in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Articoli taggati con: bambini

Laboratori di autoproduzione alla festa delle associazioni

on Mercoledì, 18 Settembre 2013. Posted in all'aperto

Laboratori di autoproduzione alla festa delle associazioni

Oggi un post rapido per segnalarvi per chi è in zona che domenica ci sarà la Festa delle Associazioni a Piove di Sacco e con l'associazione Al ritmo del tam tam - gas Calebassa, saremo presenti in piazza con il consueto punto ristoro sotto la pescheria dove potrete assaggiare gustosi piatti con i prodotti che acquistiamo col gas (del commercio equo o dei produttori locali) tutti da agricoltura biologica. Inoltre potrete partecipare attivamente a tre laboratori nell'arco della giornata

ore 10.30: laboratorio di autoproduzione "MANI IN PASTA - Il pane con la pasta madre" (per bambini e adulti)

ore 11.30: laboratorio di riuso "SARTORIA CREATIVA: Nuova vita ai vestiti"

ore 16.30: laboratorio di autoproduzione "ECOPULIZIE - Detergenti amici dell'ambiente"

La mattina in occasione del laboratorio sul pane verrà spacciata la pasta madre, chi desidera potrà portare a casa il suo pugno di pasta madre, possibilmente portate con voi un vasetto di vetro con tappo.

Vi aspettiamo numerosi anche per pranzare assieme!

Labirintico parco di Villa Pisani

on Martedì, 17 Settembre 2013. Posted in all'aperto

Labirintico parco di Villa Pisani

Questo week end ci ha visti parecchio impegnati e girovaghi nei dintorni, in particolare ho avuto il piacere di passare il sabato con le amiche blogger a Stra, alla Villa Nazionale Pisani. L'occasione è nata in seguito ad un post di Caterina sull'argomento labirinti e la discussione che ne è seguita mi ha portato a suggerire di percorrere assieme ai bambini un labirinto "vero" dove si cammina dentro. Dalle nostre parte questo "gioco" era presente nei grandi parchi delle ville storiche e alcune l'hanno conservato nel tempo mantenendolo ancor oggi una attrazione per grandi e piccoli. Alla fine ho deciso per il labirinto di Villa Pisani, che mi sembrava il più "difficile" da fare e che si trova in un parco storico bellissimo. Peccato che in questo periodo circa metà parco sia chiuso per manutenzione, comunque noi ci siamo goduti in primis il labirinto e poi anche il resto del parco (chi più chi meno... visto che io risentivo di una notte poco riposante e di una Elena in giornata poco socievole), ma soprattutto ci siamo godute la compagnia reciproca. I bambini sono stati benissimo e hanno esplorato il parco, come solo loro sanno fare! e al'interno del labirinto sono stati le nostre guide che senza logica hanno saputo prima trovare il centro e poi l'uscita... beh, decisamente loro sono più in grado di noi di trovare il centro delle cose e di ritrovare sè stessi! Vi lascio alcune foto della giornata e ringrazio le care amiche Annalisa, Caterina ed Elisabetta: chissà che ci siano altre occasioni per questi incontri così preziosi!

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Bimbi affascinati dalla grande vasca d'acqua e alla guida nel labirinto, come vedete quando si è dentro non si vede dall'altra parte della siepe e l'orientamento si perde facilmente... si può vegare un sacco di tempo all'interno senza trovare il centro!

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Una delle lunghe pergole di glicine ai bordi della casa del giardiniere, un vero e proprio tunnel naturale

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La curiosità e la voglia di esplorare degli instancabili bimbi

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Nella limonaia e nelle serre annesse: meraviglia davanti alla perete verde - dove inizia questa pianta?

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"Faticha" e il labirinto visto da fuori

Se vi è venuta voglia di farci un giro vi segnalo che sabato 28 ci sarà l'ingresso gratuito in occasione della giornata Europea del Patrimonio. Oltre al parco merita sicuramente una visita anche la villa.

E se vi ho incuriositi, potete provare anche gli altri labirinti, a Valsanzibio, sui Colli Euganei, sempre all'interno del parco della villa e a Due Carrare al Castello di San Pelagio, Museo dell'aria (noi questo l'abbiamo fatto lo scorso anno).

La biblioteca di Alice ed Elena # 10

on Venerdì, 13 Settembre 2013. Posted in libri

La biblioteca di Alice ed Elena # 10

Dopo una pausa di un paio di mesi riprendo anche l'appuntamento dedicato ai libri preferiti dalle birbe in questo periodo. Ci eravamo lasciati a giugno con i libri della Donaldson, che sono rimasti molto graditi, ma che hanno avuto come effetto "collaterale" post Gruffalò, la passione per i mostri che improntato le future scelte libresche. E allora ecco un po' di librini dedicati ai mostri, quel tipo di mostri che non si può non amare!

9788883282706Il primo di questi è un libro pop-up di grandi dimensioni "Lo strano mostro che mangiava i libri" tradotto da Picozzi, edizioni Crealibri. E' un libro un po' vecchiotto che abbiamo come sempre ritrovato in biblioteca, purtroppo un po' rovinato, ma che le ha catturate subite per le immagini tridimensionali. Il piccolo Ernrico che ama i libri si sveglia di notte per prendere un libro dalla biblioteca del padre, ma trova un libro rosicchiato (bello il librino vero contenuto e attaccato all'interno, lo vedete nel'immagine di apertura) e subito dopo sente uno strano rumore: ecco che incontra il mostro blu un vero divoratore di libri. Compito di Enrico è spiegargli che i libri è meglio leggerli che mangiarli e da lì parte un viaggio tra i vari tipi di libri... fino al risveglio!

