in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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cucina

Torta mais e mele

on Venerdì, 18 Novembre 2011. Posted in cucina

Sulla scia dei mille utilizzi delle mele prese col gas pubblico anche questa semplice tortina che è piaciuta tanto a tutti, persino ad Alice che solitamente se non vede cacao o cioccolata declina ogni dolce!
La particolarità sia nella presenza della farina di mais che le da un bel colorito giallo, sia nella lievitazione con soli aceto e bicarbonato che la rendono leggerissima, oltre come consuetudine all’assenza di uova e latticini, cosa che accomuna quasi tutti i miei dolci.
Semplice come sempre, adatto anche ai piccoli cuochi!
Ingredienti:
•200 gr di farina di mais (io avevo di mais sponcio biologica del Parco Dolomiti Bellunesi)
•200 gr di farina tipo 2 (come sempre quella delle Barbarighe)
•100 gr di zucchero integrale di canna (tipo Muscobado del commercio equo)
•3 mele grattugiate (io avevo le solite dolcissime mele Primera del parco Dolomiti Bellunesi)
•100 gr di olio di semi di girasole spremuto a freddo
•una bella manciata di uvetta sultanina
•1 mela a fettine per decorare
•1 cucchiaino di bicarbonato
•1 pizzico di sale
•1 spolverata di cannella
•1 cucchiaio di aceto
Mescolare tutti gli ingredienti secchi: farine, zucchero, sale, cannella, bicarbonato, uvetta. Aggiungere le tre mele grattugiate e l’olio e mescolare. Preparare uno stampo da plumcake foderato di carta forno e accendere il forno a 180°. Tagliare a spicchi l’ultima mela. Aggiungere il cucchiaio di aceto e mescolare bene (vedrete formarsi una schiumina che è la reazione col bicarbonato che consente la lievitazione del dolce). L’impasto deve rimanere piuttosto denso. Infilare gli spicchi nella torta e quando il forno sarà caldo infornare per mezzora a 180° (prova stecchino per verificare la cottura.)
Ecco il risultato!

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Vi assicuro che non sa di aceto! :-)

4 risposte a Torta mais e mele

•Stella
scrive: 16 novembre 2011 alle 10:44

Di torta con l'aceto ne ho provata una pure io... effettivamente non si sentiva... :-) ma tu sai a cosa serve nell'impasto? serve per far? lievitare? esaltare il gusto??? se provi le polpette tofu e pane fammi sapere se ad Alice sono piaciute!
Rispondi
•daria scrive:
16 novembre 2011 alle 10:48
Si, serve a far lievitare… come vedi non ho usato lievito o cremor-tartaro (non ne avevo in casa e mi dimentico costantemente di acquistarli…).L’aceto reagisce col bicarbonato e fa lievitare il dolce. Proverò stasera o domani le polpette! Ti farò sapere!
Rispondi
••chiarina-ina
scrive: 16 novembre 2011 alle 16:19

E' perfetta per me che mal sopporto il lievito! :-) Yu-huuuuu!
Rispondi
•Arianna
scrive: 17 novembre 2011 alle 17:46
Slurp…..!!!Rispondi

Pan-mela

on Lunedì, 14 Novembre 2011. Posted in cucina

2011 1103007-ritCon l’arrivo della cassetta piena di mele del Parco delle Dolomiti Bellunesi ordinate col gas si moltiplicano le ricette che ne prevedono l’utilizzo, e dopo i primi giorni in cui vengono consumate esclusivamente tal quali o al massimo cotte, cominciano le torte di mele, le marmellate di mele, il risotto di mele, mele grattugiate e stavolta ho sperimentato il pan-mela, con l’idea di ottenere un pane dolce e morbido per la colazione. 

Per questa volta ho avuto la collaborazione dell’apprendista assistente in erba che ha seguito le fasi dall’alto (neanche tanto…) della mia schiena!
Come sempre ho preso la pasta madre rinfrescata da 6-8 ore, circa 200 gr, ho aggiunto solo 150 ml di acqua anziché i soliti 300 ml, a seguire come sempre 1 cucchiaino raso di sale integrale e 2 cucchiaini di malto di riso e mescolato. Ho grattugiato 2 mele Primera rosse (sono simili alle Gala) e ho versato nell’impasto sia la polpa che il succo e amalgamato il tutto.
A questo punto ho aggiunto circa 400 gr di farina tipo 2, fino ad ottenere un impasto ancora molto morbido e appiccicoso, piuttosto idratato che ho rimesso a lievitare in frigo visto che non ero sicura di poter seguire la lievitazione dovendo muovermi. In effetti il pane è rimasto solo soletto a lievitare lentamente in frigo fino alla mattina dopo, quando aprendo il frigo per prendere il succo per la colazione me ne sono ricordata!
Quindi dopo 12 ore (penso) di frigo ho ripreso l’impasto, l’ho sgonfiato, volevo aggiungerci uvetta, ma mi sono accorta che l’avevo finita e allora ho versato tutto questo impasto informe in una teglia da plumcake e l’ho lasciato a lievitare per un’oretta, passata la quale ho acceso il forno a 220°. Nel
frattempo ho spennellato la superficie di malto e acqua (li avevo mescolati in una tazzina) e a forno caldo ho infornato per 10 minuti a 220° e a seguire 40 minuti a 180°. Ne è risultato un pane ben lievitato, morbido e umidino, dolce ma non troppo, ideale per colazione da solo o con un po’ di marmellata.

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Una risposta a Pan-mela
•patespery scrive:
14 novembre 2011 alle 20:34
Questo pane ci attizza particolarmente,ma la foto con il tuo assistente è troppo simpatica!!però anche la tua bimba non è da meno nel darsi da fare ai fornelli!ciao e buona serata!
Rispondi



San Martino e i biscotti-cavallini di Alice

on Venerdì, 11 Novembre 2011. Posted in cucina

Oggi è San Martino, qui da noi è festa grande, c’è la fiera, le scuole sono chiuse e si passa la giornata in giro per il centro fra bancarelle e giostre. Un appuntamento imperdibile e che fin da bambini si aspetta con ansia… Nell’aria si respira un’aria di festa, le giornate sono ancora tiepide (è l’estate di San Martino – e in effetti il sole è tornato a brillare in questi giorni anche se in realtà quest’anno il ghiaccio non l’abbiamo ancora visto…). Per l’occasione in commercio si trova un dolcetto-biscotto, il cavallo di san Martino, appunto, ricoperto di caramelle e cioccolatini vari. Noi abbiamo pensato di regalare ai piccoli amici di Alice un cavallino di San Martino autoprodotto, senza dolciumi, con una ricetta speciale che Alice stessa ha inventato l’anno scorso, passandomi a sua scelta gli ingredienti. Purtroppo però non avevamo la formina per il cavallo e quindi abbiamo optato per modificare manualmente la formina renna che usiamo a Natale. Ecco quindi i biscotti-cavallini di Alice !

