in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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cucina

Indovina chi viene a pranzo

on Venerdì, 22 Marzo 2013. Posted in libri, cucina

Indovina chi viene a pranzo

Oggi per il Venerdì del libro di Paola, Homemademama, vi presento un libretto per bambini che è anche un po' un libro di cucina, "Indovina chi viene a pranzo!" di Agnese Baruzzi e Sandro Natalini ed. Fatatrac racconta un insolita domenica in cui la famiglia protagonista viene svegliata presto e messa in ghingheri in attesa dell'arrivo di "tutti, ma proprio tutti i nostri cari parenti" che verranno a pranzo. Adorabili le descrizioni dei vari parenti: chi non ha uno zio Bertolone che si avventa appena entrato sui pasticcini (finti :-)) all'ingresso? o una prozia Piera che spara sputacchietti? o anche una nonna Lellina sempre accompagnata dal suo gattone o un saputello cugino Astolfo? 

2013 0219003Logicamente la mamma aiutata dalla sorellona prepara un pranzetto da leccarsi i baffi che sorprenderà tutti... ma la vera sorpresa sarà un'altra! Infatti il gatto Pallino sarà l'autore di un misfatto e lascerà tutti senza pranzo... per fortuna c'è la parola magica: Tartine! Ecco come salvare il pranzo!

All'inizio e alla fine del libro sono riportate 8 ricette per 8 tipi di tartine diverse, tutte molto semplici e pensate per i bambini che amano far da mangiare. Fra queste semplici ricettine salva-pranzo c'è pure una di vegana, ma anche le altre, se lo desiserate, sono facilmente veganizzabili. Qui sotto ve ne propongo un paio:

Crostini aromatici - da fare usando fette di pane casalingo a lievitazione naturale di qualche giorno fa, tostate

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Sandwiches alle olive - da fare con un bel pan-carrè fatto da noi

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Il libro è suggerito dai 4 anni in su, Alice (5 anni) lo adora!

Già che siamo in tema di ricette veloci da fare con i bambini vi propongo anche il dolce che invece è farina del mio sacco (nel senso vero del termine, visto che l'ho macinata io... :-)). La ricetta è per i bambini, che possono fare quasi tutto da soli usando un cucchiaio e un vasetto come dosatore.

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Muffins allo yogurt (di soia)

ingredienti (vi metto le dosi in cucchiai così è più facile per i bambini)

  • 300 gr di yogurt di soia bianco autoprodotto (o di kefir di soia) - circa 2 vasetti e mezzo
  • Mezzo vasetto (quello dello yogurt) di sciroppo d'agave
  • 4 cucchiai di olio evo
  • 2 arance tarocco rosse (le utlime della stagione)
  • 2 cucchiai di farina di riso integrale basmati (appena macinata) - circa 50 gr
  • 7 cucchiai colmi di farina integrale di grano tenero (appena macinata) - circa 200 gr
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 2 cucchiai di succo di limone
  • cioccolata fondente al 90% del commercio equo a piacere

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Procedimento (do le indicazioni per i bimbi):

Fatevi tagliare da un adulto le arance a metà e spremetele con lo spremiagrumi.

Versate lo yogurt in una terrina. Riempite un vasetto per metà con lo sciroppo d'agave e versatelo nello yogurt. Mescolate. Aggiungete l'olio, il succo delle arance che avete spremuto e mescolate ancora. A questo punto aggiungete le farine a cucchiaiate ben colme. Mescolate bene fino ad avere un composto ancora abbastanza morbido. Aggiungete il bicarbonato e mescolate ancora e per ultimo il succo di limone.

Chiedete ad un adulto di tritare grossolonamente il cioccolato fondente e di farvene assaggiare qualche pezzetto (prova qualità :-)). Aggiungete anche il cioccolato al tutto.

Fate accendere il forno a 180°. Col cucchiaio (magari fatevi aiutare) riempite gli stampini con l'impasto fino a poco più di metà.

Quando il forno sarà caldo infornate per 25 minuti.

Nel frattempo procedete pure con l'operazione pulizia della ciotola...

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 (questo qui sopra era un altro impasto che prevedeva cacao, quello di questa ricetta risulterà più chiaro)

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Aspettate che si raffreddino leggermente per toglierli dagli stampini e fare merenda!

PS: questo libro partecipa anche alla condivisione di libri per bambini sul gruppo FB "La biblioteca di Filippo"

 

Torta glassata di primavera (a lievitazione naturale)

on Lunedì, 18 Marzo 2013. Posted in cucina

Torta glassata di primavera (a lievitazione naturale)

Chi mi segue su Fb o sul gruppo della pasta madre, avrà notato che quest'anno non ho ancora iniziato a produrre colombe... ebbene si, stavolta mi manca la voglia! Non chiedetemi il motivo, ma la colomba mi ha un po' stufato e nonostante la voglia di panificare ci sia, manca quella di riprodurre questo dolce pasquale. In compenso ne sto provando altri da proporre per Pasqua. Penso che ne farò una oppure due piccoline per le bimbe che me le chiedono, però stavolta niente grandi colombate come lo scorso anno. Ciò non toglie che se avete voglia di condividere con gli altri i vostri successi o le vostre versioni alternative vegane, sia ben contenta di seguirvi e se non avete un blog e vi fa piacere, ve le posso pubblicare io. Ah, e se è la prima volta che vi cimentate trovate la mia versione vegan QUI.

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Invece quella che vi presento oggi è una "fugassa" nel senso veneto del termine ovvero un dolce lievitato morbido, realizzata partendo dalla ricetta dell'impasto della colomba, ma cambiando alcuni ingredienti, in particolare le farine. Non è però la tipica fugassa di Pasqua venexiana che è caratterizzata da una morbidezza impareggiabile. Questa è una torta, quindi morbida, ma non eccessivamente alveolata. Detto questo a voi la ricettina!

1° impasto:

  • 150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 100 gr di sciroppo d'agave
  • 500 gr di farina di farro monococco 
  • 3 cucchiai colmi di farina di riso integrale basmati appena macinata
  • 60 ml di succo di mela limpido
  • 180 gr di latte di riso a temperatura ambiente
  • 30 ml di olio evo
  • un pizzico di sale
  • 2 cucchiai di crema di mandorle

Ho sciolto la pasta madre nel latte di riso. Ho aggiunto gli altri ingredienti liquidi: olio, succo di mela, sciroppo d'agave e mescolato bene. Ho aggiunto la farina di riso, metà della farina di farro, il sale e mescolato col cucchiaio. Infine ho aggiunto la rimanente farina fino ad avere un composto denso e appiccicoso ancora piuttosto idratato che ho mescolato energicamente col cucchiaio (non l'ho impastato a mano). Ho messo a riposare per 5 ore, poi ho fatto un giro di pieghe e ho messo il tutto a riposare in frigo per la notte. La mattina ho estratto l'impasto dal frigo e ho aggiunto il secondo impasto.

