in cucina

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con i piccoli

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a piedi o in spalla

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orto e giardino

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Articoli taggati con: pasta madre

Pagnotta 100% farro monococco integrale

on Mercoledì, 19 Giugno 2013. Posted in cucina

Pagnotta 100% farro monococco integrale

Si, lo so, fa caldo per accendere il forno... però però che bene lievita il pane adesso! E poi si possono ridurre i tempi di lievitazione e ancora... non vi fa voglia cenare in giardino con una bella bruschetta con verdure dell'orto? e soprattutto che meraviglia è questo pane? Io mi sono organizzata in modo da accendere il forno la sera dopo cena, magari mentre si sta fuori in giardino e si può tenere la finestra aperta.

Poi questo pane semplicissimo a farsi è fatto tutto con farina di farro monoccco, un tipo a chicco più piccolo, specie antica coltivata da pochi, che avevo macinato di fresco. Il farro è prodotto dall'azienda agricola La Civranetta di Pegolotte di Cona (Ve). Vi riporto da wikipedia un po' di informazioni sul monoccocco:

Il Triticum monococcum volgarmente denominato piccolo farro e più comunemente conosciuto come monococco, è una pianta della famiglia delle graminacee ed è ritenuto il primo cereale addomesticato dall'uomo intorno al 7500 a.C., in Medio Oriente[1]. Ha un basso tenore di glutine (intorno al 7%), è panificabile, ma lievita poco.

La crescita spontanea nell'ambito della cultura del piccolo farro e dell'Aegilops tauschii ha dato origine, in epoche successive a grani panificabili ad alto tenore di glutine, da cui i frumenti ora coltivati.

Il monococco, dal punto di vista nutrizionale, si differenzia dal frumento tenero o da quello duro per l'alto contenuto proteico e per l'elevata quantità di carotenoidi (pigmenti liposolubili come il B-carotene, precursore della vitamina A); tutti hanno un ruolo rilevante nelle funzioni cellulari e sono efficienti agenti antiossidanti.

Valori Nutrizionali Medi
Proteine totali 19.30  %
Ceneri 2.41  %
Carotenoidi 10.40 mg/Kg
Tocoli (Vit. E) 94.40 mg/Kg
Microelementi:
Zinco 50.00 mg/Kg
Ferro 41.70 mg/Kg
Manganese 38.00 mg/Kg

Veniamo alla ricettina!

Ingredienti:

  • 150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 500 gr di farro monoccocco integrale macinato di fresco
  • 300 ml di acqua temperatura ambiente
  • 1 cucchiaino di sale fino integrale
  • 1 cucchiaino di malto d'orzo

Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il malto d'orzo e mescolare bene. Aggiungere metà della farina mescolando col cucchiaio e il sale. Aggiungere la rimanente farina mescolando col cucchiaio finchè riuscite. Io non ho avuto bisogno di usare le mani, l'impasto è rimasto piuttosto idratato e appiccicoso, caratteristica questa che ho notato anche altre volte che ho usato il monococco (anche non integrale). L'impasto non è facilissimo da lavorare, però non demordete, cercate di impastarlo megli oche potete e mettetelo a riposare coperto da un canovaccio per 3 ore a t.a.. Passato questo tempo fate un giro di pieghe e rimettete a riposare sulla ciotola. Dopo un'altra ora e mezza rifate le pieghe e stavolta mettete a riposare sul cestino di lievitazione ben infarinato (mi raccomando posizionate l'impasto al rovescio!). Quando l'impasto raggiunge il bordo del cestino, accendete il forno al massimo con una ciotolina d'acqua all'interno (sul fondo). Quando il forno è caldo, rovesciate sulla teglia del forno ben infarinata la pagnotta (che dovrebbe staccarsi senza problemi e mantenere il disegno a cerchi). Infornate e con uno spruzzino vaporizzate dell'acqua all'interno. Lasciate andare al massimo per 10-15 minuti e poi abbassate il forno a 180-200° statico per un'altra mezzora. Estraete la pagnotta e bussate sul fondo per verificare la cottura (deve suonare vuoto). Mettete a raffreddare su una griglia inclinato o rovescio. Conservate avvolto in un canovaccio! Tanto durerà poco....

PS: QUI trovate alcuni consigli per la panificazione in estate

PPS: QUI trovate un articolo interessante sul farro

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette con cereali e farine integrali "Integralmente" di GocceD'aria: partecipate anche voi!

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Treccia con zucchine per il Raduno Blogger Autogestito

on Venerdì, 07 Giugno 2013. Posted in all'aperto, cucina

Treccia con zucchine per il Raduno Blogger Autogestito

Avevo quasi pronto un post libresco per oggi che è venerdì, ma avevo troppa voglia di condividere le foto dell'incontro di domenica scorsa, ovvero del 2° Raduno Blogger Autogestito, che si è tenuto a Ferrara al C.S.P. La resitenza.

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Il centro avevo avuto modo di vederlo a marzo in occasione dello scambio di semi, stavolta ce lo siamo davvero goduto! Il grande spazio esterno è ideale per stare in compagnia, mangiando e chiacchierando e anche i bambini hanno tanto spazio dove poter correre e giocare.

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E nonostante con alcune persone ci fossimo viste solo una volta e con alcune soltanto virtualmente, ci siamo sentiti come a casa, davvero bene.

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Tutti in attesa di mangiare: chi prenderà per primo l'iniziativa? :-)

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Mangiato tantissimo, d'altronde con tutte le bontà che c'erano da assaggiare!

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Anche le bimbe hanno apprezzato, in particolar modo Elena che non la smetteva di servirsi!

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Fra chiacchiere e cibarie siamo arrivati al pomeriggio. E' stata fatta una piccola lotteria nella quale ho anche quadagnato un libro di cucina che vi presenterò più in là e poi i bambini hanno fatto i loro scambi, di giochi, prima e di librini poi.

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Un po' di spazio alla lettura ed era già ora dei saluti!

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Mi dispiace di non essere riuscita a dedicare a tutti il dovuto tempo... d'altronde quando si sta bene il tempo vola veloce!

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Ringrazio tutte le amiche che ho reincontrato e quelle che ho visto per la prima volta, in particolare Annalisa e la Capra perfette padrone di casa, Felicia che ha organizzato il tutto, Caterina che ho conosciuto con vero piacere, Elisabetta che finalmente sono riuscita a vedere di persona, Elena che rivedo sempre con grande piacere e Giulia con cui ci siamo conosciute dopo che ho conosciuto i "suoi" detersivi! Un bacionissimo al maritone Marco che ci accompagna sempre volentieri in queste situazioni, anche nel giorno del nostro 6° anniversario di matrimonio, e senza il quale non avrei avuto il tempo di chiacchierare così tanto! Ah... e logicamente un grazie al sole che si è donato per tutto il giorno! :-)

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Per l'occasione io avevo preparato la quinoa con lenticchie a cui avevo aggiunto le zucchine e una treccia di pane ripiena con zucchine. Ero partita dall'idea di fare una focaccia ripiena, poi mentre mi accingevo a fare il primo impasto mi è capitata sotto gli occhi una foto sul gruppo FB della pasta madre in cui si vedeva un'impasto diviso in tre per farne una treccia ripiena. Logicamente la ricetta me la sono inventata al momento, anche perchè non era ancora stata riportata nel gruppo, però l'idea della treccia è rimasta. Vi lascio quindi la ricettina, che anch'io devo rifare visto che alla fine l'ahnno assaggiata tutti fuorchè la sottoscritta! :-) Visto che è stata finita suppongo fosse buona! :-)

Treccia ripiena con zucchine

ingredienti per l'impasto:

  • 125 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 240 gr di kefir di soia ( o yogurt di soia bianco )
  • 60 gr di acqua
  • 1 cucchiano di sale fino integrale
  • 1 cucchiaino di malto d'orzo
  • 400 gr di farina integrale di grano tenero setacciata
  • 100 gr di farina integrale d'orzo appena macinata

ingredienti per il ripieno:

  • 1 zucchina grande o due piccole
  • 1 cipolla bianca
  • 3 cucchiai di mandorle non pelate
  • melissa, timo, rosmarino, origano a piacere
  • olio evo qb

Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il kefir di soia, mescolare bene, aggiungere il malto, la farina d'orzo, il sale e infine la restante farina. Impastare bene a mano in modo da avere una bella palla morbida non appiccicosa, ma che sciovoli fra le dita. Mettere a riposare per 4 ore a temperatura ambiente. Sul piano infarinato fare un giro di pieghe e rimettere a riposare per un'altra ora. Nel frattempo tritare le mandorle grossolanamente (con un coltellone va benisssimo), tritare anche le spezie e la cipolla bianca. Tagliare a dadini le zucchine. Mescolare tutto fuorchè le mandorle in una ciotola, aggiungere un po' di olio evo e salare a piacere (io non avevo aggiunto sale).