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Ricetta per 12 cavallini circa (senza cavaliere nel nostro caso…):
5 cucchiai colmi di farina tipo 2
2 cucchiai colmi di farina di mandorle
3 cucchiai di zucchero di canna integrale grezzo (tipo muscobado)2 cucchiai colmi di cocco in scaglie
3 cucchiai di olio di semi di girasole spremuto a freddo
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaio di aceto di mele
latte di miglio quanto basta
Mescoliamo gli ingredienti secchi, aggiungiamo l’olio, l’aceto e latte quanto basta per avere una palla liscia.
Accendiamo il forno a 180°, prepariamo la teglia con la carta forno, mettiamo un bel po’ di farina sulla spianatoia e stendiamo la pasta aiutandoci con la farina. Ritagliamo le nostre renne e le trasformiamo in cavallini togliendo le corna e mettendo la coda. Le disponiamo sulla teglia e inforniamo per 12 minuti. Quando escono sono morbidini, dopo un paio di minuti si seccano. Io li conservo in una scatola di latta, durano vari giorni se non siete golosi o se volete regalarli!
Buon san Martino!

 

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4 risposte a San Martino e i biscotti-cavallini di Alice
•Francesca scrive:
11 novembre 2011 alle 15:37
Bellissimi e dolcissimi …………. resi così dolci dalle mani di Alice!!E allora Buon San Martinop.s. Il mio paesino della montagna si chiama S. Martino!!

•FRANCESCA EQUAZIONI scrive:
12 novembre 2011 alle 15:06
….ultimamente mi sembra di vivere su un altro pianeta….ma dove lo trovate il tempo?
spacci anche quello?? ;D
•daria
scrive: 12 novembre 2011 alle 15:28
Magari potessi spacciare anche il tempo! In realtà per cucinare con Alice il tempo lo trovo sempre è per lavorare che manca! :-)

•RAFFAELLA
scrive: 14 novembre 2011 alle 09:08
CHE BELLO METTERE TUTTO IN SECONDO PIANO PER I FIGLI!COMPLIMENTI
DARIA

Cardi… ?!?

on Giovedì, 10 Novembre 2011. Posted in cucina

dariaL’acquisto di frutta e verdura tramite il gruppo di acquisto è sempre fonte di scoperte… nell’ultimo listino del nostro produttore trovo scritto “cardi” e come sempre la curiosità me li fa ordinare pur non sapendo esattamente cosa mi sarei ritrovata nella borsa della spesa. Il giorno della consegna mi telefona Silvana, la moglie del produttore, per avvisarmi che l’unico cardo che rimaneva nell’orto pesava la bellezza di 3 kg: lo volevo tutto o ero disposta a dividerlo con un altro socio che l’aveva ordinato? Appurato che l'altro socio altri non era che mia sorella (dalla stessa indole curiosa...) ho accettato di dividerlo! :-)
E cosa mi sono ritrovata quindi in una borsa assieme a spinaci, bieta, carote e quant’altro?Ecco qua! Uno di questi! Dimensioni: circa 1 metro di lunghezza per 15 cm di diametro, addobbato
da qualche foglia spinosa…

cardo

Dopo aver dato la sua metà a mia sorella, si è posto subito il problema di prepararlo visto che tra l’altro in
frigo intero non ci stava viste le dimensioni!Ho scelto di provare una ricetta, che ho un po’ modificato, di un libro pubblicato dall’associazione
La biolca, ovvero “barchette di cardo”.In primo luogo bisogna pulire bene il cardo dai filamenti esterni più duri, io ho usato un pelapatate. Poi ho tagliato i gambi in pezzi da 10 cm circa che Alice ha riposto in una bacinella con acqua e limone. Nel frattempo ho messo a bollire un pentolone d’acqua. Appena l’acqua bolliva ci ho messo
i tranci di cardo e li ho scottati per una quindicina di minuti.Intanto che la casa si riempiva di un profumo molto simile a quello dei carciofi, ho tritato una carota
grande, mezzo porro e una cipolla e in seguito l’assistente ha mescolato il tutto e condito con sale,
origano, maggiorana, rosmarino e olio.Una volta cotti i cardi li ho disposti su una pirofila e li ho riempiti con il trito di verdure condite.
L’assistente ha voluto aggiungere anche una spolverata di parmigiano grattugiato e un filo d’olio.Ho coperto la teglia con la stagnola e infornato a 180° per mezzora. Ho tolto la stagnola e lasciato
nel forno spento per una decina di minuti. Ecco il risultato:

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Sono stati molto graditi: il gusto assomiglia a quello dei carciofi, ma più delicato con un vago
ricordo di sedano… ve li consiglio!

6 risposte a Cardi… ?!?