2° impasto:

  • primo impasto lievitato
  • 100 gr uvetta
  • 100 gr farina di farro integrale appena macinata
  • 2 cucchiai di kefir di soia (va bene anche yogurt di soia bianco)
  • un cucchiaino raso di semi di vaniglia
  • un cucchiaino raso di polvere magica di agrumi

Riprendo l'impasto lievitato e aggiungo i 2 cucchiai di kefir, l'uvetta e la farina,  i semi di vaniglia e la polvere di agrumi. Impasto bene con le mani oliate sulla spianatoia (ev. aggiungere un po' di farina, poca, perchè l'impasto dovrebbe rimanere bello morbido). Faccio una piega e metto a riposare per un'ora. Riprendo l'impasto, altra piega e lo metto in forma schiacciando leggermente e ottenendo una forma circolare. Metto a lievitare per 4-5 ore a temperatura ambiente.

Glassa:

  • 1 cucchiaio raso di zucchero di canna
  • 2 cucchiai rasi di farina di mandorle
  • 1 cucchiaio di malto di riso
  • acqua qb

Accendere il forno a 160°. Preparare la glassa mescolando gli ingredienti in modo da ottenere un composto denso. Cospargere delicatemente il dolce con la glassa prima di infornare. Cuocere per 40 minuti a 160°.

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Verificare la cottura sul fondo, togliendo subito dalla teglia. Lasciare raffreddare su una griglia in modo che il fondo sia aerato. Tagliare da fredda.

Ed ecco qua il mio dolcetto pasquale!

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E voi cosa preparerete per Pasqua? State colombando?

Se volete altri suggerimenti vi rimando alla bella iniziativa di Ale - Golosità Vegane: Buona Pasqua Vegan a cui non potevo non partecipare con questo dolcetto!

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Questo dolce partecipa anche alla raccolta di ricette 100% vegetali per il 100% vegetal monday della Capra.

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Metti una sera a cena

on Giovedì, 14 Marzo 2013. Posted in libri, cucina

Metti una sera a cena

Seconda metà della settimana e come ormai avrete intuito si parla in qualche modo di libri. Oggi per il giovedì del libro di cucina proposto da Annalisa, vi voglio presentare un libro di ricette che è stato il mio primo ricettario vegetariano.

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Si tratta di "Metti una sera a cena" di Carmen Bellin, esperta di alimentazione vegetariana bio-integrale per l'associazione "La Biolca" di Padova, edito dall'associazione stessa. E' forse un libro un po' difficile da trovare in giro (lo si può ordinare dal loro sito), infatti io l'ho preso in occasione di alcuni incotri presso l'associazione e di un ciclo di serate culinarie organizzate 6 o 7 anni fa in collaborazione con loro. All'epoca stavo modificando la mia alimentazione che era praticamente vegetariana e questo libro mi è stato utile per trovare idee e ricette con cereali decisamente poco conosciuti ai più. L'impostazione del libro è particolare, infatti dopo una breve presentazione sul perchè della scelta biologica, integrale, vegetariana, un piccolo glossario con i prodotti utilizzati e alcuni consigli utili per la cottura, passa alle ricette. Queste sono suddivise per stagione iniziando dalla primavera per finire con l'inverno. Per ogni mese, vengono proposti 3 menù completi con due primi piatti, 3 secondi piatti e un dolce. Ogni menù ha come protagonista un cereale.

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Qui sopra per esempio potete vedere il primo menù di marzo con protagonista l'orzo. Nella pagina a sinistra l'elenco delle ricette che lo compongono, a seguire le verie ricette corredate in molti casi dalle foto.

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Vengono proposti tutti i cereali e i simil-cereali in chicco e integrali, infatti il menù successivo sempre per marzo prevede l'amaranto e l'ultimo di marzo la segale.

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Ultima nota, il libo non è vegano, anche se la stragrande maggioranza delle ricette lo sono, infatti prevede in alcuni casi l'uso di ricotta o di uova, in un caso è previsto anche il tonno. Direi comunque che sono ingredienti sempre sostituibili.

Sformato di polenta, ceci e zucca

on Domenica, 10 Marzo 2013. Posted in cucina

Sformato di polenta, ceci e zucca

Mese nuovo, ingrediente nuovo per la raccolta di Salutiamoci, questo mese i protagonisti sono i ceci, fantatico legume che adoro e siamo ospiti di Pappa&Cicci.

Vi riporto un po' di informazioni dal sito di Salutiamoci:

Il cece è considerato molto digeribile ed equilibrato, anche se è tra i legumi il più grasso. Contiene  acido linoleico ed è quindi una buona fonte di grassi essenziali (omega 3).

Ricco di carboidrati, proteine e fibre, sali minerali come il calcio, ferro, potassio, fosforo e vitamine del gruppo A, B e C il piccolo grande cece è davvero un alimento importante, che deve arricchire la dieta e i piatti della cucina. 

Aiuta ad eliminare il colesterolo dannoso, è quindi utile per prevenire le malattie coronariche ed è un ottimo alleato di  obesi ed ipertesi o di chi soffre di malattie circolatorie. Chi mangia troppa carne può provare a sostituirla con preparazioni a base di questo legumi.

Permette di eliminare l'acido urico e il sale in eccesso, viene consigliato in caso di parassitosi intestinale.

Insomma è un piccolo amico del cuore e della salute in generale. 

Oggi vi presento una ricettina del riciclo che prevede l'uso dei ceci, uno sformatino che mi capita di preparare se mi avanzano polenta e ceci già cotti.

Solitamente quando li cuocio ne preparo un bel po' in modo da averli per qualche giorno e farci più cose. Vanno messi in ammollo a lungo (io li lascio un giorno intero). Rabbocco o sostituisco l'acqua ogni tanto. Nell'ammollo metto un pezzetto di alga kombu (circa 5 cm) che poi lascio anche in cottura. Dopo l'ammollo, li sciacquo e li metto a cuocere in una pentola con acqua non salata a cui aggiungo una o due foglie di alloro e l'alga che avevo usato per l'ammollo. Lascio cuocere a fuoco lento e coperti per un paio d'ore e poi salo alla fine.

Quando sono freddi se non li uso subito li trasferisco in un contenitore chiuso in frigo. L'acqua di cottura la uso per altre preparazioni.

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Sformato di polenta, ceci e zucca

ingredienti (per una pirofila quadrata 25 x 25):

  • polenta avanzata (vanno bene sia le fette che la polentina morbida, io di solito ho la seconda)
  • ceci già cotti (vedi sopra), circa 200 gr
  • mezza zucca delica piccola
  • mezza cipolla dorata
  • un rametto di rosmarino
  • olio evo qb

procedimento:

Tagliare la zucca a pezzi non troppo piccoli e cuocerla al forno o a vapore. Con una forchetta togliere la polpa e schiacciarla e mettere da parte le bucce (potete usarle come snack da mangiare tal quale).

In una padella versare un po' d'olio e far rosolare la cipolla tritata finemente con il rametto di rosmarino. Aggiungere i ceci e farli insaporire per bene.

Nel frattempo versare nella pirofila la polenta in modo da creare uno strato uniforme sul fondo. Versare sulla polenta i ceci e finire con la polpa di zucca. Infornare per 20 minuti a 200°.