Stendere sul piano infarinato l'impasto dello spessore di 1,5 - 2 cm con le mani. Tagliarlo in 3 parti e su ciascuna disporre le mandorle tritate e sopra il ripieno di zucchine, spezie e cipolla.

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Arrotolare ciascuna parte.

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Procedere a realizzare la treccia posizionandola subito su carta forno per aiutarsi nello spostamento sulla teglia. Mettere a lievitare la treccia in una teglia e lasciarla lievitare per altre 2 ore.

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Accendere il forno a 180°. Spennellare la superficie con latte di soia e infornare per 40 minuti. Estrarre dal forno, ripassare il latte di soia e riporre nel forno spento socchiuso in raffreddamento per altri 10 minuti.

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Mettere a raffreddare su una griglia e quando freddo tenere avvolto in un canovaccio pulito fino al momento di servire.

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Ed eccola pronta ad essere mangiata al Raduno!

Arrivederci al prossimo raduno allora!

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Potete leggere il racconto visto dalgli occhi di Felicia QUI.

PS: vi ricordo che è in corso il contest "Io lavo eco, I love eco" per il secondo compleanno di GocceD'aria - partecipate numerosi!

 

Ghirlanda al cioccolato

on Venerdì, 31 Maggio 2013. Posted in cucina

Ghirlanda al cioccolato

Mamma mia, una vita che non pubblico ricette con la pasta madre! Non starete pensando che abbia fatto una brutta fine, vero? In realtà no, anzi da un mesetto a questa parte la Gilda è in buona compagnia della neo-nata pasta-birba che colgo l'occasione per presentarvi! Questa giovane pasta madre è stata creata per gioco dalle manine della piccola Elena, che un giorno mi ha chiesto di impastare del pane e non avendo io a disposizione nessun impasto da lavorare, le ho dato un po' di farina di segale (l'unica che avevo in quel momento disponibile) macinata da me e acqua... questo impasto manipolato per giocare è stato poi appallottolato e dimenticato in un piatto, per un giorno. Quando l'ho ripreso, era morbido e leggermente bollicinoso, allora l'abbiamo rinfrescato (a caso) e riposto a temperatura ambiente per un altro giorno e così il giorno successivo... e visto che la cosa sembrava funzionare ho deciso di tenerlo e battezzarlo "Pasta-birba". Logicamente con gli avanzi ci abbiamo fatto crackers e grissini oltre che piadinette, poi ho provato a farci del pane, direi con buoni risultati! 

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Elena orgogliosa con la sua pasta-birba

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Prima pagnottina con pasta birba

E per non fare ingelosire la Gilda ecco invece una sua ricettina che è una rivisitazione dei cornetti vegani in forma di ghirlanda con farcitura di cioccolato.

Ghirlanda al cioccolato

ingredienti:

  • 250 gr pasta madre rinfrescata la mattina
  • 600 gr di farina di farro bianca biologica
  • 2 cucchiai di farina di riso integrale appena macinata
  • 40 ml di olio evo
  • 250 ml di succo di mela limpido
  • 70 gr di sciroppo di agave
  • 1 pizzico di sale
  • per la farcitura: cioccolato fondente extra 90% cacao del commercio equo
  • latte di riso qb per la lucindatura finale

Realizzazione:

La sera sciogliere la pasta madre nel succo di mela. Aggiungere lo sciroppo d'acero, il sale, la farina di riso, l'olio e la farina di farro. Quando non si riesce più a mescolare col cucchiaio passare sul tagliere e impastare bene fino ad ottenere una palla liscia e omogenea, da mettere a lievitare per 5 ore coperta da un canovaccio nel forno spento.

In un pentolino sciogliere il cioccolato fondente e lasciarlo raffreddare mescolandolo ogni tanto. Estrarre l'impasto dal forno e stenderlo con le mani in forma più o meno quadrata sul piano ben infarinato. Spennellare l'impasto con la cioccolata.

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Arrototolare per il lato lungo e tagliare a fette il rotolo. Su una teglia con carta forno, disporre le fette a formare la ghirlanda una accanto all'altra, non troppo appiccicate.

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Riporre a lievitare nel forno spento coperta da un canovaccio per 3 ore o fino al raddoppio.

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Preriscaldare il forno a 180° e infornare per 35-40 minuti. A fine cottura spennellare con latte di riso.

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Ecco la fetta...

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Se vi avanzano delle fette potete farci delle brioscine tipo queste:

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Infine prima di salutarvi vi lascio qualche foto scattata domenica scorsa alla festa dei gas e del commercio equo di Este (PD), dove con l'associazione abbiamo realizzato un piccolo laboratorio di panificazione con pasta madre per grandi e piccoli.

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Preparativi...

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Si comicia... si avvicinano i curiosi

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Finalmente mani in pasta!

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E si studia

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Buon week end di panificazione o altro a tutti! Io sarò in buona compagnia al Raduno Blogger Autogestito a Ferrara... vi racconterò!

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Il manuale dei cibi fermentati

on Giovedì, 16 Maggio 2013. Posted in libri, all'aperto

... e ricetta per lo spumantino di sambuco

Il manuale dei cibi fermentati

Dopo una breve pausa torno a presentarvi un libro di cucina per la raccolta del giovedì del libro di cucina dell'amica Annalisa di Passato fra le mani

 

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e in particolare vi voglio parlare de "Il manuale dei cibi fermentati" di Michela Trevisan per TerraNuova edizioni. Si tratta di un libro cha ho acquistato ormai svariati anni fa, quando mi avvicinavo timidamente al mondo dell'autoproduzione ed è stato penso il primo "luogo" in cui ho sentito perlare di pasta madre, nonchè di tanti altri alimenti fermentati dai nomi strani ed esotici fra cui il kefir (quello di soia lo vedete nella foto qui a fianco) che ho avuto fra le mani solo dopo un po' di anni.

manuale cibi fementati

Il libro è organizzato in cinque capitoli, nei quali dopo le doverose spiegazioni sui vari tipi di fermentazione, sulla scelta della materia prima e dei materiali, si passa all'elencazione dei cibi fermentati che si possono produrre in casa e infine alle ricette, divise per alimenti, bevande, condimenti e altre preparazioni. Io ho la versione vecchia che non aveva immagini, ora è uscita la nuova versione corredata da immagini cosa che secondo me viene molto utile a capire il procedimento in alcune ricette.

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Le ricette sono tutte vegetariane, buona parte vegane, nell'indice queste ultime sono evidenziate col simbolo della V formata da due foglie.

Io ve lo consiglio se siete in fase autoproduttiva, soprattutto ora con la bella stagione e tante cose che cominciano ad esserci nell'orto o regalate dalla natura vien proprio voglia di provarci!

Di tutte le ricette del libro vi lascio questa che ho rifatto domenica sera con alcuni dei fiori di sambuco che ho raccolto a Ca' di Mezzo: lo spumantino di sambuco.

Per prima cosa trovate i vostri alberi di sambuco fioriti, come al solito lontano da strade e luoghi inquinati, raccogliete gli ombrelli, per fare solo lo spumantino ve ne bastano pochissimi...

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ingredienti:

  • 2 ombrelli di fiori di sambuco
  • 1 litro di acqua
  • 1/2 limone
  • 100 gr di zucchero di canna

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Realizzazione:

Versare l'acqua in ciotola di vetro assieme al succo e alla buccia del limone (io l'ho pelata con il pelapatate). Aggiungerelo zucchero e mescolare fino allo sciogliemento dello stesso, aggiungere i fiori di sambuco. Coprire con un canovacci pulito fermato da un elastico in modo che non entrino insetti o polvere e esporre al sole per 3 giorni. Successivamente travasare in bottiglie di vetro con l'aiuto di un imbuto e filtrando con un colino a maglia fine. Non riempire completamente le bottiglie ma lasciare un po' di aria, 5 - 7 cm. Tappare e rimettere al sole per altri 3 giorni finchè si vedono apparire le bollicine che indicano che lo spumante è pronto (potete anche sgasare aprendo leggermente i tappi). Lasciare riposare al fresco per un paio di giorni e consumare fresco!