•chiarina-ina
scrive: 10 novembre 2011 alle 19:37
Io adoro i cardi! Noi raccolgiamo sempre quelli selvatici in campagna! :-) vedo che tu hai preso solo i gambi, noi invece usiamo anche l’infiorescenza, un minuscolo carciofo spinosissimo che facciamo sott’olio dopo infinite ore di preparazione! Così come li hai fatti
tu non li ho mai provati, e sono molto curiosa, sembrano molto buoni…buona serata Daria!Rispondi
•daria
scrive: 10 novembre 2011 alle 22:01
Li raccogli in campagna! Bellissimo! A me li ha dati così, già tagliati il produttore, non sapevo che si potessero usare anche i fiori (che a dire il vero ho visto solo in foto...
). Ma quelli selvatici sono della stessa grandezza o più piccoli? Perché adesso che ci penso nel paro vicino all’orto nasce ogni tanto una pianta
spinosissima con fiori simili a quelli del carciofo…Rispondi
••Elena
scrive: 14 novembre 2011 alle 10:17
I cardi sono un must della cucina Piemontese. Si possono fare in flan con la fonduta o la bagna caoda o cuocerli col latte, aglio e acciughe ( di nuovo la bagna) ma  anoi piacciono tanto anche gratinati con il parmigiano e la groviera (emmental) :-)
Rispondi
•daria
scrive: 14 novembre 2011 alle 11:26
Grazie delle dritte Elena! Sicuramente li proverò anche in altri modi visto che sono piaciuti molto! Devo solo attendere che crescano quelli che ha piantato il nostro
produttore-fornitore del gas!Rispondi
•Elena
scrive: 23 novembre 2011 alle 10:17
Bene bene! Ti aggiungo: impanati col pan grattato e fritti (non proprio il massimo per la dieta) e (li adoro) ripassati nello spezzatino (va bene anche se
di seitan)Rispondi
•daria
scrive: 23 novembre 2011 alle 11:59
Ho provato a metterli anche nel sughetto vegetale visto che ne erano
avanzati un po’… buoni buoni!Rispondi

Corbezzoli!

on Mercoledì, 09 Novembre 2011. Posted in cucina

No, non si tratta di una semplice esclamazione e nemmeno di un frutto che si ritrova solo nelle favole! Sono dei piccoli frutti autunnali rossi e tondi che avevo già trovato nelle nostre passeggiate nei colli Euganei e che ho avuto il piacere di incontrare in copiose quantità anche in liguria. Stavo già pensando di raccoglierne un bel po’ da portare a casa, quando la signora che ci ospitava mi ha invitato a farlo sottolineando: “Ci puoi anche fare la marmellata!”

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La sfida era accolta! Quindi prima di partire eccoci tutti attorno ai cespugli a raccogliere una bella borsa piena di frutti rossi da portare a casa…
Ma una volta a casa i dubbi cominciano ad assalirmi… non saranno da eliminare tutti questi semini che riempiono i frutti? e come? Una ricerca in rete mi conferma che in effetti prima vanno tolti i semi… l’impresa si presenta più ardua del previsto!

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Quindi ho selezionato i frutti tenendo solo quelli più maturi, li ho messi in pentola con acqua a filo e li ho fatti bollire per 15-20, tempo nel quale si sono sfatti completamente rilasciando un dolce e buon profumo per tutta la casa. Un assaggio alla poltiglia mi ha confermato che i semini erano veramente tanti! A questo punto per eliminarli ho passato il tutto su un colino a maglia fitta, schiacciando bene con una forchetta in modo da estrarre il succo e la polpa e trattenere i semini: operazione che necessita di una buona dose di pazienza!
Fatto questo ho aggiunto il succo di mezzo limone, 3 cucchiai di zucchero di canna e rimesso a bollire. Secondo la ricetta bastavano 15-20 minuti in realtà mi sono ritrovata con un bel succo e polpa di corbezzolo che di addensare non ne voleva sapere, a questo punto senza lasciarmi scoraggiare, ho pensato di aggiungere un cucchiaino di agar-agar (alga addensante) e una volta invasati e raffreddati il tutto si è addensato! Non ci resta che assaggiare!
Ed eccola qui la nostra fetta di pane con marmellata di corbezzoli… effettivamente ne è valsa la pena: deliziosa, non troppo dolce, un po’ rustica!

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marmellata2 risposte a
Corbezzoli!•Arianna
scrive: 9 novembre 2011 alle 18:53
Daria, splendida ricetta! Da provare assolutamente!! In negozio la vendo fatta da una ditta del centro sardegna. Ti dico gli ingredienti che usano loro, se vorrai riprovarla ancora!
Corbezzoli e zucchero, limone e Mele, come addensante! un abbraccio!Rispondi
•daria
scrive: 9 novembre 2011 alle 21:18
Grazie Arianna, in effetti le mele come addensante non mi erano venute in mente! Chissà se avrò modo di trovarne ancora la ripeterò aggiungendo una mela (grattuggiata?) intanto prenderò una pianta di corbezzoli per il giardino! :-)
Rispondi

La pasta che? Vi invito al Pasta Madre Day

on Lunedì, 07 Novembre 2011. Posted in cucina

volantino-pmd1-215x300Ma perché la usi la pasta madre? La pasta … che? Ah… come mia nonna! Ma chi te lo fa fare? Ma dove la compri? Ma come si usa? Ma devi essere sempre a casa! E quando vai in vacanza?
Queste alcune delle più frequenti domande che mi sento rivolgere da chi scopre come mi faccio il pane!
E proprio io che ero quella che il pane non lo mangiava mai, che mi lasciava pesante e neanche la scarpetta ci facevo, lungo il percorso di acquisto e consumo critico degli ultimi 10 anni mi sono imbattuta quasi per caso in un articoletto che parlava della pasta madre, che non è costituita altro che da acqua e farina lasciate fermentare, e ho provato a farmela ormai 4 anno e mezzo fa… Dopo i primi risultati deludenti, insistendo ero arrivata a produrre qualcosa di decente, quando è nata Alice e la mia assenza ha determinato l’abbandono momentaneo della pasta madre dimenticata in frigo per troppo tempo. Per fortuna è arrivata in soccorso mia sorella che mi ha spacciato la sua pasta madre che tuttora vive da noi e che nel frattempo è diventata nonna lasciando figlie in giro per l’Italia!
Ma perchè mai “complicarsi” tanto la vita? Il pane non è di per se sano e salutare, fatto di ingredienti genuini se lo compriamo dal panettiere? Si e no, o meglio non sempre e sempre di meno… Se vi soffermate (e riuscite) a leggere gli ingredienti del pane in panificio vi accorgerete che la lista è ben più lunga di acqua, farina, lievito, sale… ci si perde fra emulsionanti, additivi, etc… e allora per essere sicura di quello che mangio preferisco autoprodurmelo se possibile. (a tal proposito vi rimando alla lettura di questo bel articolo di Riccardo sul blog della Comunità della Pasta Madre)
E in effetti fare il pane a lievitazione naturale al giorno d’oggi è un gesto rivoluzionario, produco il lievito e anche il pane, non devo uscire a comprarlo… e le farine? Il mio sogno è autoprodurle con un piccolo mulinetto, per ora mi accontento di acquistare quelle biologiche, integrali e macinate a pietra col g.a.s….
E’ anche un ritorno a ritmi naturali, lenti… per lievitare il pane a lievitazione naturale ha bisogno di tempi lunghi, non bastano una bustina e un’oretta…
Poi si scopre che questo pane è anche più salutare, più digeribile, si riscoprono i gusti delle diverse
farine di cui si conosce la storia, si sa chi e come le ha prodotte!E arriviamo alla domanda principale: dove compro la pasta madre? la pasta madre NON si compra o te la prepari o te la regalano! Ecco perché è scomoda! non fa guadagnare soldi a nessuno! In compenso regala soddisfazione, salute e non da ultimo amicizie, che nascono proprio regalando un pezzetto di pasta madre
!Ho invogliato qualcun altro a provarci? Siete ancora senza il vostro pugno di pasta madre? Allora partecipate alla giornata di spaccio nazionale organizzato dallaComunità del cibo Pasta Madre per il 10 dicembre in molte città italiane (io, anzi noi, perchè di mezzo c'è anche mia sorella :-) stiamo organizzando il nostro spaccio, a breve maggiori informazioni… nel frattempo pensateci e fatevi convincere dalla vostra amica farina a fare il pane come è successo
alla Pimpa!