Servire a cucchiaiate.

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Un'ottima alternativa che faccio ogni tanto è preparare delle monoporzioni con i 3 strati e servire direttamente le ciotoline. Questa versione piace particolarmente alle bimbe.

Con l'occasione vi lascio anche la piccola raccolta delle mie ricette con i ceci.

2012 1126004Pasta e ceci

Miglio cremoso con ceci

Crocchette di miglio e ceci

Fari-zuccata

Frittatine di ceci e cipolle

Fari-frittata di bruscandoli

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Migliotto con verdure appena colte e ceci

 E visto che è lunedì non mi dimentico di partecipare al 100% vegetal monday de "La cucina della capra" con questo secondo ricicloso.

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La mia dis-[pensa]

on Lunedì, 04 Marzo 2013. Posted in cucina

XII settimana per la prevenzione oncologica

La mia dis-[pensa]

Siete fra i curiosi che al supermercato spiano nel carrello altrui? che quando siete ospiti curiosate  nel frigo e nei ripiani delle cucine dei vostri amici? :-) Oggi soddisfo la vostra curiosità e vi mostro una parte della mia dispensa... ehm... scusate il disordine! Il ripiano protagonista è quello superiore, deicato ai cereali in chicco... ma perchè ve lo mostro?

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Con questa foto ho partecipato all'iniziativa promossa dalla LILT in collaborazione con ricetteveg.com e cucinaconsapevole.it. In cosa consiste?

Il gioco è semplice, basta condividere con noi le vostre abitudini culinarie, inviandoci una fotografia della vostra dispensa, piuttosto che del vostro frigorifero, piuttosto che - più semplicemente - della vostra spesa! E qual'è l'ingrediente che non dovrà assolutamente mancare nei vostri scatti? I cereali, ovvio! Ogni fotografia, infatti, dovrà essere caratterizzata dalla presenza di almeno una varietà di cereale, da indicare nella scheda di partecipazione, scrivendoci perché amate in particolare proprio quello.

Ma veniamo al sodo: perché i cereali? Abbiamo scelto i cereali perché, come sapete, sono uno dei principali nutrimenti per l'uomo fin dai tempi più remoti. I cereali sono ricchi di molteplici sostanze benefiche ed un loro consumo adeguato può aiutarci a mantenere sana ed equilibrata la nostra alimentazione, con tutti i benefici che ne conseguono!
Stiamo, ovviamente, parlando di cereali integrali e, possibilimente, in chicco: i nostri preferiti!

Insomma se mi seguite sapete che adoro i cereali integrali e che mi piace usarli tutti e alternarli nelle mie preparazioni, che è un po' quello che faccio tutti i giorni a casa usandoli a rotazione e preparandoli in modo sempre diversi. 

E ora vi descrivo i protagonisti della foto: 

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da destra in primo piano il bulgur di grano duro, poi il miglio (in assoluto quello che trovo più versatile), a seguire il riso (in questo caso semintegrale, altri tipi sono dietro "nascosti", si intravede nella foto il basmati integrale, sotto c'è quelo nero), poi il grano tenero, che nasconde il farro, dietro di luil'avena nuda e poi il grano saraceno, per finire la quinoa. Manca solo l'orzo nella foto che sta in una scatola sotto al riso basmati...

Logicamente le farine stanno in un altro cassetto, ma ne tengo poche perchè avendo il mulinetto preferisco macinarle di volta in volta. Ah, nella foto più in alto potete vedere anche la poca pasta che tengo in casa: noi la consumiamo veramente poco, una volta la settimana circa e anche in questo caso uso sempre pasta integrale (e come tutto biologica) e realizzata con cereali diversi: mais, grano saraceno, farro...

Come vi dicevo ultimamente ho una predilezione per il miglio, però vado un po' a periodi... 

E voi che cereali preferite? 

Se avete voglia di giocare siete ancora in tempo, il concorso fotografico scade venerdì 8 marzo: trovate tutte le indicazioni QUI.

E visto che siamo in tema di cereali in chicco vi lascio un po' di link alle mie ricette con i cereali in chicco:

- miglio

- orzo

- quinoa

- grano saraceno

- riso

 

 

Budino di riso - una ricetta per l'endometriosi

on Lunedì, 04 Marzo 2013. Posted in cucina

Budino di riso  - una ricetta per l'endometriosi

Bentrovati! Questa settimana inizio con una ricetta dolce di un buonissimo budino di riso che dedico alla settimana della Consapevolezza per l'endometriosi. L'iniziativa propone una raccolta di ricetta compatibili col tipo di dieta che devono seguire le donne che soffrono di questa malattia. Devo dire che non conoscevo questa malattia e che la cosa mi ha molto colpito perchè mi ha dato l'impressione di una malattia molto debilitante, ma che sembra venga quasi tenuta nascosta... allora ho pensato di partecipare sia per informare un nuero maggiore di persone sull'argomento, sia perchè spero che la ricetta possa essere utile a chi ne soffre. Ho pensato a qualcosa di dolce, così magari anche il morale ne trae giovamento. Prima di raccontarvi la ricetta vi lascio un po' di informazioni sull'argomento tratte dalla pagina Fb dell'iniziativa.

 

Dal 4 al 10 Marzo 2013 si terrà la Settimana della Consapevolezza dell'Endometriosi, al fine di far conoscere ed informare più persone possibili su questa patologia, ancora troppo sconosciuta e difficile da diagnosticare. Sapete che cos'è l' ENDOMETRIOSI? E' una malattia cronica, invisile e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino... Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamenti interni, comportando così un'irritazione dei tessuti circostanti, infiammazioni croniche che danno luogo alla formazione di tessuto cicatriziale e di aderenze, ma anche noduli e cisti, oltre che arrecare forti dolori, spesso invalidanti. Se non curata o non diagnosticata in tempo può portare ad inteventi molto demolitivi ed a infertilità.

Non esiste una cura per l'endometriosi. Ci sono terapie che la tengono a bada e che allieviano i dolori, ma non è stato ancora scoperto un modo per guarirla.
Un fattore che migliora la condizione delle donne con questa patologia è la DIETA. Una dieta preferibilmente senza glutine, limitata in fitoestrogeni ed antinfiammatoria allevia i dolori, arrecati in abbondanza dalle irritazioni interne. Per stare meglio vengono quindi banditi dei cibi ed aumentati altri.
Lo scopo di questo evento è, oltre che per far conoscere l'endometriosi, è per suggerire una ricetta a queste donne. Non è un contest, non si vince niente, ma contruibirete a 
1) Fare consapevolezza della malattia
2) Aiutare una donna con endometriosi ad alleviare i proprio dolori
3) Suggerire loro nuove idee per rendere più fantasiosa e creativa la loro alimentazione

E adesso veniamo alla ricetta! E' un budino veloce, facile e veramente buono! Una bella coccola!