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Foto017323Il secondo libro è "Un mostrino nel taschino" del Dr. Seuss di cui Alice ha apprezzato molto "Il Lorax" che qui torna con una storiella leggera in cui il piccolo protagonista si ritrova a vivere in una casa piena di mostri che spuntano da tutte le parti (nel link che vi ho messo sopra potete vedere alcune pagine). Anche in questo caso si tratta di un libro datato (1974 la pubblicazione) che però è sempre attuale (e questo lo potete trovare facilmente): quale bimbo non si immagina di veder spuntare da ogni angolo un mostro? Vedere i simpatici esserini di Seuss esorcizza ogni timore...

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valentinaSempre in tema ma apprezzato ( e compreso) più da Alice che da Elena è "Valentina e il mostro" di MoniKa Weitze, illustrato da L. Scuderi ed. Bohempress, dove la protagonista Valentina si ritrova un piccolo mostro nell'armadio e lo cresce e nutre con affetto... ma il mostro cresce troppo e alla fine è costretto ad andarsene... Una sorta di amico immaginario per la piccola Valentina, che le tiene compagnia in una situazione di indifferenza dei genitori, solo quando il mostro è troppo grande i genitori se ne accorgono e cominciano a parlare fra di loro e con la bambina... proprio allora il mostro se ne va... 

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ALettoPiccoloMostroAltro tipo di mostro metaforico è quello del libro "A letto piccolo mostro!" di Mario Ramos edizioni Babalibri 2005. Il papà cerca di portare a letto il suo piccolo mostro che non ne vuole sapere: ci si ritrova nei vari piccoli strategemmi e adottatti dal draghetto per non andare a letto...

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E noi adulti non possiamo non ritrovarci con l'atteggiamento un po' scocciato del padre di fronte alla reticenza del piccolo... anche se alla fine la nostra simpatia non può che essere per quest'ultimo! Chi è il vero mostro ce lo dice proprio lui alla fine... :-)

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E i vostri piccoli lettori a cosa si sono dedicati in questo periodo?

PS: Questo post partecipa al VdL di Paola Homedemama e alla condivisione di libri per bambini "La biblioteca di Filippo" su FB.

 

Fine estate fra gite e autoproduzioni

on Sabato, 07 Settembre 2013. Posted in all'aperto, cucina

Fine estate fra gite e autoproduzioni

Adoro questo periodo dell'anno... il colore caldo della luce che preannuncia i colori dell'autunno, ma le giornate ancora calde che regalano la possibilità di fare delle belle passeggiate nella natura o alla (ri)scoperta di qualche città dela zona. Anche i regali materiali della natura sono molti: quello che vedete qui sopra è il nostro cestino della frutta fatto di sola frutta regalata da amici o raccolta da alberi selvatici a parte la banana che vedete sullo sfondo logicamente! Le 3 mele sono del nostro alberello... raccolto triplicato rispetto allo scorso anno che avevamo avuto una sola mela! :-)

Qualche scatto dai nostri giretti...

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Insoliti scorci di Venezia grazie agli allestimenti della Biennale d'arte... non potevo non pubblicare queste "GocceD'aria" davanti alle quali le bimbe sono rimaste estasiate: avete mai notato come i bambini apprezzino l'arte di qualsiasi tipo? Io adoro portarle a mostre o allestimenti sia moderni o contemporanei che storici, vedo nei loro occhi una curiosità, attenzione ai dettagli e capacità di comprensione delle opere che vanno oltre le nostre...

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Cittadella, dove abbiamo percorso interamente le mura recentemente restaurate in modo da poter compiere il giro completo della città

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Parco litoraneo di Porto Caleri a Rosolina

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Lago di Revine e parco archelogico (con palafitte ricostruite)

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Passeggiate in montagna 

Abbiamo raccolto bacche di sambuco e more per la marmellata (trovate le ricette qui) e amboi (questa specie di goccedoro o susine non so come le chiamate da voi) con i quali ho fatto della confettura aromatizzata alla cannella. E di questa vi lascio la ricetta!

Confettura di amboi alla cannella

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ingredienti:

  • 1 kg di amboi ben maturi appena colti
  • 3 cucchiai colmi di zucchero di canna integrale bio tipo mascobado del commercio equo
  • 1 limone bio
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere

Preparazione:

Lavare gli amboi, tagliarli e privarli del nocciolo, metterli in una pentola capiente. Spremere il succo del limone, versare lo zucchero e mescolare bene. Lasciar riposare nella pentola coperta per tutta la notte. La mattina lavare i vasetti, scaldare il forno a 120° e mettere i vasetti per 15-20 minuti. nel frattempo accendere il fuoco, aggiungere alla frutta la cannella e mescolare bene. Far bollire per qualche minuto finchè la frutta si sarà sfaldata. Versare la confettura bollente nei vasetti caldi con l'aiuto di un mestolo e di un guantone da forno. Chiudere i vasi e lasciarli testa in giù per un'oretta in modo da creare il vuoto. 

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia"

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PS: sulla mia rubrica GocceVerdi su La voce del Trentino trovate una riflessione sul cambiamento di menù e il suo impatto ambientale.

 

Non solo verdura: ecco la nostra uva selvatica!

on Giovedì, 29 Agosto 2013. Posted in orto, cucina

Non solo verdura: ecco la nostra uva selvatica!