http://www.youtube.com/watch?v=XNPY6OnzOzY

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Pubblicato in cucina | Contrassegnato autoproduzione, pane,
pasta madre13 risposte a
La pasta… che? Vi invito al Pasta Madre Day•mestieredimamma
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:02
Daria!!! Questo post è una delizia! Io l’anno scorso ne ho ricevuta un po’ da Gloria (amica blogger, spacciatrice) e abbiamo poi fatto anche il panettone, partecipando ad un contest in
coppia (bellissimo)ma quest’estate in un momento di grande fatica per tutta la famiglia ci siamo fermati (se sapevo che si poteva congelare l’avrei fatto!!). Insomma, per farla breve, adesso mi faccio il pane, ma con la pasta madre ‘secca’ o il lievito di birra, quelli si comprano, meglio di niente. Ma mi piacerebbe ricominciare… Non è che me ne spacceresti un po’? L’idea di iniziare da
zero mi spaventa un po’, il pasta madre day casca a fagiolo!Rispondi
•daria
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:10
Ma certo! te la spaccio più che volentieri! se abbiamo occasione al pasta madre day, altrimenti ci si organizza… mi ricordo il tuo meraviglioso panettone! Io l’anno scorso ne avevo fatti di piccoli con Alice, quest’anno vediamo se riesco ad
organizzarmi per quello grande!Rispondi
•mestieredimamma
scrive: 17 novembre 2011 alle 11:23
grazieee!! allora aspetto news sulla giornata di spaccio! dai che è la volta che
ci conosciamo!Rispondi

•Francesca scrive:
17 novembre 2011 alle 12:44
Commovente……………non so dire altro!!!
Anzi si ….. dico che ci verrei volentieri al vostro pasta madre day ………….Rispondi
•daria
scrive: 17 novembre 2011 alle 15:52
Francesca… io ho ancora in mente la proposta alternativa abruzzese… ma non
demordo! Ci sarà sicuramente un’altra occasione di spaccio in trasferta!Rispondi
••Arianna
scrive: 17 novembre 2011 alle 17:45
Daria, che bello…è come se avessi aperto una porta su un bellissimo giardino e avessi cominciato a guardare cosa c’è attraverso! è un nuovo …affascinante…mondo…grazie per
averne parlato! Ho tanto da imparare da te!!!Rispondi
•daria
scrive: 18 novembre 2011 alle 12:32
Rispondi
••Valentina
scrive: 17 novembre 2011 alle 22:04
Daria!!! Ma allora mi vuoi proprio conquistare con la pasta madre!!! Mi sa proprio che,
Rispondi
•daria
scrive: 18 novembre 2011 alle 12:33
Si, dai! mi farebbe proprio piacere!Rispondi
••Riccardo Astolfi
scrive: 19 novembre 2011 alle 12:31
Fantastico…p.s. ricordati di segnalare il tuo evento sul sito non appena prontooooo!Rispondi
•daria
scrive: 19 novembre 2011 alle 19:04
Certo Riccardo! Provvederò al più presto!Rispondi

•Pingback: Per un pugno di pasta madre! (Pasta madre day) | | Gocce D'AriaGocce D'Aria
•Pingback: Albero di Natale parte2: alberi di pane | | Gocce D'AriaGocce D'Aria

La cena di Halloween

on Lunedì, 31 Ottobre 2011. Posted in cucina

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Anche se in questo momento saremo in giro per l’Italia e non torneremo prima di sera, vi lascio un’idea per la cena o il pranzo di halloween o per quando ne avete voglia, una ricetta a base di zucca logicamente: gnocchi di zucca! Che ci riportano anche un po’ col pensiero alla nostra cara montagna e in particolare a quelli che preparano al rifugio Scarpa e da preparare tutti insieme visto che è un giorno di festa e i bimbi sono a casa!
Basta avere della zucca già cotta al forno (la potete cuocere anche il giorno prima, io ci metto sopra un foglio di alluminio in cottura affinché durante la cottura non si secchi).
Metto a bollire una pentola con acqua leggermente salata.
Preparo una padella con olio evo e foglie di salvia.