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Informazioni utili su questa pianta, sulle proprietà dei fiori e delle bacche le trovate QUI.

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette con erbe spontanee di 

Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia".

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per la categoria ricette - sambuco (sambucus nigra).

 

Camille e biscotti per e con i bimbi (a lievitazione naturale)

on Sabato, 27 Aprile 2013. Posted in cucina

Camille e biscotti per e con i bimbi (a lievitazione naturale)

Oggi vi voglio presentare due ricette per due cose molto diverse fra di loro, ma accomunate perchè:

  • entrambe sono a lievitazione naturale
  • entrambe sono graditissime ai bimbi
  • i piccoli aiutanti sono determinanti nella preparazione
  • sono golose!

di che si tratta? I primi sono biscottini, i secondi merendine alla carota, tipo le famose Camille, per intenderci...

Come sapete ci tengo a non proporre alle bimbe cibi confezionati o meglio a ridurli al minimo, purtroppo però a scuola direttamente dalla mensa ogni tanto vengono fornite le merendine ad Alice che pur non amndo i dolci in questo contesto le mangia... allora ho pensato di proporle un alternativa casalinga che è anche decisamente più sana. Ovviamente per farle mi avvalgo anche del suo aiuto, tanto per dimostrare che in casa e con ingredienti sani si possono fare delle cose buone, forse anche più buone di quelle acquistate.

Per sfizio sono passata a vedere gli ingredienti delle camille "originali", eccoveli qua: 

Zucchero, farina di frumento, uova fresche pastorizzate, carote grattugiate (14%), mandorle (7%), amido di frumento, fibra solubile: oligofruttosio (5%), olio di girasole, burro, succo d’arancia (1,4%), agenti lievitanti (difosfato disodico, carbonato acido di sodio, carbonato acido di ammonio), emulsionanti (mono e di gliceridi degli acidi grassi di origine vegetale), aromi, sale, maltodestrina.

Li potete facilmente confrontare con quelli che ho usato io e fare le vostre considerazioni... a me balza subito all'occhio il fatto che il primo ingrediente sia lo zucchero...

Veniamo alle ricette!

Letterine al cioccolato

ingredienti:

  • 60 gr di pasta madre
  • 70 gr di sciroppo d'agave
  • 50 ml di olio evo
  • 100 ml di latte di riso
  • 50 gr di farina di riso integrale appena macinata
  • 100 gr di cioccolato fondente 90% cacao del commercio equo
  • 220-250 gr di farina tipo2 di grano tenero
  • 1 pizzico di sale fino integrale

preparazione:

DSCF8519Sciogliere la pasta madre nel latte di riso (vi basta poca pm perchè non devono lievitare molto, io ho usato un avanzo), aggiungere lo sciroppo, la farina di riso e l'olio e mescolare bene. Aggiungere anche il sale e la cioccolata rotta a pezzetti dalle manine delle bimbe (NB: se i vostri aiutanti sono golosi munitevi di più cioccolata, altrimenti rischiate di trovarvi delle letterine senza cioccolata... :-)). Aggiungere un po' alla volta la farina, passando ad impastare a mano sulla spianatoria quando non ce la fate più col cucchiaio. Otterrete una bella palla liscia che metterete a riposare in frigo per la notte. La mattina esptrete dal frigo, lasciate per un'ora a temperatura ambiente e successivamente date forma ai biscottini. Nel nostro caso avevo solo l'aiutante piccola, quindi ho optato per lasciarla lavorare con le mani a fare dei serpentelli, poi io li pigati facendoli diventare delle letterine, pensando che in questo modo Alice si sarebbe divertita a scrivere il suo nome o latro con i biscotti. Al termine della creazione, li ho lasciati lievitare un'oretta. Acceso il forno a 180° e infornato per 15 minuti. Ed ecco Alice che fa merenda con orzo e biscotti al rientro da scuola!

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La seconda ricetta con le bimbe sono le Camille, queste sono ottime da portare in giro o da regalare: le mie bimbe le hanno gradite tantissimo! La ricetta stavolta non è mia, ma di Francesca, di Creandos'impara, io l'ho un po' modificata sia perchè la mia pasta madre non è liquida, sia perchè ho preferito usare farina tipo2 e limitare lo zucchero. Ve la trascrivo qui con le mie modifiche (ah, gli ingredienti sono dimezzati rispetto alla sua versione grande, se volete ottenere più tortine di più raddoppiate le dosi...)

Camille

ingredienti:

  • 70 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 250 gr di farina tipo 2
  • 75 gr di farina di mandorle
  • 100 gr di carote grattuggiate
  • 1 cucchiaio di olio evo
  • 120 gr di acqua
  • 1 cucchiaio di malto di avena
  • 60 gr di sciroppo d'agave
  • 1 pizzico di sale
  • la buccia gratuggiata di mezzo limone biologico
  • 1 cucchiaio di malto di avena per la lucidatura
  • 1 cucchiaio di zucchero di canna grezzo integrale mascavo per decorare

Realizzazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il malto, lo sciroppo, la buccia di limone, le carote gratuggiate, il sale e la farina di mandorle. Mescolare bene aggiungere un po' alla volta la farina e mescolare fino ad ottenere un impasto ancora leggermente appiccicoso. Impastarlo a mano (eventualmente con le mani unte) per una decina di minuti. Lasciarlo riposare per un'oretta a temperatura ambiente e metterlo in frigo per la notte. La mattina estrarlo dal frigo e lasciarlo ambientare per un'oretta, stenderlo sul piano infarinato e arrotolarlo. Tagliarlo a fettine (io ne ho ottenute 12). Schiacciare leggermente ogni fettina e richiuderla su se stessa, pilare in modo da ottenere una pallina liscia. Mettere le palline nei pirottini e lasciare lievitare per 4-5 ore fino almano al raddoppio.

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Accendere il forno a 160° e spennellare la superficie con un cucchiaio di malto di avena sciolto in un po' d'acqua.

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Infornare per 25 minuti. Appena sfornati spennellare nuovamente con l'emulsione malto  e acqua e spolverare con zucchero grezzo di canna del tipo mascavo.

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Lasciar raffreddare prima di estrarre dai pirottini. Io li ho conservati in una scatola di latta (sono anche un bel regalo) e sono rimasti morbidi per un paio di giorni.

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Passo questa seconda ricetta direttamente a Cristina di

 Germogli di soia per la raccolta di ricette per il contest del suo compleanno

buon compleanno germogli soia

Il mio pane preferito: integrale ai 5 cereali

on Martedì, 16 Aprile 2013. Posted in cucina

Mi sono resa conto che fra tutte le mie ricette di pane non ce n'è nemmeno uno sul mio pane preferito... ovvero un pane integrale ai 5 cereali. Ognuno ha il suo pane perfetto, io prediligo i pangnottoni grandi che durano a lungo e che sono sfruttabili per fare bruschette quando hanno qualche giorno, mi piacciono con una bella crosta, interno soffice e leggero alveolato in modo uniforme, senza buconi troppo grossi che lasciano passare il condimento (dolce o salato che sia). Va bene per panini tipo sandwich, per bruschette, per la marmellata e piace anche alle bimbe. Logicamente è integrale, con il gusto semplice e genuino di altri cereali, tra i quali non manca mai la segale per la quale ho un debole, mentre gli altri cereali li sostituisco a piacere. Ho due modi di preparare questo panozzo, a seconda del tempo che ho e di come sono organizzata nella giornata. Si ha con entrambi lo stesso risultato (l'ho già provato più volte), quindi ve li riporto entrambi così potete decidere in base alla vostra organizzazione giornaliera. (PS: nella foto il pane sembra più chiaro di quanto lo sia in realtà per via della luce che lo illumina).