Giorni intensi di autoproduzione questi! L'orto ci da fare e dopo i trapianti è arrivato il momento di raccogliere qualcosa di assolutamente regalato che non ci aspettavamo, ovvero l'uva selvatica! Da vecchie foto aeree della zona su cui ora c'è nostro orto abbiamo scoperto che prima che fossero costruite queste case c'era un unico vigneto e probabilmente parte di queste vigne sono rimaste sul bordo del fosso perimetrale, assieme a qualche palo che ricordo di avere visto prima che il consorzio di bonifica passasse a sistemare i canali 5 anni fa. Di questa vigna si era appassionato mio padre e l'aveva tirata parzialmente su dal fosso facendola correre lungo la nostra rete di confine. Finora però non aveva mai dato grossi frutti, pur essendo in primavera piena di fiori, tanto che quest'anno Marco ne aveva tagliato una parte... e invece stavolta ci ha sorpreso arrampicandosi per i salici e donandoci un sacco di grappoli che pendevano da questi rami. Bellissimi!

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Si tratta di un'uva da vino selvatica, che assomiglia molto all'uva fragola, quel tipo che qui chiamano "Clinto" o "Grinto"... le bimbe se la mangiavano per merenda direttamente dalla pianta!

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Ne abbiamo raccolto con grande fatica visto che era salita per gli alberi, all'incirca un secchio. 

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E cosa ci facciamo ora a parte mangiarla tal quale e farla assaggiare a parenti ed amici? Per prima cosa ho pensato ad una focaccia dolce o fugassa alla veneta e per ora vi lascio questa ricetta, nei prossimi giorni vi racconterò anche cosa abbiamo fatto con la maggior parte dell'uva. 

Per questa fugassa ho preso spunto dalla ricetta della Sciacciata con uva che aveva postatto qualche tempo fa Alessia nel gruppo della pasta madre, io l'ho leggermente reinterpretata in chiave ad alta idratazione e dolcificandola leggermente con un po' di sapa di uva nera (giusto per stare in tema). Della sapa vi avevo già parlato qualche tempo fa in un altro articolo e ho in programma di prepararmela anch'io quest'anno. Intanto eccovi la ricetta della fugassa!

Fugassa all'uva selvatica

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ingredienti:

  • 125 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore con farina di farro
  • 270 ml di acqua
  • 50 ml di sapa di uva nera (io ne avevo ancora un po' di quella donatami da Annalisa)
  • 1 cucchiaio di malto di riso
  • 1 pizzico di sale fino integrale
  • 400 gr di farina di farro monococco bio appena macinata
  • 3 grappoli di uva nera selvatica
  • 1 cucchaio di zucchero integrale di canna bio del commercio equo tipo Mascobado

preparazione:

La sera sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il malto di riso, la sapa e metà della farina e mescolare. Aggiungere il sale e la restante farina mescolando bene fino ad avere un impasto omogeneo che rimarrà molto idratato. Avvolgere in un canovaccio pulito e riporre in frigo per la notte.

La mattina estrarre dal frigo, lasciare ambientare per un'oretta. Succesivamente versare l'impasto su una teglia rettangolare rivestita di carta forno. Lasciare lievitare per 3 ore. Accendere il forno a 200° statico. Finchè il forno si scalda, sgranare i grappoli di uva e cospargere la superficie della focaccia con gli acini.

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Distribuire sugli acini lo zucchero di canna.

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Quando raggiunge la temperatura infornare per 30 minuti a 200°. Togliere dalla teglia e far raffreddare per 10 minuti sulla griglia nel forno in raffreddamento.

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Gli acini si saranno disfatti parzialmente liberando il loro sughetto e impregnando in questo modo la fugassa del gusto del tutto particolare di quest'uva!

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Pasta della domenica ovvero pasta ai pomodori

on Lunedì, 26 Agosto 2013. Posted in orto, cucina

Pasta della domenica ovvero pasta ai pomodori

L'orto quest'anno continua a regalarci grandi soddisfazioni e grandi quantità di frutti da raccogliere e il bello è che molto è regalato nel vero senso del termine in quanto molte piante sono nate e cresciute da sole dove e come hanno deciso loro. In questo periodo abbiamo provveduto a creare un po' di spazio fra le piante in modo da poter trapiantare le piantine autunnali: cavoli capucci bianchi e rossi, broccoli (padovano, calabrese, fiolaro), cavolfiori, finocchi, rape rosse, radicchi (Treviso, Chioggia, Verona), cavolo rapa, cavolo cinese, bieta... insomma ci siamo sbizzariti con gli acquisti di piantine tramite il gas! Non è stato facile trovare spazio per tutte le piante... un po' l'abbiamo ricavato dove abbiamo tolto i fagiolini le cui piante erano ormai secche, un po' dove c'erano le cipolle, poi fra le piante di pomodori e vicino ai porri... ogni buchino è stato sfruttato, non volevamo togliere neanche una pianta ancora in produzione! Le bimbe come sempre si sono prese a cuore alcune piante e si sono arrangiate a seguirle, stavolta le rape rosse che Alice ha deciso di mettere vicino alle sue carote bianche, o meglio alle poche rimaste e che sto tenendo sperando che facciano il fiore in modo da raccoglierne i semi.

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Ecco Elena che arriva con le piantine da trapiantare... ai alti vedete potendersi la selva di pomodorini

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Alice all'opera per sistemare un angolino di terreno

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Una prepara il buchino e l'altre mette la pianta... organizzazione perfetta! Dopo la chiusura e l'annaffiatura abbiamo protetto le piantine pacciamando con un po' di erba secca.