Con una forchetta schiaccio la zucca per ottenere una purea (lascio da parte solo la buccia che si può usare per altro), io non la frullo sia perchè Alice non sopporta il rumore del frullatore, sia perchè si ottiene lo stesso risultato mescolandola bene con la forchetta…
A questo punto chiamo a raccolta gli assistenti e aggiungo la farina, ne basta poca giusto per addensare un po’ il composto. Versiamo sulla spianatoia un bel po’ di farina e con le mani facciamo dei “serpenti” che poi tagliamo a pezzetti e lavoriamo appena per farne delle palline che eventualmente potete schiacciare col dito, oppure i bambini possono fare le forme che preferiscono, per esempio Alice ne ha fatti alcuni a serpente…
(NB: l’impasto deve rimanere appiccicoso, non esagerate con la farina altrimenti vi diventano
pesanti)

 

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La ricetta completa la trovate qui, assieme a quella delle chioccioline di zucca che possono accompagnare il tutto.

gnocchi

Se poi volete strafare con la zucca e prepararci tutto il pranzo/cena vi rimando a queste altre ricette:
- pane e focaccia con la zucca
- miglio con la zucca
- zucca al forno
Vi saluto riportando le interessanti riflessioni che condivido in toto dal blog di depuriamo:
“Perchè non uso burro nel condimento e uova nell'impasto degli gnocchi? Perchè sono alimenti preziosi (e chi ha allattato lo sa quanta fatica fisica si fa a produrre latte). Quindi cerco di utilizzare questi prodotti in piatti che li valorizzino e non li facciano disperdere solo ai fini della consistenza o estetici. Credo che ci sia una sorta di scala di importanza dei cibi e che vada rispettata.
Piuttosto che perdere un uovo nelle polpette, preferisco fare delle uova sode o una frittata. Piuttosto che usare il latte nel purè, preferisco farmi degli yogurt aromatizzati. Cerco di dare valore al valore, e soprattutto di far capire alla mia famiglia che c'è tanta energia e sacrificio in questi alimenti, e noi non possiamo sprecarli.
Questo non significa che dobbiamo rinunciare al nostro modo di mangiare e alle ricette a cui siamo abituati, questo è solo un limite della nostra pigrizia. È la fantasia che ognuno di noi possiede che può portare originalità e allegria in ogni pasto, anche il più semplice. È la fantasia che ci rende migliori.”

 

Pane e focaccia alla zucca

on Venerdì, 28 Ottobre 2011. Posted in cucina

Che la zucca sia una delle cose di cui sono/siamo più golosi ormai l’avrete capito e questo è proprio il periodo migliore per gustarla! Domenica avevo in mente di prepararci pane visto che ne avevo già pronta cotta al forno e bella morbida, ma eravamo ospiti da amici per cena e non mi piace presentarmi a mani vuote, quindi ho pensato di portare in dono una focaccia fatta proprio con l’impasto alla zucca!
Ecco qui come mi sono organizzata. Intanto la sera prima avevo messo a cuocere nel forno (assieme ad una tortina con mele) dei bei pezzi di zucca: basta farne dei pezzettoni tenendo anche la buccia, coprire il tutto con una stagnola così la superficie non secca e infornare per un’oretta. Inoltre avevo rinfrescato come sempre la mia pasta madre.
La mattina ho ripreso la zucca, con una forchetta ho tolto la buccia (si può tenere per brodo, risotto, pasta… quello che vi viene in mente o dare come merenda ai bambini) e schiacciato tutto bene, mescolato fino ad avere una purea (saranno stati circa 350 gr). Ho aggiunto alla pasta madre (circa 150 gr), 300 ml di acqua, un cucchiaino raso di sale fino integrale, un cucchiaino di malto di riso e mescolato. Poi ho aggiunto la zucca e mescolato. Ho cominciato ad aggiungere farina fino ad avere un impasto appiccicoso, trattabile ancora col cucchiaio e a questo punto l’ho messo a lievitare per 4 ore coperto.
Ripreso l’impasto l’ho diviso in 2 parti: con una ci avrei fatto il pane e con la seconda la focaccia.
Per il pane: ho aggiunto farina fino ad avere una palla morbida e leggermente appiccicosa che ho schiacciato con la mano e arrotolato su se stessa fino ad avere un filone che ho riposto a lievitare in una teglia da plum-cake per un paio d’ore.
Per la focaccia: ho aggiunto dei pezzetti di mozzarella, dell’origano, delle olive nere snocciolate e tagliate e pezzetti all’impasto e mescolato. Ho versato il tutto su una teglia rotonda livellando un po’ col cucchiaio e messo a lievitare per un’ora e mezza.
Passato il tempo ho acceso il forno a 230°, nel frattempo ho fatto dei tagli sul pane e spennellato la superficie con una miscela di acqua e olio evo. Ho cosparso la superficie della focaccia con qualche granello di sale grosso, origano, rosmarino e maggiorana tritati e spennellato con la stessa miscela.
Infornato contemporaneamente a 215° (forno non ventilato) per 15 minuti, più altri 20 minuti a 180° per la focaccia e 30-35 minuti per il pane.
Ed eccole qua le mie creature arancioni!

focaccia con zucca

la focaccia


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il pane


Entrambi erano morbidissimi! Il pane ottimo a colazione!


Ecco la fetta:

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Altre idee per il pane con la zucca le trovate sul sito della comunità del cibo pasta madre e su Depuriamo

 

5 risposte a

Pane e focaccia alla zucca

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•Arianna
scrive: 2 novembre 2011 alle 10:48
Mi sembra di sentirne la morbidezza e il profumo…che meraviglia!!
•Federica
scrive: 2 novembre 2011 alle 12:40
Sarà che ho letto queste ricetta sotto mezzodì ma ciò l’acquolina!!!!!
•federica
scrive: 2 novembre 2011 alle 18:37

Siamo anche noi amanti della zucca, proverò a cimentrmi con queste ricette golosone! :-)

•daria scrive:
2 novembre 2011 alle 18:43
Dopo fammi sapere come sono venute!


Come scoiattoli…

on Mercoledì, 26 Ottobre 2011. Posted in cucina

Fra i librini che Alice ha portato a casa dalla biblioteca ultimamente, ce n’è uno che ben si adatta alla nostra casa in questo periodo dell’anno, “Lo scoiattolo” (ed. Arka), in particolare nell’ultima pagina:

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infatti proprio come questi simpatici animaletti ci ritroviamo con le scorte di cibo per l’inverno autoprodotte, acquistate col gas o regalateci da parenti e amici e la voglia di riposare o stare al calduccio davanti al fuoco a chiacchierare… Ed ecco quindi la nostra scorta per l’inverno con i colori caldi dell’autunno: in primo luogo la conserva e i peperoni in agrodolce fatti dalla nonna con i pomodori e i peperoni del nostro orto, e poi tanta nutriente e golosa frutta secca e fresca a partire da uno scatolone di noci regalato da un amico,

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uno di mandorle

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e uno di kiwi sempre produzione nonnesca, una cassa di mele del bellunese presa col gas,

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un sacchetto di noccioline regalate da un’amica,

nocciole

e per finire svariate bottiglie di birra prodotte dal marito e marmellate varie di mia produzione…

peccato che a differenza degli scoiattoli non possiamo stare qualche settimana a dormire! :-)

Tortino patate, cavolo cappuccio e collaborazione

on Lunedì, 24 Ottobre 2011. Posted in cucina

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Questa settimana causa tosse fastidiosa ho preferito che Alice non andasse a scuola e quindi mi sono ritrovata a preparare anche il pranzo in sua compagnia: visto che era malaticcia abbiamo deciso di preparare uno dei suoi piatti preferiti, ovvero il tortino di patate e cavolo cappuccio per fare il quale il suo contributo è determinante.