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ingredienti:

  • 120 gr di pasta madre rinfrescata da almeno 4 ore (o la sera prima tardi)
  • 300 ml di acqua
  • 90 gr di farina integrale di segale appena macinata
  • 30 gr di farina integrale di riso vialone nano appena macinata o integrale di avena
  • 30 gr di farina di grano saraceno
  • 30 gr di farina integrale di mais marano (gialla)
  • 1 cucchiaino di sale fino integrale
  • 1 cucchiaino di malto di avena o di orzo
  • 200-230 gr di farina integrale setacciata di grano tenero o di farro appena macinata (se non la macinate voi e non trovate l'integrale setacciata potete usare una tipo2)

Impastiamo!

Per prima cosa sciogliere la pasta madre nell'acqua e aggiungere il malto e tutte le farine eccetto quella di grano (o di farro). Aggiungere anche 150 gr di farina di grano tenero o farro e mescolare bene. Aggiungere il sale e la restante farina e impastare per una decina di minuti a mano. Riporre a lievitare a temperatura ambiente per 5-6 ore (se siamo sui 18 gradi) o anche 4-5 se fa più caldo. Fare un giro di pieghe e riporre a lievitare a temperatura ambiente nel forno spento per due ore o in frigo per la notte se vi trovate che è arrivata sera. Riprendete l'impasto e fate un altro giro o due di pieghe dando la forma alla vostra pagnotta. Ponete a lievitare sulla teglia del forno infarinata per 2 ore (o due e mezza, controllate che raddoppi di volume) se era stato a temperatura ambiente o in alternativa per 3-4 ore se era rimasto in frigo. Accendete il forno al massimo (per me 260°) con un pentolino d'acqua sul fondo al suo interno. Quando sarà in temeperatura infornate spruzzando dell'acqua con uno spruzzino sul pane. Chiudete e abbassate la temperatura a 240°. Dopo 15 minuti abbassate ancora a 180° (se ventilato) o 200° (se statico) per una mezzora.

Estraete dal forno, rovesciate la pagnotta e mettetela a raffreddare su una griglia per qualche ora. Quando sarà fredda avvolgetela in un canovaccio pulito e conservatela in un sacchetto di cotone o nella madia di legno.

E il vostro pane preferito qual è?

Con questo pane partecipo al Giveaway Compliblog di "La dolce vita"

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La saccisica in cucina

on Giovedì, 11 Aprile 2013. Posted in cucina

saccisica in cucinaCome vi dicevo in altre occasioni in biblioteca ho trovato vari libri di storia della cucina, così dopo la cucina ai tempi dei greci e romani e la cucina di Leonardo, mi avvicino ai nostri giorni con un libro sulla cucina fra fine 800 e metà del 900 nella saccisica. Per chi non abita nelle mie zone, questo termine indica l'area geografica che gravita attorno alla mia città Piove di Sacco (a est di Padova). Il libro si intitola appunto "La saccisica in cucina, sorie e memoria tra '800 e '900", scirtto da P. Zatta e A. Todaro per Cleup.

l tersto è diviso in due parti, di cui la prima teorica, dopo un breve accenno sulla sotria della saccisica, è dedicata alla scoprta della storicità della cucina in saccisica e soprattutto al calendario dei campi e dei cibi in saccisica. Questa parte a mio avviso interessantissima perchè ci riporta ad un tempo in cui gli anni erano scanditi a partire da S.Martino e in cui ad ogni periodo corrispondevano cibi diversi. Una cultura del mangiare che non ripeteva sempre uguale in tutto l'anno, ma che seguiva una ciclicità scandita dalle stagioni e dalle coltivazioni attorno a cui ruotavano le vite e le abitudini dei nostri nonni. Il testo è arricchito dalle testimonianze dei chi ha vissuto in questi luoghi in quei tempi. Mi trovo molto d'accordo con alcune parole che si trovano verso la fine di questo capitolo:

Erano preparazioni che si realizzavano nelle cucine della campagna della Saccisica, in luoghi che per metà erano tavola e per metà farmacia domestica, con lo scopo di nutrire, medicare, proteggere.

La seconda parte è invece dedicata alle ricette divise per tipologia e per ingredienti. Si tratta logicamente di ricette onnivore, di cui molte sono vegetariane, alcune vegane. Alcune sono raccontate attraverso le parole delle "nonne", tutte partono dal presupposto di autoprodursi tutti gli ingredienti a partire dalla pasta. Perciò all'inizio del capitolo sui primi piatti troviamo le "asagne" (pappardelle) di cui qui sotto vi riporto una delle proposte di realizzazione e di condimento con le noci, che farò a breve

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Dopo i primi piatti si passa ai secondi piatti divisi fra quelli di carne o di pesce, poi alle uova e frittate, poi ai piatti di verdure, ai pani, dolci e focacce, infine a composte, conserve, marmellate e salse e ai liquori.

Fra tutto vi segnalo la parte in cui si parla di pasta madre, relativamente all'usanza di raccogliere la rugiada a S.Giovanni per creare la pasta madre

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Questo post partecipa al giovedì del libro di cucina di Annalisa di Passato tra le mani

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Kefir, pasta madre, belle persone e brevi istruzioni per il kefir d'acqua

on Martedì, 09 Aprile 2013. Posted in in casa, cucina

Da qualche anno a questa parte ovvero da quando spaccio la pasta madre mi capita spesso di essere contattata per avere un pugno di pasta madre e da un anno a questa parte oltre che per la madre i contatti arrivano anche per il kefir d'acqua. Capita anche che molti mi chiedano come faccio a fidarmi di questi incontri "al buio" con persone che non ho mai visto in vita mia e con le quali ho avuto magari solo pochi scambi via mail o tramite il blog. Ecco, vi dirò che io mi fido! e finora la mia fiducia è stata ben riposta... penso che ci siano in giro un sacco di belle persone e che chi ha voglia di informarsi, di mettersi in gioco con l'autoproduzione, di far da sè non possa che essere una persona di cui avere fiducia e da cui sicuramente avrò anch'io tanto da imparare con uno scambio reciproco...

Ultimamente mi capita anche di "passare" la palla dello spaccio dei granuli di kefir ad amici ai quali a mia volta li ho spacciati e che vivono magari più vicini a chi me li chiede, questo con l'intento di evitare l'uso delle poste e le conseguenti spese di spedizione. E proprio recentemente ho messo in contatto l'amica Nadia, a cui avevo spacciato i kefirini l'anno scorso, con V. ... e questo è stato il messaggio che ho ricevuto oggi:

Ciao Daria ... oggi è venuta V. a casa mia e le ho dato i granuli di Kefir! La cosa meravigliosa è che abbiamo parlato, bevendo del caffè, come se fossimo vecchie amiche: quante cose si scopre di avere in comune e che gioia poterle condividere e imparare ascoltanto altri! La cosa ancor più meravigliosa è che abita vicino a casa (pochi Km) e che tu eri lì con noi ... ti abbiamo citata tante volte ... ti sono suonate le orecchie? Un grosso abbraccio Nadia

Insomma volevo condividere con voi tutto ciò: la bellezza delle relazioni che si possono instaurare grazie all'utoproduzione! Così come crescono e si riproducono i granuli crescono le relazioni...

Per finire vi voglio fare un regalino, che alcuni hanno già avuto con gli ultimi invii di granuli, ovvero uno schemino sintetico che ho disegnato io, che riassume il modo per produrre il kefir d'acqua. Spero possa esservi utile, lo potete scaricare cliccando sull'immagine!

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E buoni scambi allora!

Pane di sola segale integrale e semi di finocchio e riflessioni sul vicinato

on Lunedì, 08 Aprile 2013. Posted in cucina

Pane di sola segale integrale e semi di finocchio e riflessioni sul vicinato

Ieri pomeriggio mi vedo tornare M. che era andato a prendere Alice a scuola in bicicletta con un borsone pieno zeppo di freschissime rosole appena colte... dono di una vicina di casa che sapendo che le apprezziamo ne ha raccolte anche per noi per regalarcele.

Domenica invece lo vedo rincasare con una bottiglia di vino (il famoso Clinton che spopolava dalle nostre parti tempi che furono) dono di un altro vicino.

Altra vicina mi lascia una borsa piena di abitini usati da suo figlio fra cui scegliere le cose che vanno bene alle mie bimbe.

Questi sono i rapporti di vicinato che mi piacciono! E noi possiamo contraccambiare con una bottiglia di birra autoprodotta, con un bel pane o altra verdura quando sarà il momento o semplicemente con qualche chiacchiera!