Nel frattempo io raccoglievo

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In primo piano vedete una piccola anticipazione, ovvero l'uva selvatica che pende dai rami dei salici e che raccoglieremo a breve, questi erano due grappolini già maturi con i quali le birbe hanno pensato bene di far subito merenda... ma di lei parlerò più in là...

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infatti i veri protagonisti rimangono i pomodori e i peperoni. Di secondi vi ho già parlato la settimana scorsa, oggi invece vi lascio una ricetta semplice quanto golosa, una pasta condita per la festa, anche perchè ultimamente durante la settimana prediligo i cereali in chicco e riservo la pasta alla domenica. La ricetta l'avevo vista penso 5 o 6 anni fa in qualche blog che non ricordo... da allora è diventata un must dell'estate quando abbiamo esuberi di pomodori. Facendo una veloce ricerca in rete ne trovate varie versioni, la mia è molto speziata rispetto alle varie che ho letto in giro.

Pasta ai pomodori

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ingredienti (per 3 persone o 2 adulti e due birbe):

  • 250 gr di pasta integrale biologica di farro (nel nostro caso penne)
  • pomodori ramati non troppo grandi quanti ne avete (devono riempire bene una teglia da forno) appena raccolti dall'orto
  • un bel mazzetto di prezzemolo appena colto dal vaso
  • un rametto di rosmarino fresco dell'orto
  • un rametto o due di timo fresco dell'orto
  • un bel mazzetto di basilico fresco (anche lui dai vasi di casa)
  • maggiorana fresca a piacere
  • origano secco a piacere
  • mentuccia fresca a piacere
  • olio evo qb
  • pan grattato
  • sale fino integrale qb

Preparazione:

Lavare i pomodori, togliere il picciolo e tagliarli a metà per largo. Disporli uno vicino all'altro in una pirofila leggermente oliata.

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Disporre sul tagliere il prezzemolo, le foglie di basilico, le foglie di timo e di maggiorana, gli aghi del rosmarino e tritarli finemente in modo da avere un trito omogeneo. Disporre il tutto sui pomodori, aggiungere l'origano, il pan grattato e un po' di sale.

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Accendere il forno a 200° statico e quando sarà in temperatura infilare la teglia. Far cuocere per mezzora fintanto che i pomodori saranno ben cotti. Nel frattempo scaldare l'acqua per la pasta. Quando bolle salare a piacere, cuocere la pasta il tempo necessario e quando sarà cotta scolarla e versarla nella pirofila con i pomodori cotti. Mescolare e impiattare. Peccato che la foto non renda il gusto di questo piatto di pasta! Conoscevate questo modo di condire la pasta? 

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette del 100% vegetal monday proposto dalla Capra: chiunque può partecipare, proponete anche voi le vostre ricette veg ogni lunedì!

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Amica terra (e passeggiata ai laghi di Colbricon)

on Venerdì, 23 Agosto 2013. Posted in libri, montagna

Amica terra (e passeggiata ai laghi di Colbricon)

copFinalmente riesco a riprendere l'appuntamento col venerdì del libro e con i libri per bambini... oggi vi presento questo libro che abbiamo trovato ieri in biblioteca "Amica Terra" di Sabrina Giarratana, illustrazioni di Arianna Papini ed. Fatatrac. Si tratta di un libro di filastrocche - poesie, 21, dedicate agli elementi naturali, ci sono piaciute subito col loro ritmo e con la loro poeticità, Alice poi è in una fase in cui adora trovare le rime e quindi questo libro fa proprio al caso nostro. Pur essendo dedicate ai più piccoli lasciano il messaggio profondo che la terra in cui viviamo non è nostra e che va rispettata assieme ai suoi aventi atmosferici belli e brutti. Un messaggio d'amore per il mondo in cui viviamo! La pagina che vedete nella foto di apertura è una di quelle che ci ha colpito di più, Filastrocca delle montagne

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dopo averla letta Alice ha sospirato dicendo: "E' proprio vero! Quando si ariva in alto le montagne stanno sotto, noi siamo grandi e loro sembrano piccole..."

E visto che si parla di una delle nostre passioni vi lascio con il racconto di un'escursione ai laghi di Colbricon sopra San Martino di Castrozza, sempre all'interno del Parco di Paneveggio-Pale di San Martino che è stata molto apprezzata dalle birbe. I laghetti normalmente si raggiungono attraverso un facile sentiero praticamente in piano che parte appena sotto il Passo Rolle, invece noi abbiamo preferito salire da Malga Ces raggiungibile da San Martino. Lasciata lì l'auto ci si incammina salendo sul sentiero che costeggia la pista da sci per un breve tratto

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e poi dopo un bivio con cartello che spiega la storia dei ritrovamenti mesolitici presso i laghi, sale diagonalmente sulla montagna (si prende il sentiero sulla destra). Il dislivello non è eccessivo, saranno all'incirca 300 m e si arriva ai laghi da dietro, godendo di un'ottima vista dall'alto che non si ha arrivando dal Rolle.

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Noi dopo la pausa pranzo siamo scesi ai laghetti (c'è un sentiero che permette di farne il giro completo, il secondo lago sta sotto, non si vede in queta foto),

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per poi riprendere la strada del ritorno attraverso il sentiero che passa attraverso il passo di Colbricon e che riporta sempre a malga Ces (il sentiero si imbocca costeggiando il lago più grande per un tratto e poi seguendo le indicazioni per Passo Colbricon

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Suggestivo anche questo sentiero meno frequentato da umani e più da anfibi...

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che passa per il lato opposto della valle

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Come potete notare dalle foto, mentre Alice era entusiasta di tutto, Elena era in giornata pigro-coccolosa e per buona parte del percorso è stata nel mei tai... 