Ingredienti:

  • mezzo kg di patate
  • mezzo cavolo cappuccio dell'orto
  • sale fino integrale qb
  • cannella qb
  • noce moscata qb
  • pane vecchio da grattuggiare
  • lievito alimentare in scaglie 

Semplicissima la preparazione: mettere a lessare circa mezzo kg di patate (io avevo delle patate tipiche di Cesiomaggiore prese col gas), nel frattempo tagliare mezzo cavolo cappuccio a listarelle sottili e metterlo in padella con solo un filo d’acqua. Accendere a fuoco lento e spegnere quando sono appassite. Salare e mettere da parte. Quando le patate sono tenere scolarle. Qui comincia il contributo dei piccoli che possono pelare le patate, metterle nello schiacciapatate e schiacciarle (se non hanno forza col vostro aiuto). Una volta schiacciate tutte le patate, aggiungere un po’ di sale, cannella, noce moscata grattugiata e mescolare, aggiungere anche il cavolo e mescolare (controllate che gli assaggi dell’aiutante non siano eccessivi…).

Mettere tutto in una pirofila e schiacciare con la forchetta. Grattugiare del pane vecchio e far ricoprire bene all’aiutante la superficie del tortino, cospagere di lievito alimentare in scaglie, versare anche un filo di olio evo. E via in forno a 180° per una mezzora o finché la superficie non è dorata!

Questa ricetta partecipa al al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli per la sezione salati.

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In questo caso gli ingredienti usati fra i magnifici 20 sono: fra i cavoli, il capuccio e l'olio evo.

 

11 risposte a Tortino patate, cavolo cappuccio e collaborazione

•Stella scrive:
24 ottobre 2011 alle 14:34
Tu hai una bimba che adora il cavolo? Non vale però! :-) Questa la provo di sicuro!

•daria scrive:

Eh, si, sono fortunata, Alice non solo adora il tortino, ma il cavolo le piace anche crudo... ne mangia a palate! :-)
Comunque questo tortino è apprezzato anche da chi di solito non mangia il cappuccio… infatti una volta l’ho portato ad una cena fra amiche ed è stato gradito anche delle rispettive  bimbe! Fammi sapere come è andata la prova!


•Stella scrive:
27 ottobre 2011 alle 11:29
La mia battaglia con jodie è persa in partenza, un antivegetale fatta a persona! appena letto ho provato in padella l'abbinamento verza e patate: ottimo! Jodie: Bleah!


••Mammafragolaecioccolato
scrive: 24 ottobre 2011 alle 15:40
Noi lo facciamo uguale!!!!! Ed è buonissimo! Allora appena lo metto sul blog firmo a nome
di tutte e due…. Anzi ci metto pure Alice e Ciock!!!!!


•daria
scrive: 24 ottobre 2011 alle 21:03
Alice è d’accordo! Firma più che volentieri!


••Francesca
scrive: 24 ottobre 2011 alle 17:37
Perfetto …………… vado a preparare la cena!! Non sapevo cosa fare con quel cavolo cappuccio proveniente dell’orto…………………… e non sapevo cosa fare per cena!!!Venirti a trovare è sempre utile oltre che piacevole!!! Dai poi ti lasci oanch'io una ricettina, giusto per bilanciare il tutto! :-)
Vadooooooooo


•daria
scrive: 24 ottobre 2011 alle 21:03
RAllora come è venuto? Aspetto la ricetta! :-)


••Francesca
scrive: 25 ottobre 2011 alle 14:38
Eccomi pronta!!Il tortino????? Che peccato che sia finito …………. è praticamente sparito sotto i miei occhi (e anche i miei denti devo dire!!) Veramente una leccornia se pensiamo che dentro c’è del cavolo che in genere non ottiene così tanti consensi in giro, non trovi? Se vai su fb ti ho lasciato un “video messaggio” tutto per te!!!E la ricettina eccola qui:l’ho messa anche sul blog laboratorioveg perchè ormai sto seguendo una serie di blog e come saprai uno tira l’altro!!! Spero che piacerà!RISO E INDIVIAFare un soffritto con aglio e/o cipolla sedano e carota, aggiungere passata di pomodoro e fare cuocere per una 15 di minuti, poi mettere l’indivia lavata e scolata poco e lasciare stufare con il coperchio, appena si è appassita aggiungere acqua ,una patata tagliata a dadini, sale e far cuocere a fuoco basso per un’altra 15 di minuti o poco più. Rialzare la fiamma fino a far bollire l’acqua, a questo punto buttare il riso fino a cottura.Io faccio tutto a occhio, anche l’acqua a volte ne metto di più e viene più a minestra, a volte di meno e viene più densa tipo zuppa. La patata serve per addolcire il sapore dell’indivia e per dare cremosità al tutto, ma non è indispensabile. A noi piace tanto anche con dei crostini di pane in fondo al piatto!!Buon appetito .
E aspetto di sapere se ti è piaciuta!!

•daria
scrive: 25 ottobre 2011 alle 15:06
Ma grazie Francesca, bella ricetta! Me la segno e la preparo quanto prima… L’idea di lasciarla zupposa con crostini poi mi prende tantissimo, visto che le zuppe con i crostini sono un’altra delle ghiottonerie di Alice! Sono contenta che il tortino sia stato un successo!
Vado a vedermi il video messaggio!