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Budino di riso integrale

ingredienti (per 2 budini):

  • 50 gr di farina di riso integrale basmati biologico (appena macinata)
  • 200 ml di latte di riso biologico
  • 1 pizzico di sale fino marino integrale
  • 1 pizzico di vaniglia in polvere
  • 1 pizzico di cannella
  • 7 gr di olio evo bio
  • 3 cucchiai di sciroppo d'agave

Realizzazione:

Mescolare tutti gli ingredienti in un pentolino dal fondo spesso. Mettere sul fuoco e portare ad ebollizione (a fuoco lento) mescolando. Continuare la cottura finchè il budino comincia ad addensare. Versarlo in due stampini (io ho usato quelli in silicone), lisciare la superficie e farli raffreddare. Passarli in frigo per un'oretta. Prima di servirli, rovesciare il budino in un piattino e se piace versare a filo del malto di riso.

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PS: questa ricetta partecipa anche alla raccolta di ricette per il 100% vegetal monday proposta da La cucina della Capra (partecipate anche voi, dedicando almeno un giorno alla settimana ad un menù completamente vegetale e proponendo le vostre ricette!)

 

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PPS: se volete saperne di più sull'endometriosi vi lascio anche questa immagine...

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A tavola con Omero

on Lunedì, 25 Febbraio 2013. Posted in libri, cucina

Cene storiche e feste divine da Ulisse a Lucullo

A tavola con Omero

L'ultima volta che sono stata in biblioteca sono riuscita a dedicarmi un po' di tempo per spulciare qualche libro nella sezione adulti e ho recuperato tre libri di storia della cucina, fra cui questo di cui voglio parlarvi oggi per il giovedì del libro di cucina proposto da Annalisa.

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Si tratta di un librino che si legge in un paio d'ore, che fa parte delle pillole BUR. L'autrice, Lia Del Corno, ci parla della cucina degli antichi a partire dalla traduzione di brani storici, greci e romani. La trattazione non vuole essere esaustiva, ma da una buona infarinatura generale sul modo di mangiare di greci e romani e ci fa capire come la loro cucina fosse fondamentalmente diversa dalla nostra, sia per ingredienti (non dimentichiamo che molti dei prodotti che per noi sono ormai tradizionali sono arrivati in Europa in tempi relativamente recenti, come pomodori, patate, mais, zucchero...), che per i modi di cottura, che per il modo di stare a tavola. Purtroppo si incentra molto sui grandi banchetti dei ricchi, sui ricevimenti e feste, più che sulla cucina di tutti i giorni, che viene definita più che altro in contrapposizione. Il testo è diviso in capitoli, dove i primi quattro riguardano questioni più generali come gli utensili, i banchetti e menù, il cibo nei sogni. Poi i capitoli sono organizzati per tipologie di alimenti: il pane, il pesce, le carni, le salse, verdure e legumi, i dolci, la frutta, i vini. Per finire il cibo in Omero e cibo e piacere.

Dicevo pochi accenni alla cucina della gente comune, però Platone ci dice che consumavano

farina di orzo e grano, bulbi di verdure, sale, olive, ghiande grigliate sul fuoco, fichi secchi e un poco di vino

Una cucina quindi frugale che prevedeva pochissimi cibi di origine animale, al contrario nei banchetti se ne faceva largo uso e ciò giustificava anche l'uso di salse che nascondessero gusto o odore di alimenti non perfettamente conservati. 

Mi è rimasto impresso il fatto che i greci conoscessero ben 72 tipi di pane, che per alcuni frutti esistessero e si consumassero specie che ora sono sconosciute o andate perdute (per esempio Cloazio Vero che cita più di venti varietà di fichi) che i dolci fossero qulacosa di assolutamente lontano dai lievitati o pasticcini a cui pensiamo oggi, tutti dolcificati con miele o mosto.

Nel librino si trovano anche alcune ricette... la maggior parte contenente ingredienti oggi introvabili (per esempio la ignota radice di laser) o con uova o latticini... o strani abbinamenti dolce-salato. Magari qualcuno ha voglia di provare questi gusti ormai dimenticati!

Per concludere consiglio il librino a chi è a digiuno di storia dell'alimentazione e ha voglia di farsi un'idea generale per poi approfondire eventualmente il discorso.

Lia Del Corno

"A tavola con Omero - cene storiche e feste divine da Ulisse a Lucullo"

pillole Bur

€ 5,00

Le merendine e l'uguaglianza

on Sabato, 23 Febbraio 2013. Posted in cucina

Finalmente riesco a partecipare all'iniziativa di "La tavola rotonda" "Un pensiero e una ricetta al mese" che questo mese ha come tema l'uguaglianza.

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I miei primi approcci al concetto risalgono a quando ero ragazzina: uguaglianza fra i sessi, uguaglianza fra ceti diversi, uguaglianza fra appartenenti a diverse religioni, uguaglianza fra bianchi e neri... però il momento che ricordo maggiormente è quando il professore di lettere in prima liceo (giovane attivista della LAV, amato da tutti gli studenti, quanto mal visto per le sue "stravaganze" da buona parte dei genitori) ci parlò di uguaglianza di specie, ovvero fra tutti gli abitanti di questo mondo, che andassero su due gambe e vestiti o su quattro o strisciassero o nuotassero o volassero. Ricordo anche le varie obiezioni che gli vennero poste, sulla evidente diversità fra gli uomini e gli altri animali... Le discussioni erano sempre molto interessanti e accompagnate da letture d libri e testi sull'argomento al punto che quasi tutti gli studenti della classe in breve cominciarono a portare strane spinte vegetariane in casa... mi ricordo la faccia basita di mia madre alla mia affermazione di non voler più mangiare la bistecca un giorno al ritorno da scuola... 

E in effetti se andiamo a recuperare la definizione nel dizionario riportata anche da Barbara nel suo post troviamo anche:

La condizione per cui ogni individuo o collettività devono essere considerati alla stessa stregua di tutti gli altri, e cioè pari, uguali, soprattutto nei diritti politici, sociali ed economici

Quindi individuo, non necessariamente essere umano, uguale nei diritti: diritto di vivere dignitosamente, in un luogo sano, di stare con i figli e la famiglia, di mangiare bene, di stare all'aria aperta, di stare in compagnia o da soli...

Tutto questo mi ha portato a cambiare... non sono più uguale alla Daria di qualche tempo fa e in questo divenire ho cambiato in primis la mia alimentazione. 

Allora ho pensato di abbinare all'uguaglianza queste merendine che sembrano uguali a quelle che mangiavo da bambina (ignara della composizione) e di cui ora non ricordo quasi più il gusto, ma ricordo ancora la pubblicità che faceva sparire ad uno ad uno i prodotti di cui dovevano essere composte, concludendo che allora non sarebbe più stata la "K....Brioss"... e invece: senza uova, senza latte, senza lievito, senza zucchero, senza farine raffinate.. ecco la mia versione delle famose merendine. Nata come altre volte da una sorta di "gioco" nel gruppo su Fb della pasta madre, la prima "sfida" di alcuni è stata la loro realizzazione in casa con pasta madre, da quella ricetta sono partita per rielaborare la mia versione vegana e non raffinata. Prima di me ha accolto la sfida anche Francesca (La tana del riccio) con la sua bellissima versione da cui ho preso spunto per l'uso delle mele nell'impasto. Nel suo articolo trovate anche un interessante analisi degli ingredienti della versione originale.