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Proprio così... 

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per sentirsi sempre a casa...

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PS: Questo post partecipa al VdL di Paola Homedemama e alla condivisione di libri per bambini "La biblioteca di Filippo" su FB.

 

 

Panini all'uvetta per Elena

on Martedì, 20 Agosto 2013. Posted in cucina

Panini all'uvetta per Elena

Da un po' di tempo in qua, Elena ha una vera fissa per il pane con l'uvetta, allora ho perfezionato la ricetta, in  modo da ottenere un morbido e che resti tale per parecchi giorni, che non necessiti di troppo impegno nella preparazione, che sia dolce ma non abbia zucchero, logicamente senza latte e uova e con farine non troppo raffinate, meglio se le "mie" appena macinate. Alla fine sono riuscita ad avere quello che volevo e vi ripropongo la ricetta che può fare sempre comodo per grandi e piccoli golosi! Io l'ho già fatto più volte, vi metto tra parentesi anche le modifiche che potete fare ottenendo sempre un ottimo risultato.

ingredienti:

  • 150 gr di pasta madre (rinfrescata da 4-5 ore)
  • 240 ml di succo limpido 100% mela bio (o ananas del commercio equo)
  • 70 gr di semola di grano duro (o farina tipo2) bio
  • 50 gr di sciroppo d'agave o di sapa (io ne avevo ancora un po' di quella di Annalisa)
  • 125 gr di farina integrale bio appena macinata di farro spelta (o monococco)
  • 60 gr di farina di riso integrale bio appena macinata
  • 150 gr di farina bio di farro spelta bianca
  • 1 pizzico di sale fino integrale
  • 100 gr di uvetta sultanina
  • latte di soia per lucidare

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Preparazione:

La sera sciogliere la pasta madre  nel succo di mela, aggiungere la sapa o lo sciroppo d'agave, le farine di riso e grano duro, l'uvetta (non ammollata), il sale. Mescolare bene aggiungere la farina integrale e un po' alla volta quella bianca. Impastare brevemente, l'impasto risulterà morbido e un po' appiccicoso, non aggiungete farina. Fare una palla e riporre a riposare in frigo per tutta la notte, nella ciotola e avvolta in un canovaccio pulito.

La mattina estrarre l'impasto dal frigo e lasciare a a temperatura ambiente per un'oretta. Rovesciare l'impasto sul piano infarinato e fare un giro di pieghe, rimettere a riposare coperto per un'altra ora. Ristendere sul piano, arrotolare e tagliare l'impasto in 5 parti uguali. Per ogni parte, stendere l'impasto, fare una piega e pirlare in modo da avere una pallina ben definita. Metterle a lievitare sulla teglia su cui avrete messo della carta forno per 3 ore circa. Accendere il forno a 200° statico. Spenallare i panini con il latte di soia, infornare per 30 minuti. Lasciare raffreddare prima di consumare... se riuscite a tenere lontane le manine birbe!

Se non finiscono prima restano morbidi per 4-5 giorni avvolti in un canovaccio e poi tagliati a fette. Qui sotto vedete l'espressione soddisfatta di Elena col suo pane all'uvetta!

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Malga ai lach

on Venerdì, 09 Agosto 2013. Posted in montagna

Malga ai lach

Visto che il sole scalda ancora molto e la voglia di fresco in montagna è alta, vi lascio un altro suggerimento per una passeggiata con i bimbi sempre in zona dolomitica, in Veneto stavolta, anche se sul confine col trentino. Anche stavolta vi propongo un giro ad anello adattissimo da fare con i piccoli. Si parte poco prima della Baita Flora Alpina che si raggiunge prendendo una strada a destra salendo verso il passo San Pellegrino e subito dopo il segnale del confine fra Veneto e Trentino. Si può parcheggiare in corrispondenza della stradina sterrata che si stacca sulla sinistra con indicazioni per la Malga ai Lach. C'è un comodo parcheggio, si infilano gli scarponi, ci si carica lo zaino e si parte nel bosco in leggerissima salita.

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La sterrata sbuca in Valfredda su un'altra sterrata che sale dalla Baita Flora Alpina e che unisce una serie di piccoli e incantevoli fienili.

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La si segue per un po' per poi lasciarla prendendo a destra un sentierino che passa sul torrente con le indicazioni per la malga.

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Si prosegue prima fra prati e poi in costa sul monte, sempre con salita non impegnativa e splendido panorama sulla Valfredda e su Cima Uomo e il passo San Pellegrino, l'Agner e le Pale di San Martino.

Il punto più alto (poco meno di 2000 m) è un passo dove si trova un bivio. Molto bella la vista, merita sicuramente una pausa (tra l'altro è zona con molti pini mughi e ci si può dedicare alla raccolta delle pignette verdi per fare lo sciroppo, sapete come si fa, no? sotto vi lascio le indicazioni...).

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Da lì il percorso scende nel bosco di larici fino alla malga. Noi abbiamo approfittato di un bel larice, appena sopra, per la nostra sosta pranzo...

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Passata la malga,

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sulla sua destra per chi arriva come noi da sopra, si prende un sentierino che scende appena lungo un piccolo torrente e poi prosegue con leggeri sali-scendi nel bosco. 

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Il sentiero sbuca sulla sterrata che risale alla baita Flora Alpina. Qui pensavo che Alice si sarebbe stancata, invece i bordi del sentiero erano stracolmi di fragoline che le hanno dato la carica e che anzi hanno fatto tornare a camminare Elena che da un po' stava in spalla...