•Francesca
scrive: 27 ottobre 2011 alle 14:47
Ciao!!Uffa fb non mi fa postare il messaggio …….ci riprovose non dovessi riuscirci se non ti dispiace mi potresti dare la tua mail?? Così te lo mando lì, non è niente di che ma giusto un pensiero!!!!E sono contenta che ti sia piaciuto, io in questi giorni sto sperimentando le ricette di laboratorioveg e ….. sono riuscita a mangiare anche il tofu!!!! I bocconcini di soia, non so te, ma a me non sono mai andati giù e anche ieri sera con la ricetta dei bocconcini al limone
speravo di riuscirci ma niente da fare, io penso che sia la consistenza, comunque 3 ricette strariuscite su 4 non mi sembra un cattivo risultato. Ho fatto la lasagna al ragu di lenticchie … strepitose, non ne è avanzato neanche una briciolino!!! I biscotti cioccolato noci e mandorle li sto sgrannochhiando mentre ti scrivo e il tofu strapazzato con zucca e radicchio è stato un pasto delizioso!!! Beh ti mando un abbraccio !!!Vado

•daria scrive:
27 ottobre 2011 alle 16:10
Certo Francesca, ti mando un messaggio su fb…Guarda neanch’io impazzisco per i derivai della soia, mi piace solo il seitan che preparo un paio di volte al mese ( ti consiglio la ricetta di seitan al limone che trovi sul blog di mammafragolaecioccolato… fantastico!), neanche il tofu mi fa impazzire, lo uso in poche preparazioni! Le ricette di laboratorioveg sono fantastiche ho fatto anche la torta alla zucca, veramente buona!Ci sentiamo presto!

Torta CoMe: com’é?

on Sabato, 22 Ottobre 2011. Posted in cucina

dariaE rieccoci fra i monti dove la voglia di qualcosa di dolce, caldino e coccoloso è superlativa visto lo sbalzo termico… ma haimè, il libro di ricette (ovvero l’insieme caotico di foglietti e blocchetti pieni
di appunti) è a casa, assieme alla maggior parte degli ingredienti…
Pazienza! La fantasia non manca e vediamo di arrangiarci con quello che troviamo!Nel cassetto in dispensa trovo un po’ di fecola e del cocco a scaglie, 3 mele mi guardano tristi e un po’ rangrinzite nel cestino… e allora sarà una torta Co(cco) e Me(le)! Come? Io l’ho preparata così e il risultato è stato soddisfacente!Per prima cosa ho sbucciato le mele e le ho tagliate a spicchi e bagnate con il succo di mezzo
limone e messo da parte.Poi ho mescolato 3 cucchiai di fecola, 4 cucchiai di cocco a scaglie, 4 cucchiai di zucchero di canna (qui in montagna avevo quello cristallino, ma ci avrei visto meglio quello integrale), 1 pizzico di sale, 5 cucchiai di farina tipo 2 (come? se la trovo in montagna? no, no, il sacco di faiìrina viaggia con me e la pasta madre! :-)) e una bustina di lievito per dolci( se lo avete meglio di cremor-tartaro).
Ho aggiunto agli ingredienti secchi 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e 150 ml di latte di soia, mescolando fino ad avere un composto piuttosto denso che ho distribuito in uno strato sottile su una teglia su cui avevo steso della carta forno. Poi con la solita aiutante ho distribuito sopra gli spicchi di mela a raggiera. Ho infornato in forno preriscaldato statico a 180° per 20-25 minuti.
Eccola qui!

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Bocconcini alle giuggiole

on Martedì, 11 Ottobre 2011. Posted in cucina

Uno dei ricordi della mia infanzia è l’albero di giuggiole a casa di mia mamma, un albero che è cresciuto con me e mia sorella, a cui un tempo arrivavamo a prendere le giuggiole direttamente con le manine, poi ci riuscivamo salendo sul terrazzo sul quale lo stesso sporgeva! Vedere mia figlia e suo cugino fermarsi mentre giocano fuori dalla nonna a cercare di prendere i frutti e mangiarli più golosamente delle caramelle è una scena che mi riempie la mente di ricordi dell’infanzia…
Ora una ciotolina di giuggiole presenzia sul tavolo a casa mia, pronte da sgranocchiare mentre sto al computer… e così mi è balenata l’idea di usarle nel pane…

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Erano belle mature, dolcissime, qundi ho pensato di abbinarle all’avena per farne dei panini piccoli piccoli, bocconcini di varie forme. Come sempre ho sciolto la pasta madre rinfrescata la sera prima (circa 150 gr) in 150 ml di acqua, ho aggiunto un paio di cucchiai di olio evo, un pizzico di sale fino, un cucchiaio di malto di riso e mescolato bene. A questo punto ho aggiunto le giuggiole disossate e tagliate a pezzetti, 3 cucchiai di fiocchi di avena, 1 cucchiaio di farina di riso e aggiunto farina tipo 2 quanto basta per avere la solita palla liscia che ho messo a lievitare coperta per 4 ore circa.
Dopo la lievitazione ho ripreso l’impasto e fatto dei piccoli panini di varie forme e rimesso a lievitare per un’oretta. Infornato a 220° per 10 minuti più altri 20 minuti a 180°.
Questo il risultato:

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e questa la prova assaggio:
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Veg-sacher... all'acqua!

on Mercoledì, 05 Ottobre 2011. Posted in cucina

si tranquillizzano… Io proponevo un goloso ma sano dolce con frutta secca, ma la bimba in questione ha messo subito in chiaro che avrebbe aiutato solo se si preparava una torta con la CIOCCOLATAAAAAA!!!!!
Fortuna vuole che qualche rimasuglio di buon cioccolato fondente del commercio equo si ritrovi facilmente negli angoli nascosti di qualche pensile in cucina! Allora mi metto a cercare fra le centinaia di pezzi di carta vaganti che sarebbero il mio quaderno di ricette quella di quella ottima torta al cioccolato che avevo già preparato un paio di volte, una vecchia ricetta letta su Veganblog…
Eccola la Veg-sacher! Facile facile, adatta anche ai piccoli chef!
Per prima cosa mescoliamo 350 ml di acqua con 260 gr di zucchero di canna integrale e 90 ml olio di semi di girasole spremuti a freddo. In un’altra terrina mescoliamo 340 gr di farina (io ho usato la tipo 2, va benissimo anche l’integrale, o anche un po’ di segale e il resto tipo2) con 2 cucchiai colmi di cacao amaro del commercio equo e una bustina di cremor tartaro. Uniamo gli ingredienti liquidi ai solidi mescolando attentamente per non fare grumi e lasciamo che l’aiutante mescoli bene bene. Inforniamo a 180° per 30 minuti.
Nel frattempo l’aiutante pulisce le pentole…