Non spaventatevi, la ricetta sembra elaborata, ma alla fine si tratta di un pan-dolce ripieno, quindi è più semplice di quanto sembri!

Merendine ripiene di crema al latte di anacardi

2013 0218003Ingredienti:

per il pan-dolce:

  • 150 di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 120 ml di succo di mela limpido
  • 50 gr di fecola di patate
  • 2 mele biodinamiche florina (da gratuggiare per ottenre circa 120 gr di purea)
  • 30 gr di olio evo
  • 50 ml di sciroppo d'agave
  • 320 gr di farina integrale di farro spelta appena macinata e setacciata
  • 1 cucchiaino raso di sale
  • 15 gr di farina di riso integrale basmati bio appena macinata del commercio equo (per il water roux)
  • 75 gr di acqua (per il water roux)

per spenellare:

  • 1 cucchiaio di malto di riso
  • 1 cucchiaio di acqua

per la crema agli anacardi:

  • 300 ml di latte di anacardi (autoprodotto)
  • 40 gr di farina di riso integrale basmati bio (del commercio equo e appena macinata)
  • 4 cucchiai di sciroppo d'agave

per decorare:

  • 4 pezzettini di cioccolato fondente 90% cacao del commercio equo

Per prima cosa preparare il water roux sciogliendo la farina di riso nell'acqua in un pentolino, metterla a scaldare fino a formare una crema gelatinosa. Spegnere e tenere da parte.

Gratuggiare le 2 mele, passarle nel frullatore e miscelarle con l'olio evo e lo sciroppo d'agave. Tenere da parte.

Sciogliere la pasta madre nel succo di mela, aggiungere la fecola e mescolare. Aggiungere la crema di mele che avete nel frullatore e il water roux e amalgamamre bene il tutto. Aggiungere 200 gr di farina di farro e poi il sale, mescolare e far riposare qualche minuto. Aggiungere gradualmente la restante farina fino ad ottenere un composto compatto ma ancora piuttosto appicicoso. Mescolare bene (dovrebbe bastarvi il cucchiaio) e mettere a riposare per 30-40 minuti (questo passaggio serve se usate farine fresche per permettergli di assorbire bene l'acqua).

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Riprendere l'impasto e con le mani unte d'olio e lavorarlo col metodo bertinet su un piano liscio. Mettere l'impasto a riposare per un'ora a temperatura ambiente e poi passarlo in frigo per 8-10 ore (la notte nel mio caso). 

La mattina riprendere l'impasto e lascairlo ambientare a temperatura ambiente per un'ora, poi stenderlo spesso in una teglia 20x30 cm rivestita di carta forno, senza lavorarlo ulteriormente.

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Lasciare lievitare fino al raddoppio (nel mio caso l'ho lasciato per 5-6 ore nel forno spento). Accendere il forno a 180°, ventilato, spenellare la superficie del pane con l'emulsione di acqua e malto di riso. Infornare per 30 minuti a 180°, estrarre dalla teglia e mettere a raffreddare su una griglia per qualche ora.

Preparare la crema, mescolando in un pentolino il latte di anacardi (io l'avevo preparato la sera prima), con la farina di riso e lo sciroppo d'agave in modo che non si formino grumi. Mettere il tutto sul fuoco e far bollire, fino ad ottenere una crema piuttosto densa (raffreddandosi si compatterà ulteriormente).

Rifilare i bordi del pane e tagliarlo in tre strati, farcire con la crema di anacardi e riso. Sciogliere i cubetti di cioccolato fondente e distribiurli a righe sulla superficie della torta con l'aiuto di una tasca con punta fina. Sbavare la cioccolata in veso ortogonale alle righe.

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Lasciare seccare il cioccolato e tagliare a fette il dolce creando le merendine.

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Diciamo che l'estetica è migliorabile, ma il gusto è decisamente ottimo. Tra l'altro si sono mantenute morbide anche già tagliate per 3 giorni (le ho conservate avvolte in telo di stoffa e poi nella madia). 

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Spaghetti ai porri e anacardi

on Venerdì, 22 Febbraio 2013. Posted in cucina

100% vegetal monday + Salutiamoci

Spaghetti ai porri e anacardi

Mese dedicato alle cipolle e affini per Salutiamoci, allora approfitto per lasciarvi anche questa ricettina per un sughetto veloce e ricicloso che prevede l'utilizzo della parte verde (le foglie) dei porri e dell'okara di anacardi, ovvero quello che rimane dalla produzione del buonissimo latte di anacardi (metti caso che non ve lo siete ancora mangiato sotto forma di "ricottina").

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Con l'occasione inauguro la mia partecipazione all'iniziativa di "La cucina della Capra" ovvero il "100% vegetal Monday" che si rifà alla nota iniziativa del Meatless monday ovvero all'invito di dedicare almeno un giorno la settimana alla cucina vegetariana.

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La proposta della Capra compie un passo in più ovvero quello di dedicare almeno un giorno la settimana alla cucina vegana, completamente priva di derivati animali. L'iniziativa mi è piaciuta subito, perchè penso sia di aiuto a chi vuole avvicinarsi a questo modo di cucinare, per avere delle idee alternative e vedere che in realtà è una cucina che può essere facile, veloce, gustosa. Spesso infatti mi dicono, si, vero, è meglio per l'ambiente, per gli animali, per la salute, ma così non mangi niente, è peggio di una dieta! Niente di più sbagliato, da quando ho eliminato dalle mie preparazioni anche le uova e i latticini, mi si è aperto un mondo di nuove possibilità e di sapori che prima non conoscevo e la mia cucina è decisamente più ricca e varia! E allora perchè non ci provate anche voi? Partendo da un solo giorno potreste accorgervi che vi sentite anche meglio, più leggeri anche nello spirito e prenderci magari la mano...

Intanto vi lascio il primo... per il secondo passate dalla Capra! :-) e se poi vi inventate una ricetta ricoratevi di condividerla, possono farlo tutti anche chi non ha un blog!

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Spaghetti semintegrali di farro al porro e anacardi 

ingredienti (per 3 persone)

  • la parte verde (foglie) di un grande porro
  • okara del latte di anacardi (circa 100 gr)
  • 280 gr di spaghetti di farro semintegrali biologici
  • olio evo qb
  • acqua
  • brodo vegetale
  • sale fino integrale qb
  • prezzemolo secco
  • pepe a piacere

preparazione:

Mettere a bollire una pentola d'acqua. Nel frattempo lavare accuratamente le foglie del porro, affettarle sottilmente, tritarle e metterle a rosolare in una padella con poco olio e un po' di brodo vegetale. Lasciare cuocere finchè saranno tenere. Quando l'acqua bolle versare gli spaghetti interi e cuocere per il tempo indicato in confezione. Quando il porro si sarà intenerito, aggiungere l'okara di anacardi, il sale, il pepe, il prezzemolo, mescolare bene la cremina, spegnere e coprire.