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Passata la Baita si torna a riprendere l'auto poco distante.

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Sciroppo al mugo

E le pignette che abbiamo raccolto? Le prepariamo per farci lo sciroppo di mugo balsamico e ottimo in inverno per la tosse! Prima di tutto attenti a prendere le pigne giuste. Vanno prese quelle non secche, ancora integre e non aperte, verdi e ricche in resina. Quando siete a casa le disponete in un vasetto di vetro pulito e ci versate sopra dello zucchero (io uso quello di canna integrale) fino a coprirle del tutto. Chiudete il barattolo e lo mettete sulla finestra più soleggiata che avete esposto al sole. Il calore del sole scioglierà lo zucchero e gli darà l'aroma delle pigne. Ci vorranno parecchi giorni di esposizione, variabili in funzione dele temperature, voi lasciatelo finchè tutto lo zucchero non sarò ben sciolto e anche un po' di più. Poi filtrate il tutto e conservate in un vasetto. 

Visto la presenza della ricettina dell'ultimora questo post partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia"

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Quinoa in verde

on Lunedì, 05 Agosto 2013. Posted in cucina

Quinoa in verde

Buon caldo lunedì! Oggi torno con una ricetta che partecipa alla raccolta di ricette del 100% vegetal monday proposto dalla Capra: chiunque può partecipare, proponete anche voi le vostre ricette veg ogni lunedì!

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E mi scuso subito per il fatto che sarà una ricetta con un'unica foto, quella che vedete qui sopra, perchè accidentalmente sono state cancellate le altre dalla macchina fotografica. Quindi accontentatevi della piccola Elena che curiosa controlla ciò che ha nel piatto ed esamina la forma a coniglietto di questo piatto di quinoa... :-)

Un modo diverso di proporre la quinoa condita con un pesto di basilico e anacardi e con i fagiolini appena raccolti dall'orto (quelli sotto la selva di pomodori, vi ricordate?). Veniamo alla ricettina.

Ingredienti per 4 persone:

  • 250 gr di quinoa (chicchi)
  • 500 ml di acqua
  • sale integrale grosso qb
  • 1 mazzo di basilico fresco appena colto dal vaso
  • 30 gr di anacardi al naturale
  • 20 gr di semi di girasole bio
  • olio evo qb
  • sale fino integrale qb
  • fagiolini verdi lessati a piacere

Preparazione:

Se non avete a disposizione i fagiolini già lessati, pulitene e lessatene un po'. Mettere a bollire mezzo litro di acqua leggermente salata. Versare la quinoa in un passino e sciacquarla abbondantemente sotto l'acuqa corrente. Quando l'acqua bolle versarci la quinoa e lasciarla cuocere a fuoco lento col coperchio chiuso per circa 20 minuti. Controllate che l'acqua sia stata assorbita tutta, se no spegnete, ma lasciate riposare coperto, altrimenti mescolate e lasciate intiepidire.

Preparare un pesto semplice frullando gli anacardi con i semi di girasole, aggiungendo olio evo a filo fino ad avere una crema e per ultime le foglie lavate del basilico. Frullare bene fino ad avere una consistenza cremosa. Versare in una terrina i fagiolini cotti e tagliarli a pezzettini, aggiungere la quinoa e il pesto e mescolare. Impiattare usando delle formine (io ho reso quelle per i biscotti grandi) o dando la forma che si preferisce.

 

Passeggiata a Fuciade (con erba cipollina a sorpresa)

on Venerdì, 02 Agosto 2013. Posted in montagna, cucina

Passeggiata a Fuciade (con erba cipollina a sorpresa)

Oggi riprendo i miei racconti delle passeggiate montanare. In questo caso si tratta di un percorso molto semplice, praticamente senza dislivello (circa 100 m) fattibile da chiunque. Il percorso è tutto su comoda strada bianca e si arriva alla località di Fuciade dove si trova un rifugio - ristorante dotato di parco giochi solitamente molto apprezzato dai bimbi. Il panorama è fantastico, infatti domina la Val Boite con vista sul gruppo delle Pale di San Martino e Agner da una parte e Cima Uomo dall'altra. Ci troviamo in trentino ai confini col Veneto, si parte dal Passo San Pellegrino, in particolare si lascia la macchina presso il parcheggio del ristorante Miralago raggiungibile da una stradina che si stacca sulla destra poco prima del passo arrivando da Falcade.

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Vicino al parcheggio si trova subito il laghetto, di solito molto apprezzato dai piccoli. Quando ci siamo stati noi è pieno di una miriade di girini!

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Lasciato il laghetto si segue la sterrata che procede tranquilla con frequenti tavolini e punti panoramici nel bosco

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per poi arrivare ai prati di Fuciade con le casette - fienili di legno e pietra (come vedete qui Elena era in giornata decisamente pigra e se ne è stata nel mei tai per buona parte del percorso... spesso quello che per noi è un percorso semplice per i piccoli risulta noioso... :-) ).

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Arrivati a Fuciade per chi ha voglia di camminare c'è l'imbarazzo della scelta e si può proseguire verso il Passo delle Cirelle o verso la Forca Rossa (con bella vista sulla parete nord della Marmolada), nel nostro caso vista la giornata pigra abbiamo deciso di proseguire un po' e di fermarci a mangiare sui prati godendoci la vista.

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Al ritorno tappa obbligata al parco giochi con vista e successive altre soste ad ammirare farfalle colorate...

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fontanelle, un piccolo mulinetto in legno su un torrentello...

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e a raccogliere un po' di erba cipollina che con grande sorpresa ho scoperto crescere spontanea in quei prati!