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Lasciamo raffreddare sulla griglia del forno. Quando la torta è fredda la tagliamo a metà e farciamo con marmellata (io avevo una marmellata di susine di montagna fatta da mia mamma…). Riassembliamo il tutto e prepariamo la cioccolata (questa è la parte preferita da mia figlia!): rompiamo a pezzetti la cioccolata fondente, aggiungiamo un po’ d’acqua e mattiamo a sciogliere a bagnomaria. Una volta pronta con un pennello spennelliamo la superficie della torta con la cioccolata in modo da ricoprirla bene tutta. Se avanza cioccolata ci sarà sicuramente qualcuno pronto a sacrificarsi per finirla…
Aspettate che passi a trovarvi la nonna o che torni a casa il papà da lavoro per gustare tutti assieme!

 

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3 risposte a Veg-sacher… all’acqua!

•Stella
scrive: 5 ottobre 2011 alle 12:24
Mmmmmmm..... buona prima o poi sperimento! :-)
•chiarina-ina
scrive: 5 ottobre 2011 alle 20:36
Daria questa ricetta mi interessa moltissimo, ora me la segno. E’ curioso che ci vada l’acqua,
la voglio provare al più presto.
•piacere di conoscerti
scrive: 7 ottobre 2011 alle 09:08
Anche io ne faccio una molto simile e posso garantire che è buonissima!

Vi presento la mia cucina lucente!

on Lunedì, 03 Ottobre 2011. Posted in cucina

Finalmente ecco a voi la cucina ripulita! Eh si, grazie all’aiuto di Alice nella preparazione dei pasti e i piatti gustosi e sugosi del marito, la cucina spesso si ritrova ricoperta di farina o pomodoro o caffè ... assume diciamo così... un aspetto un po' vissuto! :-) Urgeva un inervento di riordino! Ed ecco infine il risultato che mostro con un certo orgoglio!

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E questi i miei alleati nel lavoro, non svariati detersivi specifici per ogni superficie, ma:

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Acido citrico, aceto e bicarbonato!
Ecco quindi le mie pulizie ecologiche, a basso impatto per l’ambiente e più salutari anche per noi.
Parto dal piano cottura in acciaio: verso sulla spugna intrisa di acqua ben calda dell’aceto (funziona bene come anticalcare) e lo passo bene, una volta ripulito asciugo con un panno in microfibra che
butto poi a lavare in lavatrice.Passo al grande tagliere in legno: preparo un cremina con il bicarbonato (deodorante e detergente) e l’acqua calda e con una spugna lo distribuisco bene sul legno, lascio a riposare per un po’ e nel frattempo passo al forno.Con una spugna su cui ho messo un po’ di bicarbonato passo l’interno e poi sciacquo, pulisco anche l’anta del forno allo stesso modo e poi sciacquo e asciugo con il panno in microfibra. Ritorno al tagliere e lo passo bene con una spugna bagnata di acqua ben calda, in modo da togliere tutto il bicarbonato, lascio asciugare.Già che ci sono apro il frigo e sostituisco il bicarbonato che tengo in una vaschetta come assorbi-odori con bicarbonato nuovo. Ultima tappa il lavello, lo passo con l’aceto diluito nell’acqua e asciugo con il solito panno in
microfibra. Ecco fatto! Cucina pulita! E mi raccomando se volete godervi per un po’ il risultato del vostro lavoro cercate di tenere almeno per qualche ora lontani dalla cucina mariti che provano ad aprire birre autoprodotte che scoppiano da tutte le parti! :-)
PS: se non vi piace l’odore dell’aceto potete usare l’acido citrico in soluzione al 20% (200 gr di acido citrico in un litro di acqua), messo in uno spruzzino (agitarlo bene prima di usarlo): è inodore! Per maggiori informazioni sull’aceto, l’acido citrico e il bicarbonato vi rimando all’utilissimo sito Detersivi BioAllegri e al loro libro che ho sempre pronto da consultare e a questo libricino di Altreconomia: Pulizie creative
di Elisa Nicoli Dove acquistare l’acido citrico? Io lo prendo col gas da Officina Naturae, potete ordinarlo a loro dal loro sito che è anche ricco di informazioni:
www.officinanaturae.com

AGGIORNAMENTO DI FEBBRAIO 2018:

Come segnalato qui sotto nel commento di Chiara che ringrazio, preferite la soluzione di acido citrico all'aceto: l'impatto ecologico è inferiore e avrete anche minori problemi di rilascio di metalli, vi invito a leggere questo articolo di Mammachimica.

2 risposte a Vi presento la mia cucina lucente!

•Stella
scrive: 3 ottobre 2011 alle 11:39
Vieni anche da me? :-)
•Francesca
scrive: 11 ottobre 2011 alle 23:03
Abbiamo gli stessi “detersivi”………….. peccato non avere anche la stessa cucina!!! Bellissima e pulitissima…………….

Riso nero di fine estate

on Mercoledì, 28 Settembre 2011. Posted in cucina

Per chi ha l’orto una delle cose belle dell’autunno è vedere come i “nuovi” prodotti autunnali convivano con le piante estive che finchè vedono ancora il sole continuano a regalare qualche frutto, gli ultimi pomodori, peperoni e melanzane e zucchine si affiancano a radicchi, zucche e finocchi… Ed ecco come ho usato alcuni degli ultimi pomodori dell’orto!
Avevo da finire una scatola di riso thay nero del commercio equo, un riso che già da solo è bello saporito, l’ho cotto per assorbimento in una quantità d’acqua leggermente salata pari a 3 volte il volume del riso (basta versare il riso nell’acqua bollente, rimettere il coperchio e lasciare andare per 30 minuti finché l’acqua non è completamente assorbita). Nel frattempo ho tagliato a dadini i pomodori, li ho conditi con un po’ di sale, basilico, aglio tritato, origano e maggiorana freschi e olio evo.
Ho versato il condimento crudo nel riso caldino, mescolato, lasciato riposare un po’… e gustato!

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