Scambi semplici e gratuiti come questo pane dal sapore rustico, di sola segale aromatizzato con i semi di finocchio, facile e veloce da fare essendo senza impasto.

Ingredienti:

  • 120 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 300 ml di acqua
  • 450 gr di farina di segale integrale appena macinata
  • 1 cucchiaino di sale fino integrale
  • 2 cucchiai di semi di finocchio

DSCF8234Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere un po' alla volta la farina di segale mescolando bene. Aggiungere per ultimi il sale e i semi di finocchio. Otterrete un impasto appiccicoso (non aggiungete farina), da mescolare bene. Lasciate riposare per un'oretta a temepratura ambiente e poi passate in frigo per 16-24 ore. Estraete dal frigo, versate sulla spianatoia e fate un giro di pieghe. Dopo un paio d'ore fate un secondo giro di pieghe e date la forma di un filone che metterete a lievitare in uno stampo da plum-cake a temepratura ambiente. Aspettate il raddoppio (circa 3 ore, ma controllate che si gonfi fino al bordo). Infornate per 45-50 minuti a 180°. E' un pane che rimane morbido, scuro e molto profumato grazie ai semi di fiocchio. A me piace molto con le marmellate di frutti di bosco o di fichi.

PS: il metodo senza impasto secondo me si presta benissimo alla segale che è difficile da impastare in quanto rimane sempre appiccicosa.

Con questo pane partecipo al Giveaway Compliblog di "La dolce vita"

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Colombone ... e buona Pasqua!

on Sabato, 30 Marzo 2013. Posted in cucina

Colombone ... e buona Pasqua!

Ebbene si, alla fine l'ho fatta anche quest'anno... una sola, non svariate come lo scorso anno, ma visto che le bimbe la chiedevano mi sono messa all'opera e ieri l'ho sfornata... oddio più che una colomba ne è venuto fuori un tacchinone, tutto gonfio e lievitatissimo! La ricetta è la mia dello scorso anno con alcune modifiche che poi vi riporto più sotto. Questo post voleva essere più che altro un pretesto per ringraziare tutti quelli che anche se quest'anno non c'era una vera propria colombata si sono divertiti a provare la mia ricetta e a farla propria con le loro modifiche. A loro e a tutti voi che mi leggete dedico il mio colombone!

Per prima cosa ecco i partecipanti alla colombiade non competitiva 2013 (se qualcun altro ha piacere di condividere i suoi risultati con noi si faccia avanti!)

Linda con la non-colomba del sole!

linda-cruda linda-cotta

"ho messo una tipo 2 di grano tenero non farro come dice la tua ricettina..poi per motivi di orari miei sbagliati e febbre della piccola, la prima lievitazione l'ho fatta le prime 5 ore a temp.ambiente, poi alla sera verso le 22.30 l'ho messa in frigo fino alla mattina , il resto tutto uguale alla tua ricetta!"

Maryonn

Maryonn 

E sul suo blog trovate anche la bella fetta azzannata!

Francesca

francesca r glassata francesca r fetta

Con gocce di cioccolato e glassata di cioccolato: semplicemente deliziosa!

Valentina

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Stefania

stefania cruda stefania cotta

Con eccesso di lievitazione!

E infine ecco la mia accompagnata dalla ricetta con le modifiche (poche) di quest'anno. 

Ore 8.30 del mattino: primo rinfresco della Gilda (con farina 2 delle Barbarighe)

Ore 14.00: preimpasto

ingredienti:

  • 120 gr di pasta madre (quella rinfrescata la mattina)
  • 120 gr di acqua
  • 150 gr di farina tipo 2

Sciolgo la pasta madre nell'acqua, aggiungo la farina, impasto brevemente (resta un composto denso) e metto a lievitare coperto da un canovaccio nel forno spento o nella madia.

Ore 21.00: primo impasto

ingredienti:

  • tutto il preimpasto
  • 10 gr di semi di lino scuri
  • 100 gr di acqua
  • 100 ml di latte di soia
  • 42 gr di succo limpido di mela
  • 1 pizzico di sale
  • 120 gr di malto di riso
  • 50 gr di farina integrale di riso basmati bio appena macinata
  • 60 ml di olio evo
  • 400 gr di farina tipo2
  • 1 cucchiaino di polvere magica di agrumi

Per prima cosa metto a bollire i 100 ml di acqua in un pentolino con i 10 gr di semi di lino. Lascio bollire finchè non si formerà un composto viscido, simile alla chiara d'uovo. Filtro il tutto in modo da eliminare i semi e metto in una ciotola a cui aggiungo il latte di soia, il succo di mela e il malto di riso.

Verso il tutto sul preimpasto e lo sciolgo bene. Aggiungo anche la farina di riso, il sale e l'olio e la polvere di agrumi. Sbatto bene con una frusta in modo da ottenere una specie di crema (l'olio non deve vedersi più). Aggiungo gradualmente la farina tipo 2. Mescolo bene col cucchiaio. Mi ungo le mani con olio evo e passo su un piano liscio per procedere all'impasto.

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Impasto bene a mano per una mezzora con metodo Bertinet (tenete conto che l'impasto sarà un po' appiccicoso e va bene così). L'obiettivo è ottenere una palla liscia e omogenea tipo questa:

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Metto il tutto a lievitare coperto in una terrina nel forno spento (senza lucina) per la notte. (Io ho finito di impastare sulle 22.30). La mattina troverete una bella sorpresa!

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Ore 7.00 del giorno successivo: secondo impasto

ingredienti:

  • 150 gr di uvetta
  • 1 cucchiaino di vaniglia in polvere
  • 100 ml di succo di mela limpido
  • 100 gr di farina tipo2

In una ciotola mescolare gli ingredienti del secondo impasto. Versare sulla spianatoia in nostro bellissimo e lievitatissimo primo impasto che sarà leggerissimo e sofficioso, stenderlo con la mani e versare all'interno il secondo impasto. Impastare bene il tutto in modo da inglobare fra di loro gli ingredienti. Lavorare per una decina di minuti. Far riposare l'impasto per una mezzora, nel frattempo se non l'avete acquistato preparare uno stampo. Io ho usato una teglia rettangolare con bicchieri a 4 angoli e rivestita di carta forno.

Rirprendere l''impasto e tagliarlo in due parti. Per ogni parte stendere in forma rettangolare e arrotolare su se stesso. Disporre a croce, prima le ali e poi il corpo a formare la colomba.

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Lasicare lievitare fino al bordo della teglia o comunque fino al raddoppio.

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Preparare la glassa:

ingredienti:

  • 2 cucchiai di zuchero di canna grezzo
  • acqua qb
  • 2 cucchiai di farina di mandorle
  • mandorle per decorare

Mescolare zucchero, mandorle e acqua fino ad avere una crema che metto a riposare in frigo. Prima di infornare spenellare sulla colomba.

Preiscaldare il forno a 180° (io uso ventilato per i dolci, ma se non vi fidate usate pure statico). Infornare sul piano centrale con la placca del forno posizionata sopra in modo che la resistenza non scaldi troppo la superficie della colomba. Cuocere per 45 minuti circa.

In teoria andrebbe messa testa in giù, ma non avendo usato stampi e sentndo la morbidezza non l'ho fatto... 

Eccola appena sfornata

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E questa la morbida fetta!

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E concludo con i miei auguri di Buona Pasqua!

 

 

Torta quasi-pasqualina di rosole

on Venerdì, 29 Marzo 2013. Posted in all'aperto, cucina

Immagine presa dal web (http://dialetticon.blogspot.it/2010/02/rosole.html)

Fine marzo, se l'orto per ora è ancora a riposo forzato causa maltempo e freddo che ci hanno fatto saltare tutti i piani di semine, le erbe spontanee ci danno invece grandi soddisfazioni, cominciando a crescere e a donarsi gratuitamente più belle che mai grazie proprio a queste pioggie persistenti. Chi mi segue da tempo forse ricorderà che l'anno scorso ho dedicato una serie di articoli proprio alle erbe, la mia intenzione è di riprendere quest'anno proponendovene altre o quanto meno altri usi. Incomincio oggi, con la prima che erba infestante che si raccoglie dalle mie parti, ovvero le rosole o rosolaccio. Non si tratta d'altro che della pianta del papavero rosso, quello che cresce spontaneo quasi ovunque, che va raccolta finchè è piccola e le foglie sono tenere. Si raccolgono i piccoli cespi, si privano delle radici, si lavano per bene. Si possono preparare in molteplici modi, a partire semplicente dal saltarle in padella con olio e aglio. Il loro gusto è delizioso, dolce e gradito anche ai bambini: infatti le mie ne vanno ghiotte!