Scolare gli spaghetti impiattare e coprire generosamente con la cremina. Mescolare e gustare! Veloci e buonissimi!

 

Crema di cannellini, verza e porro con crostini di khorasan

on Martedì, 19 Febbraio 2013. Posted in cucina

Crema di cannellini, verza e porro con crostini di khorasan

Periodo questo in cui le creme di legumi sono graditissime visto il fresco che continua a farci compagnia. Quile bambine apprezzano particolarmente le creme frullate da mangiare con i crostini... quindi almeno una volta la settimana propongo una zuppa cremosa.

Con l'occasione vi lascio anche la ricetta per il pane di khorasan integrale (in fondo al post). Ultimamente non acquisto più il grano duro khorasan a marchio kamut perchè non approvo l'idea di "appropriarsi" di un prodotto della natura che è di tutti facendolo diventare nè più nè meno che un marchio commerciale. Questo nonostante sia un cereale che mi piace molto. Fortuna vuole che il produttore del gas l'anno scorso abbia iniziato a seminare il khorasan non "certificato". Come tutti i loro prodotti, viene coltivato da loro, raccolto ed eventualmente macinato, solo in versione integrale. La farina che si ottiene è di bel colore giallo, ha una buona forza e un profumo assolutamente fantastici, insomma io la adoro in purezza sia per il pane che per la pizza! 

Crema di cannellini, porro e verza

Ingredienti:

  • 150 gr di cannellini secchi
  • 5 cm di alga kombu
  • 1 foglia di alloro
  • 1 spicchio d'aglio
  • ¼ di verza
  • 1 porro piccolo
  • 1 patata
  • acqua per cuocere i fagioli
  • 3-4 fette di pane di khorasan integrale a lievitazione naturale*

Preparazione:

Mettere i cannellini in ammollo per una notte con l'alga. Cuocerli con l'alga, l'alloro e l'aglio finchè non saranno ben teneri.

Saltare in padella con l'olio e un po' di brodo dei cannellini la verza tagliata a listarelle fini, il porro affettato sottile e la patata tagliata a cubetti.

Quando saranno teneri frullarli con l'aggiunta di un po' di brodo. Frullare anche i cannellini con un altro po' di brodo di cottura e aggiungerli al resto delle verdure frullate. Mescolare, mettere sul fuoco, aggiustare di sale e se pepe (se piace).

Nel frattempo tagliare a cubetti le fette di pane e mettterli in una ciotola, aggiungere un po' di olio evo, di origano e rosmarino tritati. Mescolare. Scaldare una padellina antiaderente e versarci sopra i crostini. Rigirarli ogni tanto finchè diventeranno croccanti.

Servire la crema ben calda con i crostini caldi.

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*Pane di khorasan

ingredienti:

  • 150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 300 ml di acqua
  • 1 cucchiaino di sale fino integrale
  • 1 cucchiaino di malto d'orzo
  • 400-450 gr di farina di khorasan

Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il malto e mescolare bene. Aggiungere gradualmente 2/3 della farina e mescolare bene col cucchiaio. Lasciare riposare una mezzora e aggiungere il sale e gradualemente la restante farina. L'impasto dovrebbe rimanere appiccoso, io non lo lavoro a mano in questa fase, ma lo mescolo bene al cucchiaio. Metterlo a riposare per 5-6 ore a temperatura ambiente (dovrebbe all'incirca raddoppiare). Riprendere l'impasto, versarlo sul piano infarinato e fare un giro di pieghe. Rimettere a lievitare un'altra ora e rifare le pieghe. Mettere in forma e far lievitare fino al raddoppio, potete usare un cestino di lievitazione. Scaldare il forno al massimo, modalità statico, con pentolino d'acqua sul fondo. Quando è in temperatura infornare per 10 minuti a 240° e successivi 25 minuti a 180°-200°. Rovesciare la pagnotta, controllare la cottura battuendo sul fondo e lasciare raffreddare.

PS: se volete approfondire il discorso del marchio kamut vi segnalo l'approfondimento nel blog della Comunità della pasta madre

Qui la prima parte: http://pastamadre.blogspot.it/2012/02/approfondimento-il-kamut-questo.html 

Domande e risposte da parte della Kamut: http://pastamadre.blogspot.it/2012/02/kamut-le-prime-domande-e-risposte.html

seconda parte dell'intervista: http://pastamadre.blogspot.it/2012/02/ancora-kamut-terza-parte.html

e poi a voi la scelta...

Bulgur con cavolfiore verde

on Domenica, 17 Febbraio 2013. Posted in cucina

Bulgur con cavolfiore verde

L'orto è ancora a riposo, neve, pioggia e freddo ci hanno fatto ritardare anche la preparazione del terreno... solo i ciuffetti delle cipolle che avevamo fatto in tempo a piantare a novembre spuntano nella terra umida. Aspettiamo che il tempo migliori sperando di essere ancora in tempo per la semina dei piselli e delle patate, nonché dell'aglio... ogni tanto però salta fuori una sorpresa. E' stato il caso della settimana scorsa quando ho notato un piccolo cavolfiore rimasto sulla pianta. Sembrava da buttare, rovinato dal ghiaccio, invece la parte inferiore era perfetta, è bastato togliere le cimette rovinate. Piccolo raccolto col quale ho deciso di preparare il bulgur. Se non avete mai provato il bulgur ve lo consiglio proprio, è golosissimo. Si tratta di grano fermentato, cotto al vapore e spezzato, lo si trova sia grano tenero che duro che di farro. La preparazione è decisamente semplice e veloce.

Ingredienti (per 3 persone):

  • 1 piccolo cavolfiore verde col suo gambo
  • 1 bicchiere da 200 ml di bulgur di grano tenero bio
  • 1 spicchio d'aglio
  • olio evo qb
  • 300 ml di acqua
  • sale qb
  • curcuma
  • pepe

bulgur cavolfiore

Preparazione:

Pulire il cavolfiore, spuntare le cimette e tagliare i gambi. Tagliare la parte esterna fibrosa del gambo principale e recuperare il cuore del gambo. Affettarlo sottile.

In una pentola in acciaio dal fondo spesso far rosolare con olio evo e poca acqua l'aglio. Aggiungere il cavolfiore e farlo saltare brevemente. Quando il cavolfiore sarà tenero aggiungere il bulgur e farlo tostare. Aggiungere l'acqua e il sale, coprire col suo coperchio e far cuocere a fuoco basso per quindici minuti.

Aggiungere il pepe e la curcuma, mescolare bene, ricoprire e servire dopo qualche minuto.

Pagnottine saracene

on Sabato, 16 Febbraio 2013. Posted in cucina

Pagnottine saracene

Stuzzicata da una discussione sul gruppo Fb della pasta madre, ho provato a fare delle pagnottine integrali con farina di grano saraceno ad alta idratazione e lievitazione lunga in frigo. Il risultato è stato decisamente buono e gradito a tutti. Ho ripreso in parte l'idea delle stecche senza impasto, infatti queste pagnottine non sono impastate e la forma viene data alla fine mettendole direttamente nella teglia. Se vi piacciono le pagnotte piccoline e saporite ve le consiglio, il gusto del grano saraceno secondo me si sposa bene con le marmellate (specie quelle di frutti di bosco), ma anche con il vegrino, magari farcito con noci.