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Con questa meraviglia di erba cipollina ci ho preparato delle fari-frittatine, ideali anche per farcire il panino da portare alla successiva escursione

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Vi lascio la ricettina velocissima!

Fari-frittatine all'erba cipollina

Ingredienti:

150 gr di farina di ceci biologica

300 ml di acqua

un bel mazzo di erba cipollina selvatica fresca

1 rametto di rosmarino

sale fino integrale qb

olio evo qb

pepe nero a piacere

Preparazione:

Versare un po' alla volta l'acqua sulla farina di ceci, mescolare in modo da eliminare i grumi di farina. Aggiungere il rametto di rosmarino e mettere a riposare per almeno un'ora meglio mezza giornata o una notte. Riprendere la pastella, togliere il rosmarino, mescolare, aggiungere il sale, l'olio, il pepe, e l'erba cipollina a pezzettini. Scaldare una padella antiaderente, quando è calda versare qualche cucchiaio della pastella in modo da avere uno spessore di pochi millimetri. Far cuocere e quando si staccherà dalla padella facilmente (ci vorrà qualche minuto), girarla dall'altro lato e far cuocere per un minuto. 

Potete servirla calda con della verdura fresca o tenerle da parte per farcire i panini per le gite accompagnandole con verdure crude o cotte.

Questa ricettina con l'erba cipollina partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia"

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Laghi di Juribrutto

on Martedì, 23 Luglio 2013. Posted in montagna

Laghi di Juribrutto

Avevo promesso che vi avrei raccontato un po' delle nostre escursioni in montagna, eccomi dunque oggi a parlarvi di un bellissimo percorso ad anello all'interno del Parco Naturale di Paneveggio in trentino, ma ai confini col Veneto, fino ai laghi di Juribrutto. Adoro i percorsi ad anello che rendono la passeggiata meno noiosa per gli adulti, ma soprattutto per i bambini, però in questo caso avevo qualche dubbio sul fatto che saremo riusciti a fare il giro completo, perche tutto sommato il percorso non è brevissimo e anche il dislivello è un po' superiore ad ad altri giri che abbiamo fatto con Alice camminante. Nonostante tutto abbiamo voluto provare perchè sicuramente il paesaggio paga e lungo il cammino c'è la possibilità di fare begli incontri che sicuramente rendono il tutto piacevole anche ai più piccoli! Logicamente eravamo pronti ad interrompere o accorciare il nostro giro nel caso di manifestazioni di eccessiva stanchezza.

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Il percorso parte da Malga Valazza che si trova lungo la statale che scende dal passo Valles verso il passo Rolle, poco sotto il primo dei due passi. Si lascia l'auto nei pressi della malga e si prende il sentiero 631 per i laghi di Juribrutto. Il primo tratto del sentiero è nel bosco di larici, si parte già ad una buona quota (m 1935), punteggiato di cespugli di rododendro che abbiamo trovato alla massima fioritura!

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Si tratta di una vecchia mulattiera ben acciotolata, in salita ma con pendenza non troppo faticosa. Le bimbe si incamminano di buona lena, felici perchè hanno salutato le mucche... e presto hanno una bella sorpresa, ovvero un piccoo gregge di pecore nere che attavaersa il torrente e ci passa proprio davanti guardandoci curiosamente!

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Il sentiero continua piacevolmente guadando qualche piccolo torrente e tenedosi alla sinistra del Rif di Pradazzo,

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salendo velocemente fino a spianarsi alla fine del bosco donandoci una bellissima vista verso le Pale di San Martino e il Mulaz: posto ideale per una breve pausa!

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Riprendiamo il cammino in questo paesaggio rosa e grigio in cui le bimbe si divertono a saltare sui sassi, finchè il sentiero ricomincia a salire

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con tornanti veloci entrando nel parco di Paneveggio-Pale di San Martino dove protagoniste diventano le fioriture

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di genziana e altri fiori montani

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questi battezzati da Alice "Fiori d'oro", fino ad arrivare a quota 2335, dove abbiamo sostato per pranzare. Qui il panorama a 360° è fantastico! Il tutto è reso ancora più suggestivo dalla presenza di piccoli laghetti e torrentelli.

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A questo punto pensavamo che Alice fosse talmente stanca e soddisfatta da accontentarsi e voler tornare indietro da dove eravamo arrivati, invece ha prevalso la curiosità di vedere i laghi "veri", quelli grandi e quindi abbiamo proseguito in leggera discesa fino alla vista sui laghi!

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(Da qui in poi Elena ha proseguito in spalla, perchè era entrata piè pari in uno dei laghetti piccoli e le sue scarpe erano intrise d'acqua...)

A questo punto le alternative erano due: tornare da dove eravamo venuti o scendere al lago e rientrare per il sentiero 629 fino alla Malga Juribrutto e da lì alla Vallazza per il 623 (li vedete nell'estratto di cartina qui sopra). Presentate entrambe ad Alice, ha scelto di proseguire fino alla sponda del lago e poi per il sentiero più lungo, anche se tutto in discesa.

Lungo la discesa quest'anno si era formata questa meraviglia di cascata!

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ed eccoci finalmente a mettere i piedi nelle acque del lago e del Rio di Juribrutto che da lì ha origine.

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Pronti e si riparte! Lungo il sentiero adesso l'attrattiva di Alice diventano gli "ometti" in pietra che segnalano il sentiero e che lei si diverte a ricostruire se crollati...