Altra consuetudine delle mie zone è usare queste erbe per le preparazioni del periodo pasquale, in particolare a Pasquetta si usa la scampagnata sugli argini dei fiumi alla ricerca di erbette varie, in particolar modo carleti e bruscandoli che poi vengono usati sia al momento (tradizionale è la frittata fatta sul posto), sia una volta tornati a casa. Per questo ho pensato di riprendere una torta salata che si fa in questo periodo prorpio per le scampagnate, ovvero la torta pasqualina, rivisitata in chiave vegana e con l'uso delle rosole al posto degli spinaci.

Ecco allora la torta quasi pasqualina alle rosole!

ingredienti per la base:

  • avanzo di pasta madre rinfrescata il giorno prima con farina 2 (saranno stati 150 gr) e tenuta in frigo
  • 2 cucchiai di olio evo
  • 100 ml acqua
  • farina integrale di grano duro appena macinata q.b. (circa 150 gr, ma prendetelo a spanne)
  • 1 pizzico di sale fino integrale

Preparazione della base:

Aggiungere all'avanzo di pasta madre 100 ml di acqua e scioglierla appena, aggiungere l'olio e il sale e infine la farina finchè ne prende. Alla fine dovreste ottenere una palla liscia e omogenea abbastanza compatta. Lasciarla riposare per una mezzoretta. Nel frattempo preparate il ripieno.

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Ingredienti per il ripieno:

  • mezzo kg di rosole fresche
  • 100 gr di farina di ceci
  • acqua qb (circa 200 ml)
  • 1 rametto di rosmarino
  • sale fino integrale qb
  • olio evo qb
  • pepe a piacere
  • 1 spicchio d'aglio

Preparazione del ripieno:

Per prima cosa preparate una pastella con la farina di ceci mescolandola all'acqua in modo da ottenere una crema piuttosto liquida. Aggiungete il rametto di rosmarino e mettete a riposare.

Lavate bene le rosole e mettetele in padella con un filo d'olio, un po' d'acqua e lo spicchio d'aglio. Coprite e lasciate cuocere finchè le foglie saranno tenere. Aggiustate di sale.

Passatele su una terrina e tagliatele col coltello. Riprendete la pastella di ceci, togliete il rosmarino e aggiungete un filo d'olio, un po' di sale e un po' di pepe se vi piace. Versate la pastella sulle rosole.

Preparazione della torta salata:

Accendete il forno a 180° (io uso ventilato, vedete voi cosa si addice meglio al vostro forno).

Riprendete l'impasto, disponetelo su carta forno leggermente infarinata e stendelo molto sottile col mattarello.

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Posizionatelo su una teglia da crostata. Versate il ripieno sulla sfoglia e stendetelo e richiudete i lati della sfoglia verso il centro (se vi basta potete farla anche del tutto chiusa, io ho preferito lasciare aperto il centro della torta).

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Quando il forno è in temperatura infornate per una mezzora.

Lasciate raffreddare leggermente e servite. E' buonissima anche il giorno dopo anche non calda.

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Questa ricetta ideale da portare con sè a Pasquetta (sperando che nel frattempo esca il sole...) partecipa alla raccolta di ricette di Ale - Golosità VeganeBuona Pasqua Vegan.

pasqua vegan

 

Inoltre visto che utilizzo la farina di ceci, anche se agli sgoccioli, la inserisco nella raccolta di "salutiamoci" di marzo, visto che i ceci sono i protagonisti di questo mese ospitati da Pappa e cicci.

salutiamoci300

 

 E voi conoscete le rosole? Le usate? Come le chiamate?

 Questa ricetta partecipa anche alla raccolta di ricette con erbe spontanee di 

Annalisa, Passato tra le mani "Fitoalimurgia" sezione ricette con rosole (papavero).

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Filoncini ai ceci e sesamo

on Sabato, 23 Marzo 2013. Posted in cucina

Filoncini ai ceci e sesamo

Prima che finisca marzo e che il protagonista della raccolta di ricette di "salutiamoci" cambi, ecco una ricetta di un pane proteico con farina di ceci, i protagonisti di questo mese ospitati da Pappa e cicci. Un pane gustoso, secondo me ottimo per tartine o per accompagnare le zuppe. Al gusto della farina di ceci ho abbinato il sesamo. Si tratta anche stavolta di un pane senza impasto, quindi dovrà rimanervi piuttosto appiccicoso, però stavolta non utilizzo la lunga lievitazione in frigo. La farina di ceci essendo senza glutine non lievita, quindi se lo provate non usatene di più altrimenti l'impasto lieviterà ancora più a fatica. A noi è piaciuto molto il suo gusto particolare, anche alle bimbe.

ingredienti:

  • 150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 120 gr di farina di ceci
  • 300 gr di acqua a temperatura ambiente
  • 15 gr di olio evo
  • 1 cucchiaino di sale fino integrale
  • 300 gr di farina integrale di grano tenero appena macinata (potrebbe bastarne anche meno)
  • 1 cucchiaio colmo di tahin chiaro
  • 3-4 cucchiai di sesamo

Preparazione:

Sciogliere la pasta madre nell'acqua. Aggiungere la farina di ceci e mescolare bene in modo che non abbia grumi. Aggiungere il tahin e il sale. Proseguire aggiungendo metà della farina di grano e mescolare bene. Aggiungere l'olio e infine la restante farina. Dovreste ottenere un impasto appiccicoso che mescolerete col cucchiaio per bene in modo da amalgamare gli ingredienti.

2013 0315022Mettere a lievitare per 5-6 ore avvolto da un canovaccio nella madia in legno o nel forno spento. Riprendere l'impasto e fare un giro di pieghe (QUI trovate come gestire gli impasti appiccicosi), lasciare riposare anche sulla spianatoia in legno, coperto da una terrina rovesciata, o rimettere nella madia per 2 ore. Fare un secondo giro di pieghe e lasciare riposare per una mezzora. Infine versare sulla spianatoia il sesamoe usarlo al posto della farina per dare forma all'impasto, schiacciandolo delicatamente e arrotolandolo. Tagliarlo in 2 parti uguali in modo da avere due filoncini e rotolarli ulteriormente nel sesamo. Metterli a lievitare in una teglia per almeno un'altra ora o fino al raddoppio. Preriscaldare il forno a 260° e cuocerli per 10 minuti a 240° con pentolino d'acqua sul fondo del forno e successivi 25-30 minuti a 180°. Estrarli dal forno e spennellare i pani con una emulsione di acqua e olio evo. Rimetterli nel forno spento in raffreddamento con porta socchiusa a seccare sulla griglia per 10 minuti.

Ed eccoli pronti! Tagliarli da freddi!

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Trovate l'altramia ricetta per Salutiamoci e altre mie ricette con i ceci QUI.

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Questa ricetta di pane partecipa anche al contest "Buono come il pane... con la pasta madre" di Carotina Abbustolita

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che mi chiede anche due parole sulla mia pasta madre, la Gilda... beh... di lei e delle sue meraviglie vi ho già parlato innumerevoli volte, quest'anno compie 6 anni, è una solida che tengo un po' più idratata, adora le farine semintegrali e integrali, i grani antichi, le farine appena macinate. Si è riprodotta tantissime volte, lasciando figlie in giro per l'Italia... se siete curiosi di sapere la sua storia per intero la trovate QUI.