Ingredienti per 4 pagnottine:

150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore

300 ml di acqua

5 cucchiai colmi di farina di grano saraceno integrale

1 cucchiaino di sale fino integrale

1 cuccchiaio di tahin chiaro

farina integrale di grano tenero qb (all'incirca 200-250 gr)

Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua. Aggiungere il tahin e la farina di grano saraceno. Mescolate bene. A questo punto aggiungete un po' alla volta la farina integrale di grano tenero, continuate ad aggiungerla finchè non riuscite più a mescolare col cucchiaio (come per la focaccia velocissima). La quantità che vedete riportata sopra è veramente indicativa perchè molto dipende dalla farina, da quanto tempo prima era stata macinata e da quanta acqua assorbe. Comunque dovete ottenere un impasto ancora appiccoso, ma non liquido. Aggiungete il sale e mescolate bene. Lasciate lievitare per un paio d'ore a temepratura ambiente, versate il tutto sul piano ben infarinatoe fate un giro dipieghe aiutandovi eventualmente con una spatola. Rimettete a lievitare in frigo per 5-6 ore. Togliete dal frigo, fate ambientare un'oretta e fate un secondo giro di pieghe. Vedrete che l'impasto pur appicicoso sarà diventato più lavorabile. Rimettetelo a lievitare per un'altro paio d'ore (potete lasciarlo sul piano infarinato coperto da un canovaccio o da una teglia o avvolgerlo su un canovaccio infarinato, io opto per la prima soluzione).

Accendete il forno a 240° con un pentolino d'acqua all'interno. Quando sarà caldo estraete la teglia e infarinatela bene oppure posizionate un pezzo di carta forno. Con l'aiuto di una spatola o di una lama oliate tagliate in 4 l'impasto, infarinatelo e spostate i singoli pezzi sulla teglia, ripiegandoli a metà in modo da avere delle pagnottine.

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Infornate per 10 minuti a 240° e successivi 20-25 minuti a 180°. Controllate la cottura rovesciando le pagnotte.

Come vedete un ottimo risultato per essere panini integrali e per giunta con una buona quantità di farina non glutinosa. Tra l'altro conservati avvolti in un canovaccio e all'interno della madia si sono mantenuti morbidi per 3-4 giorni.

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Cous cous integrale con crema di fagioli rossi e porro

on Sabato, 09 Febbraio 2013. Posted in cucina

Cous cous integrale con crema di fagioli rossi e porro

Fra tutto questo panificare e leggere pensavate che avessi deciso di non pubblicare più ricette di altro tipo? E invece rieccomi qua con un primo piatto che a noi piace tantissimo. Il condimento che vi propongo è piuttosto invernale, infatti prevede i fagioli rossi e il porro. Questa ricetta casca a pennello per la raccolta di Salutiamoci di questo mese che ha come protagonista la cipolla e tutte le altre gigliacee, come all'erba cipollina, lo scalogno, il porro, l'aglio ed è ospitata da La cuoca pasticciona.

Devo dire che a noi piacciono parecchio e nell'orto non mancano mai (le cipolle le avevamo seminate a novembre e ora spuntano con i loro ciuffetti...), ma ho una vera passione per il porro che infilerei ovunque! Se pensate che siano pesanti ricredetevi anche solo valutando la loro bontà in termini nutrizionali. Vi cito dal blog di Salutiamoci

Una famiglia potente dalle forti qualità terapeutiche: antibatteriche, depurative e diuretiche. Stimolano il sistema nervoso, purificano e umidificano le arterie, eliminano l'eccesso di acido urico.
In particolare cipolla e aglio sono considerati veri e propri farmaci. La cipolla cotta è lassativa, mentre quella cruda agisce sui reni. Distrugge numerosi batteri tra cui colibatteri, stafilococchi e salmonelle.
E' perfetta per prevenire e curare i malanni di stagioni come influenze e malattie respiratorie, come ad esempio tosse e bronchite. Così proprio come il fratello aglio, altro vegetale dalle potentissime proprietà naturali, in grado di contrastare infezioni e influenze, con un'efficacia sorprendente.
Entrambi sostengono il cuore e sono alimenti anti-infarto, se mangiati crudi. Inoltre contribuiscono ad abbassare il colesterolo, soprattutto abbinandoli ad altri alimenti dalle stesse capacità come fagioli e altri legumi.
Infine tutta la famiglia delle gigliacce ha effetti anticancro, poiché i composti solforati che contengono riducono il malsano effetto di nitriti, nitrati e degli idrocarburi aromatici. Svolgono una funzione preventiva nei confronti del tumore all'esofago, stomaco e colon. Tutte la famiglia inoltre è efficace sul controllo della glicemia e dell'insulina.
E quindi veniamo alla ricetta...

ingredienti:

  • 75-80 gr di fagioli rossi secchi
  • 1 foglia di alloro
  • 5 cm di alga kombu
  • 1 porro non troppo grande o mezzo se grande
  • 150 gr di cous cous integrale
  • 150-160 ml di acqua di cottura dei fagioli
  • olio evo qb
  • sale fino integrale qb
  • pepe se piace

Preparazione:

Mettere in ammollo i fagioli rossi per una notte, lessarli con alloro e alga kombu, quando sono teneri, salarli a piacere, completare con altri 10 minuti di cottura, scolare (non buttate l'acqua di cottura, potete usarla come brodo).
Frullare i fagioli tenedone da parte una manciata da aggiugere intera alla fine.
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Affettare sottile il porro (le foglie tenetele da parte per il brodo) e tritarlo grossolanamente. In un pentolino in acciaio dal fondo spesso fate rosolare con poco olio e un po' d'acqua il porro. Aggiungere la crema di fagioli i fagioli interi e scaldateli. Nel frattempo, in una pentola mettete l'acqua di cottura dei fagioli (150-160 ml ) a scaldare, quando bolle versateci il cous cous, rimestate in modo che sia interamente coperto dall'acqua, mettete il coperchio e spegnete il fuoco. Dopo 10 minuti il cous cous sarà pronto: sgranatelo con una forchetta, servitelo versandoci sopra il sughetto ben caldo.
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Colgo l'occasione per sagnalare le altre mie ricette con cipolla o porro:
Tortini salati 3P (porro, patate, piselli)
 
 

Crema cotta

on Venerdì, 08 Febbraio 2013. Posted in cucina

Crema cotta

Prima che anche il Carnevale scappi pubblico questa ricetta carnevalesca... si tratta della rivisitazione di un dolce che preparava mio padre ogni anno proprio e solo a Carnevale e che faceva solo lui: la crema fritta. Diciamocelo buonissima, ad essa collego dolci ricordi sia per il gusto per l'abbinamento al carnevale, ma piena di un sacco di cose attualmente non consumo più, essendo composta prevalentemente da latticini e uova. Però la voglia di ritrovare qualcosa di simile era tanta e quindi mi sono messa all'opera a creare una crema vegana che fosse idonea ad essere poi ripassata fritta o al forno. Se devo dirla tutta in origine pensavo di friggere come nella versione originale, poi mi è passata la voglia causa pomeriggio un po' pesante con Alice febbricitante, sicchè ho optato per il forno, meno impegnativo e più leggero. Direi che il risultato è stato apprezzato!