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Si scende ritrovando il Rio e seguendolo, rientrando poi nel bosco, fino alla Malga Juribrutto

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Qui altra pausa merenda e bagno piedi prima dell'ultimo tratto quasi in piano che riporta alla Malga Valazza.

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Tempi: con Alice ed Elena entrambe camminanti nel primo tratto in salita, circa 400 m di dislivello, e varie soste ci abbiamo impiegato un paio d'ore. Il secondo tratto dopo la pausa pranzo, con solo Alice che cammianava a partire dal lago alla prima malga è stato di circa 1 ora e mezza e l'ultimo tratto fino all'auto una mezzora. Pausa pranzo di un'oretta e pausa lago di mezzora.

Le bimbe sono state mitiche e alla fine si sono guadagnate anche il diploma di escursionista esperta ed escursionista junior (preparato da me...)!

 

 

 

 

Crema di carote bianche

on Lunedì, 22 Luglio 2013. Posted in cucina

Crema di carote bianche

Vi ricordate le carote bianche col colletto verde i cui semi avevo ottenuto allo scambio di marzo a Ferrara, piantate da Alice in vaso e trapiantate un paio di mesi fa in terra con sommo scettismo sull'esito dell'esperimento? Finalmente sono pronte e con grande soddisfazione sia nostra sia della piccola Alice che ne ha seguito le vicessitudini e le ha curate finora, possiamo mangiarle! Premetto che le carote sono fra gli ortaggi che non ero mai riuscita a coltivare bene, rimanevano sempre piccoline, o venivano rosicchiate... invece stavolta sono proprio belle e sane!

alice carote

Eccovi qua Alice che le annusa soddisfatta dicendo "Sanno proprio di carota!". Inutile dire che lei le ha volute mangiare subito... io le avrei messe in una bella insalata, invece la richiesta è stata nonostante il caldo di avere una zuppa o crema e così ne è nata una crema tiepida nella quale ho usato oltre alla radice anche le foglie delle piante. E' questa una parte che difficilmente si trova nelle carote in vendita e anche se si trova a meno che non siano biologiche preferisco non usarla... logicamente in questo caso ero più che certa vista la provenienza a metro 0 e quindi sfruttato tutta la pianta.

Eccovi quindi la crema di carote bianche!

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Ingredienti:

  • 3 carote bianche dal colletto verde appena colte dall'orto
  • 3 patate novelle di media grandezza biologiche
  • 3 ciuffi di carote bianche
  • 1 spicchio d'aglio
  • 2 foglie di salvia
  • brodo vegetale (1 litro circa)
  • olio evo qb
  • sale fino integrale qb
  • acqua qb

Preparazione:

Lavare bene le carote e passarle con una spazzola senza pelarle. Tenere da parte i ciuffi.

In una pentola d'acciaiofar rosolare lo spicchio d'aglio in poco olio evo e un po' d'acqua. Aggiugere la salvia, le patate sbucciate e tagliate a dadini, le carote tagliate a rondelle. Far insaporire e aggiungere il brodo. Portare a bollore e far cuocere finchè le verdure saranno tenere. Nel frattempo lavare le foglie. Togliere i gambi più duri e fibrosi e mettere il resto in una padella con un po' d'acqua. Fare appassire finchè tenere aggiungendo se serve un po' d'acqua.

Frullare il brodo con le patate e le carote in modo da ottenere una crema, assaggiare e se serve aggiustare di sale. Frullare a parte le foglie delle carote e salare.

Impiattare versando la crema bianca per prima e aggiungendo col cucchiaio quella verde in modo da creare il disegno preferito.

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Per le bimbe il muso di un orsetto. In apertura il piatto con l'iniziale del mio nome!

Il gusto è piaciuto a tutti, si sente che sono carote ma il gusto è un po' diverso dalle classiche arancioni, rimanendo pur sempre dolce. 

Insomma, sicuramente risemineremo le carote anche l'anno prossimo visto che abbiamo ancora un po' di semi da parte. Mi piacerebbe riuscire a conservarne i semi direttamente dalle piante: qualcuno ha esperienze in merito? Conoscevate queste carote?

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette del 100% vegetal monday proposto dalla Capra: chiunque può partecipare, proponete anche voi le vostre ricette veg ogni lunedì!

100-veg-monday

 

 

Vicine alle madri - sostenere l'allattamento

on Venerdì, 19 Luglio 2013. Posted in un po' di me

Chi mi segue da tempo sa quanto tengo all'allattamento, avendo allattato Alice per 2 anni e mezzo e allattando tuttora Elena anche se solo una volta al giorno per addormentarsi la sera. Quindi ho accettato con grande gioia la proposta di Licia e Nausica di parlarvi del concorso fotografico "VICINE ALLE MADRI - sostenere l'allattamento" organizzato dall'associazione “Le Lune Allegre” e il gruppo “Specialmente Mamma”.

L'obiettivo del concorso è la promozione di una cultura sensibile all'allattamento al seno e partecipare alla Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno dal 1 al 7 ottobre 2013.

Si può partecipare al concorso inviando una foto che abbia come tema il sostegno tra donne inerente l’allattamento al seno, i gruppi di auto aiuto in tema di allattamento, l’aiuto tra donne in tema di allattamento al seno, le donne che aiutano le altre donne nell’allattamento al seno. Sono previste due categorie: genitori e fotografi. Se siete interessati potete trovare tutte le informazioni e il regolamento per partecipare qui:  http://specialmentemammablog.wordpress.com/2013/06/07/concorso-fotografico-e-mostra-vicine-alle-madri-sostenere-lallattamento/ Avete tempo fino al 29 agosto per inviare le foto.

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