Ciabattona integrale al farro senza impasto

on Venerdì, 22 Marzo 2013. Posted in cucina

... e altre proposte senza impasto

Ciabattona integrale al farro senza impasto

Avete fretta, ma volete fare lo stesso un bel pane? Non vi va di impastare? Questo è l'articolo che fa per voi! Infatti i pani che vi presento oggi hanno tutti la caratteristica di non necessitare di essere impastati (a mano o con impastatrice) e di avere lunghi riposi in frigo. Durante la settimana l'amica di panificazione Francesca mi ha fatto un regalone pensando per me una fantastica ricetta di pan-brioche senza impasto, allora colgo la palla al balzo per ringraziarla e per pubblicare uno dei miei ultimi pani che alcuni hanno già visto in anteprima su FB e che ho aspettato a inserire in modo da riprovarlo ed essere sicura dell'esito. Con l'occasione soddisfo anche la richiesta emersa in alcuni commenti alla ricetta delle pagnottine saracene di avere un tutorial fotografico sulla gestione dell'impasto appiccioso, in particolare per il discorso pieghe. Alla fine trovate anche la meraviglia che ha pensato Francesca e la mia versione (con leggere modifiche). Intanto godetevi la ricettina, semplicissime e basilare, della ciabattona integrale di farro senza impasto.

ingredienti:

  • 130 gr di pasta madre
  • 300 ml di acqua
  • farina integrale di farro spelta appena macinata circa 400 gr (la quantità è indicativa, potrebbero bastarvi 350 gr tenete conto che le farine integrali tendono ad assorbire più acqua, quindi ve ne servirà di meno)
  • sale fino (1 cucchiaino).

Non-impastiamo!

Per prima cosa sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere 200 gr di farina e mescolare bene. Aggiungere il sale e il resto della farina. Regolatevi come fareste per la focaccia velocissima, quando non riuscite più a mescolare col cucchiaio e dovreste passare alla spianatoia fermatevi: non aggiungete ulteriore farina!  Si ottiene un impasto che rimane piuttosto appiccicoso e che metterete a lievitare frigo per una notte. La mattina stemperarlo a temperatura ambiente per un'oretta. A questo punto versare l'impasto sulla spianatoia e fare un giro di pieghe. Vi descrivo bene i passaggi qui sotto con l'aiuto delle foto:
1 - infarinare per bene il piano con farina integrale o semola
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2 - versare l'impasto sulla farina eventualmente con l'aiuto di un cucchiaio
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3 - versare altra semola o farina integrale sopra l'impasto
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4 - con le dita stirare i lembi dell'impasto dandogli una forma indicativamente rettangolare e prestando attenzione a non schiacciarlo per non rompere la maglia glutinica
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5 - tirare con delicatezza il lembo superiore verso di sè, eventualmente aiutandosi con una spatola o un tarocco, io riesco anche solo con le dita facendo veloci
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6 - piegare verso l'alto il lembo inferiore sopra a quello appena piegato e ripetere la stessa piega anche orizzontalmente in modo da ottenere un "pacchettino"
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7 - prenderlo con delicatezza (senza schiacciare perchè sarà molle)
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8 - riporlo nella ciotola per la seconda lievitazione
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A questo punto lasciare lievitare per un'altra ora e ripetere le pieghe come sopra, Rimettere a lievitare per una ulteriore oretta e dare la forma di un filone un po' schiacciato (stendere come per le pieghe e arrotolare). Mettere a lievitare sulla teglia del forno fino al raddoppio (1 ora e mezza - 2). Accendere il forno a 260° (il massimo per me) con pentolino, infornare per 15 minuti a 240° (io l'ho vaporizzato d'acqua con uno spruzzino appena messo in forno), cuocere per altri 30 minuti a 180° (sempre statico).
Ed ecco a voi la ciabattona! :-)
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La crosta è piuttosto croccante, mentre l'interno è morbido e alveolato. Piaciuto a tutti anche alle bimbe!
Ah, dimenticavo, l'ho rifatto anche con farina di grano duro integrale con i medesimi risultati.
 
Passiamo ora a qualcosa di più dolcetto, ovvero il pan-brioche senza impasto di cui vi parlavo all'inizio regalatomi da Francesca. Lo vedete qua sotto.
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La sua ricetta con pasta madre liquida la trovate da lei, io vi lascio la ricetta leggermente modificata da me per adattarla alla pasta madre solida e all'uso di farina integrale appena macinata (sempre farro). 

ingredienti:

  • 125 gr di pasta madre solida rinfrescata da 4 ore
  • 250 gr di farina integrale di farro spelta appena macinato
  • 20 gr di olio evo
  • 120 gr di latte di soia
  • 50 gr di malto di avena (avevo finito quello di orzo)
  • 1 pizzico di sale

Non-impasto

Sciogliere la pasta madre nel lette di soia, aggiungere il malto, il pizzico di sale e l'olio mescolando bene. Aggiungere la farina un po' alla volta e continuare a mescolare col cucchiaio (questo impasto mi è risultato un po' più solido di quello sopra) . Mettere l'impasto in frigo per 24 ore, lasciare a temperatura ambiente per un'oretta e dare la forma di un filone da mettere a lievitare in uno stampo da plum-cake. Lasciare lievitare per 6 ore. Spenellare con latte di soia. Infornare per mezzora a 180°. 
Appena riesco vi metto la foto... devo ancora tagliarlo... :-)
Eccolo qua!
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Purtroppo la foto non rende la morbidezza... è difficile tagliarlo... vedete le briciole? :-)

Questa ricetta partecipa anche alla raccolta di ricette con cereali e farine integrali "Integralmente" di GocceD'aria: partecipate anche voi!

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Torta glassata di primavera (a lievitazione naturale)

on Lunedì, 18 Marzo 2013. Posted in cucina

Torta glassata di primavera (a lievitazione naturale)

Chi mi segue su Fb o sul gruppo della pasta madre, avrà notato che quest'anno non ho ancora iniziato a produrre colombe... ebbene si, stavolta mi manca la voglia! Non chiedetemi il motivo, ma la colomba mi ha un po' stufato e nonostante la voglia di panificare ci sia, manca quella di riprodurre questo dolce pasquale. In compenso ne sto provando altri da proporre per Pasqua. Penso che ne farò una oppure due piccoline per le bimbe che me le chiedono, però stavolta niente grandi colombate come lo scorso anno. Ciò non toglie che se avete voglia di condividere con gli altri i vostri successi o le vostre versioni alternative vegane, sia ben contenta di seguirvi e se non avete un blog e vi fa piacere, ve le posso pubblicare io. Ah, e se è la prima volta che vi cimentate trovate la mia versione vegan QUI.

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Invece quella che vi presento oggi è una "fugassa" nel senso veneto del termine ovvero un dolce lievitato morbido, realizzata partendo dalla ricetta dell'impasto della colomba, ma cambiando alcuni ingredienti, in particolare le farine. Non è però la tipica fugassa di Pasqua venexiana che è caratterizzata da una morbidezza impareggiabile. Questa è una torta, quindi morbida, ma non eccessivamente alveolata. Detto questo a voi la ricettina!

1° impasto:

  • 150 gr di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 100 gr di sciroppo d'agave
  • 500 gr di farina di farro monococco 
  • 3 cucchiai colmi di farina di riso integrale basmati appena macinata
  • 60 ml di succo di mela limpido
  • 180 gr di latte di riso a temperatura ambiente
  • 30 ml di olio evo
  • un pizzico di sale
  • 2 cucchiai di crema di mandorle

Ho sciolto la pasta madre nel latte di riso. Ho aggiunto gli altri ingredienti liquidi: olio, succo di mela, sciroppo d'agave e mescolato bene. Ho aggiunto la farina di riso, metà della farina di farro, il sale e mescolato col cucchiaio. Infine ho aggiunto la rimanente farina fino ad avere un composto denso e appiccicoso ancora piuttosto idratato che ho mescolato energicamente col cucchiaio (non l'ho impastato a mano). Ho messo a riposare per 5 ore, poi ho fatto un giro di pieghe e ho messo il tutto a riposare in frigo per la notte. La mattina ho estratto l'impasto dal frigo e ho aggiunto il secondo impasto.

2° impasto:

  • primo impasto lievitato
  • 100 gr uvetta
  • 100 gr farina di farro integrale appena macinata
  • 2 cucchiai di kefir di soia (va bene anche yogurt di soia bianco)
  • un cucchiaino raso di semi di vaniglia
  • un cucchiaino raso di polvere magica di agrumi

Riprendo l'impasto lievitato e aggiungo i 2 cucchiai di kefir, l'uvetta e la farina,  i semi di vaniglia e la polvere di agrumi. Impasto bene con le mani oliate sulla spianatoia (ev. aggiungere un po' di farina, poca, perchè l'impasto dovrebbe rimanere bello morbido). Faccio una piega e metto a riposare per un'ora. Riprendo l'impasto, altra piega e lo metto in forma schiacciando leggermente e ottenendo una forma circolare. Metto a lievitare per 4-5 ore a temperatura ambiente.