Ingredienti:

  • 400 ml di latte di riso
  • 45 gr di farina di riso integrale (macinata col mulinetto)
  • 25 gr di fecola di patate
  • 60 gr di sciroppo di agave
  • 1 pizzico di vaniglia
  • 1 pizzico di curcuma
  • farina di mais giallo (varietà cinquantino) macinata fine (fioretto)
  • zucchero di canna per spolverare

Procedimento:

In una pentola in acciaio col fondo pesante versare il latte di riso e aggiungere la farina di riso, la fecola, lo sciroppo d'agave, la vaniglia e la curcuma. Mescolare bene, accendere il fuoco e far bollire fino ad ottenere una crema (tipo pasticcera) piuttosto densa.

Versarla in una pirofila rettangolare in ceramica o su carta forno e lasciare raffreddare.

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Rovesciare la pirofila o la carta forno su un piatto e tagliare la crema addensata in rettangoli. Panarli con la farina di mais (volendo si puà usare anche pan-grattato o una miscela di pane e farina di mais) e diposrli man mano sulla teglia del forno (dopo aver messo della carta forno). Infornare per 10 minuti a 180°, estrarre la teglia, girare i rettangoli di crema con l'aiuto di una spatola e reinfornare per altri 5 minuti.

Estrarre dal forno, far raffreddare leggermente e spostarli su un piatto. Spolverare con zucchero di canna. Ottima tiepida, ma anche fredda... dentro ha un cuore di crema morbidina!

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Questo post partecipa alla raccolta di ricette di dolci di carnevale organizzata da Elena di NadirBlog&Sister.

 

Qualche libro sul pane...

on Giovedì, 07 Febbraio 2013. Posted in libri, cucina

per il giovedì del libro di cucina

Qualche libro sul pane...

Questa settimana Alice ed Elena leggono per... fare il pane!

Ancora in pieno clima post-PastaMadre Day, con l'inevitabile strascico di spacci che continua ad arrivare assieme alle innumerevoli richieste di consigli per gestire al meglio le nuove creature arrivate in casa (le paste madri intendo...), ho pensato di dedicare il giovedì del libro nuovamente al pane. La volta scorsa vi avevo consigliato caldamente il libro di Annalisa DeLuca che secondo me è il più completo, stavolta vi lascio un po' di libri non esclusivamente dedicati al pane a lievitazione naturale che posso venire utili a chi vuole saperne di più sulla storia del pane o sulla chimica o semplicemente confrontarlo col lievito di birra e capirne la differenza. Questi sono alcuni dei libri che avevamo a disposizione sabato scorso al PastaMadre Day e che, se siete della provincia di Padova potete prendere in prestito attraverso il bacino bibliotecario.

Si tratta in alcuni casi di libri datati, ma a mio avviso interessanti proprio per il confronto che propongono fra lievito di birra e pasta madre... Ah, in nessun caso si tratta di libri con impronta vegana, diciamo che come dicevo anche per "Facciamo il pane" la parte generale è sempre utile e le ricette sono facilmente veganizzabili quasi in quasi tutti i casi. Allora veniamo a noi!

quagliaIl primo libro è "Scienza e tecnologia della panificazione" di G. Quaglia, Chiriotti editore, risalente al 1977, sicuramente ripubblicato...

Si tratta di un libro prettamente scientifico che parla della chimica del pane e della sua produzione. Personalmente trovo utili sia le tabelle relative alle proprietà delle diverse farine che la parte riguardante i miglioratori che ci fa capire come il pane sia ben altro che acqua e farina. 

Il secondo libro sempre piuttosto datato è "Il pane" di Guido Boriani e Fabrizio Ostani, ed. Ottaviano, 1986. La prima parte del libro riguarda la storia del pane, secondo me è la più interessante ed è quello che diferenzia questo testo dagli altri. Viene ripercorsa tutta la storia della panificazione, dalla scoperta casuale della pasta acida. Molto belle anche le immagini che riproducono vecchi bassorilievi e disegni a partire dagli egizi fino ai greci e ai romani. Segue un'interessante capitolo sui diversi tipi di cereali e infine si passa agli ingredienti del pane e alla panificazione industriale e casalinga. La parte delle ricette si diffrenzia perchè le divide in base all'origine geografica. Il testo si conclude con una parte legislativa.

pane fatto in casaPiù recente è invece il libro di A. Valli "Il tuo pane fatto in casa" Edizioni FAG MILANO del 2008. Questo libro cerca di sfatare l'idea che il pane fatto in casa sia difficile e necessiti di attrezzature particolari. L'autore del testo è una persona dai mille impegni, lavorativi, familiari e sociali; eppure, con un minimo di organizzazione riesce, ormai da anni, a farsi il pane in casa senza troppi problemi. Una parte del libro è deidicata all'uso della macchina del pane e alla fine si trovano molte ricette corredate da foto. Ad ogni ricetta è abbianato un proverbio o un detto della tradizione popolare con protagonista il pane. Interessante anche la presenza di ricette con gli avanzi del pane.

panificandoUno dei più utili in tema di panificazione è il testo di Giorilli e Lipetskaia, "Panificando",  2003, Zanichelli che unisce, alternadole nei capitoli, nozioni molto tecniche a ottime ricette sia con lievito di birra che con pasta madre. Questo è un testo che consulto piuttosto spesso soprattutto se ho dubbi sull'aspetto chimico e sulle proprietà di ciò che vado a inserire nelle ricette. E' decisamente un testo completo, altre volte l'avevo citato qui sul blog perchè spesso ho tratto ispirazione dalle ricette che ho riadattato all'impasto a mano e con farine meno raffinate. Per esempio questo pane ai fiocchi d'avena o questo pan-carrè alla segale.

come-si-fa-il-paneInfine l'ultimo libro che vi lascio di questa piccola raccolta è dedicato ai bambini "Come si fa il pane?" di Karine Harel, Tourbillon edizioni. Un librino che parte dall'alimento finito, il pane (in questo caso la baguette - non poteva essere altrimenti visto che l'autrice è francese) e arriva alla materia prima. Si parla della produzione industriale, ma finisce col dare la ricettina per produrre il pane in casa. E' molto accattivante nella grafica, semplice, ma allo stesso modo completo... Alice si è divertita a trovare la somiglianza tra il nostro mulinetto e quello antico in legno, inoltre adora seguire il percorso della farina lungo i tubi, fra i setacci e fino al silos e al sacchetto.

Questa raccolta di libri partecipa al giovedì del libro di cucina di Passato fra le mani

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