! Sarà per il prossimo anno!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 risposte a Ciliege: non si butta via niente!
•cristina sclavi scrive:
18 giugno 2011 alle 15:42
avevo sentito da una mia amica naturopata la possibilità di fare questo cuscino…e stanno finalmente sono riuscita a farlo…ma non sapevo che funzionasse anche come borsa gelo!!tu con che stoffa consigli di farlo?grazie mille ciao ciao

•daria scrive:
18 giugno 2011 alle 22:47
Ciao Cristina, non penso sia necessaria una stoffa particolare, basta che sia robusta e naturale… io lo farò in cotone, magari usando dei ritagli di canovacci o di lenzuoli vecchi di quelli spessi (me ne basta poca perchè verrà un cuscinetto 20×10 cm). Pensavo di fare un primo sacchetto interno bianco che contiene i noccioli e un secondo esterno lavabile e apribile con una stoffa colorata. Sicuramente se hai del cotone bio o della canapa vanno benissimo. Mi sarebbe piaciuto farne uno da cervicali con la forma a U, ma sarà per l’anno prossimo…


•equAzioni scrive:
29 giugno 2011 alle 11:57
mmmm…in effetti non ci avevo mai pensato!la mia mamma li essica al sole e io, quando lo faccio, pure!come li hai messi a “cuocere” quindi? a che temperatura, per quanto..?

•daria scrive:
29 giugno 2011 alle 12:55
Avevo appena cotto il pane, quindi il forno era a 180-200 gradi, ho tolto il pane,spento il forno, messo i noccioli sulla teglia del forno sparsi, chiuso e lasciato lì i noccioli finché il forno non si è raffreddato…

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