Glassa:

  • 1 cucchiaio raso di zucchero di canna
  • 2 cucchiai rasi di farina di mandorle
  • 1 cucchiaio di malto di riso
  • acqua qb

Accendere il forno a 160°. Preparare la glassa mescolando gli ingredienti in modo da ottenere un composto denso. Cospargere delicatemente il dolce con la glassa prima di infornare. Cuocere per 40 minuti a 160°.

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Verificare la cottura sul fondo, togliendo subito dalla teglia. Lasciare raffreddare su una griglia in modo che il fondo sia aerato. Tagliare da fredda.

Ed ecco qua il mio dolcetto pasquale!

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E voi cosa preparerete per Pasqua? State colombando?

Se volete altri suggerimenti vi rimando alla bella iniziativa di Ale - Golosità Vegane: Buona Pasqua Vegan a cui non potevo non partecipare con questo dolcetto!

pasqua vegan

Questo dolce partecipa anche alla raccolta di ricette 100% vegetali per il 100% vegetal monday della Capra.

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Le merendine e l'uguaglianza

on Sabato, 23 Febbraio 2013. Posted in cucina

Finalmente riesco a partecipare all'iniziativa di "La tavola rotonda" "Un pensiero e una ricetta al mese" che questo mese ha come tema l'uguaglianza.

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I miei primi approcci al concetto risalgono a quando ero ragazzina: uguaglianza fra i sessi, uguaglianza fra ceti diversi, uguaglianza fra appartenenti a diverse religioni, uguaglianza fra bianchi e neri... però il momento che ricordo maggiormente è quando il professore di lettere in prima liceo (giovane attivista della LAV, amato da tutti gli studenti, quanto mal visto per le sue "stravaganze" da buona parte dei genitori) ci parlò di uguaglianza di specie, ovvero fra tutti gli abitanti di questo mondo, che andassero su due gambe e vestiti o su quattro o strisciassero o nuotassero o volassero. Ricordo anche le varie obiezioni che gli vennero poste, sulla evidente diversità fra gli uomini e gli altri animali... Le discussioni erano sempre molto interessanti e accompagnate da letture d libri e testi sull'argomento al punto che quasi tutti gli studenti della classe in breve cominciarono a portare strane spinte vegetariane in casa... mi ricordo la faccia basita di mia madre alla mia affermazione di non voler più mangiare la bistecca un giorno al ritorno da scuola... 

E in effetti se andiamo a recuperare la definizione nel dizionario riportata anche da Barbara nel suo post troviamo anche:

La condizione per cui ogni individuo o collettività devono essere considerati alla stessa stregua di tutti gli altri, e cioè pari, uguali, soprattutto nei diritti politici, sociali ed economici

Quindi individuo, non necessariamente essere umano, uguale nei diritti: diritto di vivere dignitosamente, in un luogo sano, di stare con i figli e la famiglia, di mangiare bene, di stare all'aria aperta, di stare in compagnia o da soli...

Tutto questo mi ha portato a cambiare... non sono più uguale alla Daria di qualche tempo fa e in questo divenire ho cambiato in primis la mia alimentazione. 

Allora ho pensato di abbinare all'uguaglianza queste merendine che sembrano uguali a quelle che mangiavo da bambina (ignara della composizione) e di cui ora non ricordo quasi più il gusto, ma ricordo ancora la pubblicità che faceva sparire ad uno ad uno i prodotti di cui dovevano essere composte, concludendo che allora non sarebbe più stata la "K....Brioss"... e invece: senza uova, senza latte, senza lievito, senza zucchero, senza farine raffinate.. ecco la mia versione delle famose merendine. Nata come altre volte da una sorta di "gioco" nel gruppo su Fb della pasta madre, la prima "sfida" di alcuni è stata la loro realizzazione in casa con pasta madre, da quella ricetta sono partita per rielaborare la mia versione vegana e non raffinata. Prima di me ha accolto la sfida anche Francesca (La tana del riccio) con la sua bellissima versione da cui ho preso spunto per l'uso delle mele nell'impasto. Nel suo articolo trovate anche un interessante analisi degli ingredienti della versione originale.

Non spaventatevi, la ricetta sembra elaborata, ma alla fine si tratta di un pan-dolce ripieno, quindi è più semplice di quanto sembri!

Merendine ripiene di crema al latte di anacardi

2013 0218003Ingredienti:

per il pan-dolce:

  • 150 di pasta madre rinfrescata da 4 ore
  • 120 ml di succo di mela limpido
  • 50 gr di fecola di patate
  • 2 mele biodinamiche florina (da gratuggiare per ottenre circa 120 gr di purea)
  • 30 gr di olio evo
  • 50 ml di sciroppo d'agave
  • 320 gr di farina integrale di farro spelta appena macinata e setacciata
  • 1 cucchiaino raso di sale
  • 15 gr di farina di riso integrale basmati bio appena macinata del commercio equo (per il water roux)
  • 75 gr di acqua (per il water roux)

per spenellare:

  • 1 cucchiaio di malto di riso
  • 1 cucchiaio di acqua

per la crema agli anacardi:

  • 300 ml di latte di anacardi (autoprodotto)
  • 40 gr di farina di riso integrale basmati bio (del commercio equo e appena macinata)
  • 4 cucchiai di sciroppo d'agave

per decorare:

  • 4 pezzettini di cioccolato fondente 90% cacao del commercio equo

Per prima cosa preparare il water roux sciogliendo la farina di riso nell'acqua in un pentolino, metterla a scaldare fino a formare una crema gelatinosa. Spegnere e tenere da parte.

Gratuggiare le 2 mele, passarle nel frullatore e miscelarle con l'olio evo e lo sciroppo d'agave. Tenere da parte.

Sciogliere la pasta madre nel succo di mela, aggiungere la fecola e mescolare. Aggiungere la crema di mele che avete nel frullatore e il water roux e amalgamamre bene il tutto. Aggiungere 200 gr di farina di farro e poi il sale, mescolare e far riposare qualche minuto. Aggiungere gradualmente la restante farina fino ad ottenere un composto compatto ma ancora piuttosto appicicoso. Mescolare bene (dovrebbe bastarvi il cucchiaio) e mettere a riposare per 30-40 minuti (questo passaggio serve se usate farine fresche per permettergli di assorbire bene l'acqua).

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Riprendere l'impasto e con le mani unte d'olio e lavorarlo col metodo bertinet su un piano liscio. Mettere l'impasto a riposare per un'ora a temperatura ambiente e poi passarlo in frigo per 8-10 ore (la notte nel mio caso). 

La mattina riprendere l'impasto e lascairlo ambientare a temperatura ambiente per un'ora, poi stenderlo spesso in una teglia 20x30 cm rivestita di carta forno, senza lavorarlo ulteriormente.

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Lasciare lievitare fino al raddoppio (nel mio caso l'ho lasciato per 5-6 ore nel forno spento). Accendere il forno a 180°, ventilato, spenellare la superficie del pane con l'emulsione di acqua e malto di riso. Infornare per 30 minuti a 180°, estrarre dalla teglia e mettere a raffreddare su una griglia per qualche ora.

Preparare la crema, mescolando in un pentolino il latte di anacardi (io l'avevo preparato la sera prima), con la farina di riso e lo sciroppo d'agave in modo che non si formino grumi. Mettere il tutto sul fuoco e far bollire, fino ad ottenere una crema piuttosto densa (raffreddandosi si compatterà ulteriormente).

Rifilare i bordi del pane e tagliarlo in tre strati, farcire con la crema di anacardi e riso. Sciogliere i cubetti di cioccolato fondente e distribiurli a righe sulla superficie della torta con l'aiuto di una tasca con punta fina. Sbavare la cioccolata in veso ortogonale alle righe.

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Lasciare seccare il cioccolato e tagliare a fette il dolce creando le merendine.

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Diciamo che l'estetica è migliorabile, ma il gusto è decisamente ottimo. Tra l'altro si sono mantenute morbide anche già tagliate per 3 giorni (le ho conservate avvolte in telo di stoffa e poi nella madia). 

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